Re: Viburno (Viburnum Tinus L.)

Per completare la scheda ecco le sottospecie:

Viburnum Tinus L.

Eve Price foglie fino a 8 cm e gemme fiorali rosa
Gwenllian fiori bianchi che diventano rosa e produce molti frutti
Lucidum foglie lucide
Pink Prelude fiori bianchi che maturando diventano rosa
Purpureum foglie giovani color porpora
Variegatum foglie con margine giallo
 
G

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Viburno (Viburnum Tinus L.)
Famiglia: Caprifoliaceae
Nome volgare: lentaggine, lauro-tino, alloro-tino, laurentino.

ETIMOLOGIA

Il termine latino Viburnum, può riferirsi al suo significato di “lentiggine” per l’aspetto della corteccia oppure a vincio = lego, per l'uso che se ne faceva anticamente; Il termine tinus è il termine latino per indicare il lauro selvatico.

MORFOLOGIA

Il viburno è una fanerofita cespugliosa della famiglia delle Caprifoliaceae, che si presenta come un cespuglio sempreverde alto fino a 3 metri; i rami giovani sono flessibili, glabri, con corteccia sottile, di colore purpureo, quelli più vecchi sono rigidi, con corteccia brunastra; le foglie sono opposte, picciolate (picciolo di circa 1 cm), glabre, con lamina lanceolata (2-4 x 4-7 cm) ad apice acuto e base arrotondata, coriacea e lucida sulla pagina superiore, il bordo della lamina è intero, le nervature maggiori ben rilevate. I fiori sono raggruppati in ricchi corimbi terminali (diametro fino a 8 cm), sono ermafroditi, attinomorfi, pentameri (diametro compreso tra i 6 ed i 9 mm), la corolla è bianca con 5 lobi distinti (3-5 mm), convoluti in un tubo di circa 1mm, i sepali sono 5 sono saldati alla base, anche gli stami sono 5 e portano ciascuno un’antera bianco-giallastra, l’ovario è in posizione infera. Generalmente il viburno fiorisce tra l’inizio di febbraio e la fine marzo (in Calabria, Sicilia e Sardegna già in novembre e dicembre)
Il frutto è una drupa ovoide (diametro circa 5 mm) di colore blu ardesia.

DIFFUSIONE e HABITAT

E’ diffuso e abbastanza frequente lungo le coste italiane (isole maggiori e arcipelaghi minori compresi), dalla Liguria al Conero, più a Nord è invece presente solo sulla costiera triestina e (naturalizzazione?) sulle sponde del Lago di Garda; nell’Italia meridionale e centrale si spinge anche nelle zone interne e può risalire le pendici collinari fino a 700-800 mslm (nella Sicilia settentrionale e in Aspromonte fino a 1100 m), spesso lo si incontra come specie coltivata in giardini e parchi ed inselvatichita.
E' specie molto diffusa in ambiente mediterraneo e contribuisce a rendere il bosco verde e accogliente anche nella stagione invernale; è associata a diverse specie dei boschi termofili e della macchia come l'Orniello, l'Emero, il Mirto, l'Alloro, la Fillirea, il Corbezzolo e il Lentisco.
Può anche essere utilizzata, nei giardini e parchi, per realizzare siepi e macchie.

IMPIANTO

Questi arbusti sono vigorosi e danno pochi problemi ai giardinieri; prediligono le posizioni soleggiate, o semi ombreggiate, e non temono il freddo. Le specie a fioritura molto precoce si pongono a dimora in luogo riparato dal vento, per evitare che eventuali gelate tardive rovinino i boccioli. Si utilizzano anche come piante da siepe.
I viburni non necessitano di potature regolari. Talvolta si può intervenire per sfoltire piante troppo fitte recidendo i rami vecchi. Il periodo ideale per tale tipo di intervento è quello appena successivo alla fioritura. Le specie a fioritura invernale devono però essere potate in primavera.
La tecnica che garantisce i migliori risultati è senz'altro la talea. Per le specie decidue è preferibile utilizzare talee semilegnose, da prelevarsi in giugno luglio. Per le specie sempreverdi, invece, utilizzare talee di legno maturo. In entrambi i casi utilizzare un substrato di torba e sabbia in parti uguali. Si ripicchettano quando hanno ben radicato.
Questi arbusti si accontentano delle piogge, ma può essere necessario intervenire con annaffiature abbondanti in caso di periodi di siccità molto prolungati, soprattutto in primavera o in autunno. In autunno o a fine inverno è consigliabile interrare ai piedi degli arbusti del concime organico ben maturo, per garantire il necessario nutrimento.

USI e PROPRIETA’

Proprietà ed utilizzo nella Medicina popolare: V. tinus L. contiene viburnina, saponina, tannini e salicilati, è usato per la cura di dolori mestruali, mal di testa e mal di denti, stati febbrili, essendo pianta tossica, in grado di provocare avvelenamenti di una certa gravità, l’utilizzo dev’essere affidato ad esperti, laureati in Farmacia e provvisti di adeguata specializzazione.

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