Progetto sanitario tordi e uccelli da richiamo

Se ti riferisci alla spirulina la trovi dai rivenditori di prodotti per uccelli ben forniti, altrimenti , cercando in rete, troverai diversi punti vendita. Essendo un'alga è un comune integratore di libera vendita. Se lo userai stai attento che è molto volatile e quindi sporca un casino se sei maldestro nel manipolarla ed ha un odore non proprio edificante.

In questo caso tu come lo somministri Maurizio come diceva il dottore?
 
Buonasera a tutti, sono il dr. Manuel Maschio, mi fa piacere vedere un riscontro positivo a seguito di questa proposta. Pur avendo tempi risicati sarò ben lieto di passare qualche momento nel forum per rispondere a tutti coloro avranno quesiti da propormi, per quanto mi sarà possibile cercherò di soddisfare al meglio le vostre necessità. A questo proposito potrete esporre le vostre problematiche pubblicamente nel forum o contattarmi con un messagio privato come preferirete. Spero di creare un momento di incontro tra allevatori e veterinario che possa portare ad un accrescimento culturale di entrambi, in modo da poter far compiere ulteriori passi avanti alla pratica della medicina dei cosiddetti ucceli da richiamo, che a tutt'oggi è agli albori rispetto a quella del canarino o dei pappagalli che sono stati sicuramente più studiati. Ovviamente non mi rivolgo solo a chi alleva, ma a tutti coloro che possiedono anche un solo uccelletto in gabbia.
Per cominciare anche se non avete problematiche in allevamento gradirei sapere se ci sono degli argomenti che volete approfondire e sarò ben lieto di pubblicare dei post in merito.
Auguro a tutti una buona serata,

Dr. Manuel Maschio
allora dato che ne ho occasione,volevo chiedere informazioni in merito alla cecita' negli uccelli da richiamo.grazie della risposta e saluto
 
Buonasera,mi fa molto piacere approfondire quel punto del progetto sanitario perchè rappresenta, secondo me, una serie di problematche tanto frequenti quanto facilmente gestibili. I parassiti di ogni genere sono frequentissimi nei turdidi, soprattutto se parliamo di soggetti di cattura. I parassiti più comuni che possiamo rinvenire sono quelli intestinali (coccidi, capillarie...) ma non si possono trascurare quelli cutanei (acari di vario genere), quelli polmonari e gli emoparassiti responsabili della mortalità estiva di sasselli e cesene.
I parassiti sono creature molto subdole, per loro natura tendono a trarre vantaggio dall'ospite senza evocare in questo una malattia grave(ci sono però alcune eccezioni) e pertanto sono difficili da diagnosticare partendo solo dai sintomi. Le malattie parassitarie portano ad un decadimento generalizzato degli animali che spesso si evidenzia con scarse performance, brutto piumaggio, stato di salute scadente in generale. Il decadimento rende gli animali più suscettibili ad altre malattie ed è, in genere, causa indiretta di mortalità. Per quanto riguarda le patologie di cute e piumaggio le cause più frequenti di alterazioni in questi distretti sono parassiti, squilibri nutrizionali e condizioni di allevamento non ottimali.
Delle condizioni di allevamento ottimali ho già scritto, dell'alimentazione tratterò più avanti se avrete piacere, ma ora mi farebbe piacere soffermarmi un momento sulla gestione delle malattie parassitarie. Per controllare le malattie parassitarie in allevamento sono sufficienti pochi accorgimenti, basta verificare se gli animali sono parassitati, identificare il parassita specifico ed effettuare un trattamento mirato. La cosa migliore è effettuare un prelievo di feci dei soggetti di allevamento quando quest'ultimo è "stabile" (in quel momento dell'anno in cui abbiamo finito di acquistare soggetti e abbiamo portato a casa tutti quelli assegnatici dal centro di distribuzione). Il prelievo di feci si effettua posizionando dei fogli di stagnola (o altro materiale non assorbente) sotto alle gabbie e prelevando un campione di feci fresche 4 volte nell'arco della giornata. Le feci vanno poi inserite in un contenitore (non serve sia sterile) e conservate in frigo fino alla consegna al medico veterinario (Inserendole in un contenitore preferibilmente di polistirolo assieme ad un siberino le feci possono essere spedite a mezzo posta in qualsiasi laboratorio). Con questo semplice controllo annuale si possono ottenere risultati soddisfacenti nel controllo dei parassiti e quindi nel garantire ai nostri richiami condizioni di salute ottimali.
Resto a disposizione,
Buona serata,

