nicolino.jognaprat

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Lo scopo principale dei genitori, al termine della riproduzione, è quello di assicurarsi, nel migliore dei modi, un'ottima capacità di volare nelle migrazioni e la sopravvivenza nel periodo invernale. Durante la fase della muda, nonostante la caduta delle vecchie penne e la crescita delle nuove si svolgano in modo tale da limitare vuoti nel piumaggio, il volo è meno agevole e necessita di maggiore energia. Il fringuello, ad esempio, necessita di un aumento di energia del 25% per sopperire alla perdita di calore, per maggiori difficoltà nel volo e, principalmente, per la crescita del nuovo piumaggio. La fase fisiologica in esame rappresenta un momento molto difficoltoso e selettivo, che sottopone ad una prova rigorosa l'efficienza fisica degli uccelli. Dette osservazioni trovano conferma nelle convinzioni del ricercatore G. P. Salvini che in un suo libro affermò: “Si, d’accordo, i nidiacei campavano ugualmente ma a testimoniare le deficienze alimentari un quarto moriva nel momento dell'impennamento e dell'impiumaggio”. Le penne, leggere, flessibili e resistenti, accumulano intorno alla pelle una massa d'aria il cui volume varia in relazione alla temperatura dell'ambiente circostante allo scopo di isolare il corpo dell'uccello. Quando la temperatura esterna scende, le penne si erigono per aumentare la massa d'aria isolante. Al contrario, quando fa caldo, aderiscono al corpo per diminuire l’aria isolante e disperdere il calore in esubero. In funzione di tale sistema termoregolatore, alcuni uccelli possono vivere a temperature polari ed altri a quelle torride delle zone tropicali. Le penne biochimicamente simili alle squame dei rettili, rappresentano una costituzione singolare che distingue gli uccelli dagli altri animali. Non ho la pretesa di spiegare la vasta tematica della muta delle penne, processo fisiologico di primaria importanza, ma desidero più semplicemente esaminare alcuni aspetti della muta completa limitatamente alle specie di uccelli impiegati ai fini di richiamo. E' importante sottolineare che il fenomeno si verifica una volta l'anno per dare un contributo al definitivo abbandono della pratica della spennatura, anacronistica, inutile, dannosa ed assurda. Allo stato di naturale libertà, ha luogo in estate mentre in ambiente domestico, per gli uccelli da richiamo, tra la fine dell'autunno e l'inizio dell'inverno. Differenza temporale molto ampia che obbliga ad adottare conoscenze appropriate e di sicura efficacia per evitare effetti indesiderati e conseguenze pregiudizievoli, tenendo nella massima considerazione i noti fattori cooperanti della temperatura, alimentazione e soprattutto del fotoperiodo e l’intensità della luce che, senza eccezioni, vanno ridotti gradatamente come avviene in natura, nel periodo estivo, fino al completamento del piumaggio. Successivamente può venire ridotto sino a raggiungere le condizioni di luce tipiche della zona di svernamento di ogni singola specie. Non si incorra nell'errore, commesso alquanto spesso, di diminuire rapidamente il fotoperiodo e l'illuminamento alla fine della estro amoroso. La cosiddetta legge della mucca pazza con regole riguardanti le proteine animali , necessarie ma alquanto rigide, sconvolse i mangimi degli uccelli. Ritengo doveroso ricordare che, dal 2003 al 2009, l'industria mangimistica, alle richieste ed esortazioni del “gruppo di lavoro” degli allevatori, lodevole anche se ignorato, replicò dicendo che non era remunerativo produrre mangimi per gli uccelli, prodotto caratterizzato da eccessive esigenze e da una domanda troppo modesta. Vada un grazie ai volontari del nominato gruppo, a coloro che li hanno incoraggiati e, soprattutto, ai dirigenti dell'azienda che ha dato una risposta esaustiva alle annose aspettative degli ornitofili. Finita l’emergenza mangimi, oggigiorno, si può utilizzare un mangime specifico per la muda, bilanciato nel senso più ampio del termine, dotato, in giusta misura, di proteine di origine animale e degli aminoacidi necessari alla formazione del piumaggio.




Nicolino Jogna Prat

 
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