Dr. Manuel Maschio
 
La cecità negli uccelli da richiamo è un problema annoso e a tutt'oggi poco compreso, le cause sono state ricercate in moltissimi ambiti ma molto probabilmente si tratta di una patologia multifattoriale.Negli anni sono stati indagati i sistemi di illuminazione, l'alimentazione e forme infettive ottenendo risultati spesso discordanti e di certo poco soddisfacenti. Un tempo si pensava che una delle principali cause di cecità negli uccelli da richiamo fosse da ricercare nella pratica della chiusa o nell'utilizzo di lampadine a incandescenza per il fotoperiodo, poi si sono incolpati i neon con starter per lo sfarfallamento che producono. Certo è che tutti questi sospetti non sono mai stati confermati. E' sicuro che tutti e tre gli aspetti elencati in precedenza sono problematici per l'occhio degli uccelli e per la salute psico-fisica stessa degli animali, ma, ad oggi, non è chiaro quale sia il loro ruolo nei casi di cecità. Anche i problemi alimentari (deficit vitaminici e di altri nutrienti) possono portare a patologie oculari, e spesso la dieta dei nostri richiami non è adeguata a tutte le loro esigenze (anche se delle migliori marche), ma l'ipotesi che, da soli, gli squilibri alimentari possano portare a cecità con la frequenza riscontrata negli allevamenti fatica a stare in piedi. Esistono dei patogeni come Clamydophila psittaci che sovente causano patologie oculari, che se non trattate possono portare alla cecità gli animali. Come espresso in sintesi tutte e tre le cause principalmente indagate hanno in parte la possibilità di causare cecità nei richiami e molto probabilmente agiscono in sinergia colpendo soggetti più deboli o (è solo un'ipotesi) geneticamente predisposti come accade in alcune razze di canarino.
Il termine cecità racchiude sotto di se numerose patologie dell'occhio, che hanno come termine ultimo la perdità della vista dell'animale, quelle che più frequentemente si riscontrano sono la cataratta (opacamento del cristallino) e le forme infiammatorie di congiuntiva e cornea, il primo fenomeno una volta avviato è quasi irreversibile mentre le forme infiammatorie possono essere risolte con successo se prese per tempo. E' utile ricordare anche che spesso la cataratta colpisce taluni soggetti semplicemente per senilità in quanto i nostri richiami vivono molto più a lungo che in natura.
In definitiva cosa fare per prevenire o ridurre il rischio di cecità nei richiami?
- Curare bene l'igiene dell'ambiente di allevamento
- Preferire il fotoperiodo alla chiusa o comunque ridurre al minimo gli sbalzi luminosi (meno stressante per gli animali)
- Utilizzare sistemi di illuminazione adeguati (potenza adeguata alla stanza e assenza di "sfarfallamento")
- Integrare l'alimentazione con composti vitaminici o con frutta fresca
- Monitorare costantemente gli animali per intervenire alla comparsa dei primi sintomi di patologia oculare

In caso di sintomi evidenti occorre rivolgersi ad un medico veterinario affinchè possa essere identificato il processo patologico. Nel caso di un infezione si procederà ad identificare il patogeno e a trattarla opportunamente, nel caso di cataratta non c'è purtroppo molto da fare, ma si stanno mettendo appunto delle tecniche per risolvere chirurgicamente il problema.

Spero di esser stato esaustivo anche se molto sintetico, resto adisposizione per qualsiasi dubbio.

Buona serata,

Dr. Manuel Maschio
 
Dott.buongiorno vorrei chiderle un informazione...ho un sassello che sta mutando da un po una muta direi molto forte pero' vedo che molto lentamente si sta rimpennando abbastanza bene,il problema e' che i giorni che butta piu' penne vedo anche che sotto lascia molta cheratina non so lui come faccia ma in questi giorni gli si attappano le narici diciamo e non so come comportarmi o cosa dargli...un giorno sono riuscito a pulire le narice e mi sembra che per un po abbia funzionato,ora pero' e uscito di nuovo il problema...il sassello sta bene a vederlo mangia beve pero' lo vedo come starnutire quando si agita e vorrei sapere se ce qualcosa che posso dargli per guarirlo.Grazie
 
[h=2]Problema zampa sassello...[/h]


Ciao,
ho un sassello parecchio avanti con l'età...che ha cominciato ad avere un pò di problemi con una zampa.
In pratica, quando cambia di posizione, tende a stringere poco con le dita e l'appoggia quasi come se fosse morta..
Prendendolo però ho potuto sentire che ha ancora un pò di forza e se toccata centralmente, riesce a chiudere bene la zampa.

Premetto che è un sassello che và per l'ottava chiusa....e diverse ne aveva fatte già precedentemente che arrivasse in mano mia...però è abbastanza bravo e visto che ha appena terminato bene la muta, speravo di poterlo portare almeno alla prossima stagione di caccia.
Cosa posso fare per cercare di farlo star meglio? Esiste qualcosa da potergli dare? Tipo vitamine o qualcosa che lo faccia rinforzare un pò?
Ho notato tra l'altro che ha parecchie scaglie sulla zampa...tra poco (finita la muta e passato un pò di tempo che le penne siano ben cresciute) inizierò come sempre il trattamento, dando per un pò di tempo olio di vasellina e tintura di iodio sulle zampe per poi pulirle con cura tra una quuindicina di giorni.
Cosa mi suggerite anche per questo problema? Ho sentito che alcuni mettono alcune goccie di un prodotto sulle zampe prima di fare la pulizia....funziona? E sopratutto, potrebbe essere la causa del problema del sassello in questione?

Ciao e grazie!​
 
Buonasera, l'unico modo perchè le penne e le piume ricrescano è proprio quello di rimuoverle dal follicolo, altrimenti bisogna aspettare una nuova muta. In genere tutti i tipi di penne e piume tendono a ricrescere se rimosse, ma bisogna valutare la quantità di penne che si rimuovono, solo spiumature estese vengono riparate nell'immediato. Spiumature marginali vengono rimediate con la muta successiva. Qualora un animale spiumato stentasse a riimpiumarsi dovremo valutare attentamente la sua condizione fisica, perche un tale ritardo può, facilmente, essere segno di disagio. Occorre valutare soprattutto la dieta operando opportune integrazioni vitaminiche e minerali.
Cordiali saluti,

Dott. Manuel Maschio
chiedevo ciò perchè la scorsa stagione (agosto- settembre)mi si son pelati al collo alcuni sasselli di cui uno anche la testa e 4 cesene..solo testa e qualche copritrici delle le ali...,mi han fatto tutta la stagione così..senza nessun problema ne di canto ne di fisico..mangiavan come gli altri ..insomma tutto nella norma..ora dopo la muta son come nuovi..in 40anni mai successa una roba simile..ecco
grazie
 
[h=2]Feci liquide BOTTACCIO[/h]


Buongiorno a tutti,
premesso che ho già letto le discussioni già presenti nel forum inerenti al problema in oggetto, ed ho provato a documentarmi in merito a coccidiosi e quant'altro, avrei comunque piacere a sottoporvi il mio caso;

Ho acquistato un tordo una ventina di giorni fa e cantava come un treno, anche se non era ancora a toni elevati!
L'ho inserito in fotoperiodo e chiaramente dopo qualche giorno con il monte ore in discesa si è tranquillizzato.
Il tordo non ha mai presentato particolari segni alle feci, se non per il fatto che risultassero decisamente più contenute rispetto a quelle dei "colleghi", ma anche il tordo giovincello è di mole minore.

Ho notato invece da ieri che ha incominciato a fare delle feci piuttosto liquide e poco consistenti, ma di tinte verdastre nemmeno l'ombra, anzi, assumono tonalità piuttosto tendenti al bianco.

Il tordo ha appetito, mangia regolarmente ma beve parecchio! Inoltre imbratta in continuazione i beverini con il mangime di cui sembra essere veramente ghiotto.

Non sapendomi dare spiegazioni, vista la pulizia maniacale della stanza, umidità e temperature costanti, sono passato dal mio rivenditore, il quale mi ha detto che visti gli sbalzi termici degli ultimi giorni, per quanto graduali possano essere stati in stanza, potrebbe averne risentito in qualche modo, di non temere, ed eventualmente di procedere per qualche giorno con antibiotico (tetraciclina 20% spiraicina 10%) da diluire nel beverino con ricambio quotidiano.

A questo punto avete qualche consiglio in merito?
Qualcuno di voi ci è già passato?
Devo preoccuparmi?

Vi ringrazio tanto

Luca​

Buonasera, un calo di consistenza delle feci in un soggetto di recente introduzione in stanza può essere legato semplicemente all'alimentazione, un cambio repentino di mangime potrebbe esserne la causa. Sono da ricordare poi tutti i disturbi infettivi, le coccidiosi, problematiche batteriche e virali. Certo che da come mi vengon descritte le feci i sospetti che ho esposto sopra mi vanno in secondo piano. Feci biancastre, quindi cariche di urati, in un soggetto che beve molto mi fanno pensare ad una forma metabolica che abbia coinvolto i reni. Detto questo purtroppo senza vedere l'animale non posso avere una chiara diagnosi, il ventaglio di opzioni è variabile, e la scelta dell'intervento da mettere in atto dipende dall'individuazione precisa del problema. Trattare con degli antibiotici un soggetto con disturbi metabolici vuol dire rischiare di condannarlo a morte, viceversa non farli in corso di malattia infettiva condannerebbe comunque l'individuo. Visti i rischi che si corrono senza una diagnosi precisa, mi sento di consigliare di contattare un collega che si occupi di uccelli e possa visitare l'animale o, laddove non ce ne fossero nelle vicinanze di scrivermi in mp per prendere contatti e cercare di affrontare la situazione nel modo corretto.
Resto a disposizione
Cordiali saluti,

Dott. Manuel Maschio
 

botahv79

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Vi riporto a seguito il progetto inviatomi dal nostro utente Martin Tonetto, e lo ringrazio anticipatamente per la disponibilità prestataci.

Manuel, e' veterinario specializzato in animali non convenzionali (sopratutto uccelli) e nello studio dove lavora, con un collega, stanno avviando un progetto rivolto agli allevatori e cacciatori per la gestione sanitaria dei turdidi allevati ai fini di richiamo e a fini riproduttivi.Credo che simili inizative siano un valora aggiunto per il nostro forum, e soppratutto per tutti noi.

Ringrazio pubblicamente Manuel per la sua disponibilità, lasciando poi a lui eventuali chiarimenti in merito.



Progetto sanitario tordi e uccelli da richiamo:
(dr. Diego Cattarossi, dr. Manuel Maschio)


Caro Allevatore,
vogliamo rendervi partecipe di un progetto che è partito quest’anno per la salvaguardia e cura degli uccelli da richiamo, tordi ma non solo.
Questo progetto si è sviluppato dall’incontro nella stessa struttura del dr. Diego Cattarossi e del dr. Manuel Maschio, entrambi Veterinari che da anni si dedicano all’allevamento e cura degli uccelli ornamentali.
Abbiamo riflettuto sulla situazione tordi e richiami italiana e riteniamo che per arrivare ad un livello ottimale di igiene e gestione sanitaria razionale sia necessario intervenire su diversi fronti.
Sono molti gli allevatori che hanno una grande esperienza in questo ambito ma non sono stati aiutati ad assumere atteggiamenti di cura e di trattamenti medici moderni e convalidati di studi e ricerche scientifiche.
In altri ambiti come quelle degli uccelli da mostra (Canarini, Cardellini, Esotici, ecc.) negli ultimi anni gli allevatori si sono sforzati di apprendere nuove tecniche di gestione che prevedano anche il supporto di un veterinario.
Questi allevatori velocemente si sono resi conti che riuscivano a fare molti più soggetti e mantenerli in salute per un periodo di tempo decisamente più lungo se li curavano e li facevano seguire da un veterinario.
Nei Pappagalli l’allevamento può vantare molte meno generazioni di allevatori alle spalle ed è stato molto semplice per i neoallevatori affidarsi alle pratiche moderne e razionali di allevamento.
Quando invece si parla di tordi e richiamo la pratica del loro allevamento si perde nella notte dei tempi. Negli anni è quindi successo che si siano accumulati una grande quantità di conoscenze, nozioni, false verità e convincimenti di granitica solidità.
A questa grande quantità di informazioni abbiamo attinto tutti, sia allevatori sia veterinari, ma non bisogna dimenticare che negli ultimi anni la cura degli uccelli da gabbia ha subito una forte accelerazione rispetto a soli 10 anni fa.
Gran parte dei farmaci e dei protocolli che si usavano soli pochi anni fa adesso ci sembrano preistorici. Quasi nessuno dei prodotti medicali da banco (a libera vendita senza ricetta) formulati per la cura degli uccelli da gabbie e voliera ha
principi attivi di prima scelta o efficaci per le malattie che dicono di poter curare. Non consigliamo quindi in nessun modo “il fai da te” da parte dell’allevatore che compra da solo il prodotto medicinale e lo somministra
secondo le indicazioni del venditore.
Alcuni laboratori di esame hanno formulato test specifici per specie ornamentali, alcuni veterinari clinici forti della loro esperienza diretta nel campo hanno raccolto tutte le informazioni disponibili ed hanno poi
sperimentato nuovi protocolli, alcune ditte mangimistiche hanno sperimentato con soddisfazione diete specifiche per singoli specie di uccelli differenziate per i diversi momenti metabolici dell’anno. Non è più possibile dire che
l’allevatore è solo rispetto alla prevenzione e cura degli uccelli ornamentali, oramai ci sono sia le competenze veterinarie sia i protocolli di cura a prezzi assolutamente abbordabili per qualsiasi tasca.
Noi pensiamo che i tempi siano maturi per un salto di qualità anche nel rapporto tra allevatori e veterinari.
Bisogna collaborare scambiandosi più informazioni possibili e soprattutto senza voler sconfinare in settori di non propria competenza.
Vediamo secondo noi quali sono sinteticamente i cardini del successo in un allevamento di tordi:
- Ambientale e di allevamento (fotoperiodo, attrezzature idonee, protocolli di ingresso nuovi animali, pulizia locali, gestione del periodo riproduttivo, dimensioni gabbie e voliere, ecc.),
- Prevenzione e cura malattie infettive ed infestive (parassiti intestinali e polmonari, problemi di pelle e perdita piumaggio, cataratta e problemi di visione, mortalità improvvisa di soggetti di valore, ecc.),
- Alimentazione ed integrazioni (per riproduzione, muta e canto e prevenzione malattie carenziali o da eccesso).
- Determinazione precoce del sesso che non può essere fatta con tecniche tradizionali “di taglio” (reato penale) ma deve essere eseguita in anestesia generale gassosa tramite sessaggio endoscopico da parte di un Veterinario.
Per verificare le condizioni di allevamento, confrontarsi con gli allevatori, raccogliere i campioni e dare i consigli del caso la cosa migliore è muoversi in questo modo:
- Prima visita in allevamento con formazione dell’allevatore a raccogliere i campioni e spedirceli correttamente per le volte successive.
- Contatto continuo per telefono e mail con gli allevatori dopo la prima visita per seguirli da vicino nelle terapie e nella prevenzione delle problematiche.
- Giornate di sessaggio durante le quali si raccolgono i giovani e nuovi arrivi da sessare per separare i maschi dalle femmine.
 
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Grazie Dottore per la sua esaudiente risposta.
Volevo chiedere ancora alcune cose..
1) La pulizia che stò facendo attualmente (impachi con olio di vasellina e tintura di iodio ogni 2/3 giorni e poi dal fine settimana comincerò lentamente ed in modo molto delicato a togliere le scaglie in eccesso che ha sulle zampe..) può servire a eliminare in qualche modo, un eventuale attacco parassitario di acari?
Esistono altri trattamenti efficaci in modo da prevenire queste problematiche? Tra l'altro anche le cesene ho visto che hanno diverse "scaglie" sulle zampe..come vviene ogni anno.

Grazie mille per la disponibilità.

Daniele

Buonasera, il trattamento effettuato va bene per facilitare la rimozione delle scaglie ed ha un effetto blando sugli acari. Un trattamento più efficace è sicuramente l'applicazione di ivermectina diluita 1:9 con glicole propilenico da effettuarsi almeno tre volte consecutive a sette giorni l'una dall'altra. A lei conviene togliere le scaglie, disinfettare bene con tintura di iodio, attendere che la zampa cicatrizzi del tutto e poi fare il trattamento con ivomec.
Resto a disposizione,
cordiali saluti,
Dott. Manuel Maschio

- - - Aggiornato - - -

Buonasera dottore, innanzi tutto la ringrazio per la sua grande disponibilità, vorrei avere delle delucidazioni in merito all'ivomec. Il mio vterinario me ne dette 1 cm cubo l'anno scorso in questo periodo, in una siringa dicendomi che sarebbe durato a lungo, ne ho usato un pò diluito 1/9 con glicerolo e me ne è avanzato molto che ho tenuto nella siringa in frigorifero per un anno. Posso considerarlo ancora buono o devo cambiarlo?
Seconda domanda: L'anno scorso ne detti un poco sulle zampe con un pennellino da pittore, ottenendo un effetto miracoloso sulle scaglie, soprattutto dei sasselli e dei bottacci, un pò meno sulle cesene e sui merli, quest'anno vorrei ripetere l'operazione e volevo chiederle se, dato in piccolissima dose anche sulla pelle, può aiutare a prevenire anche i parassiti interni e quelli della pelle. In caso affermativo, in che punto è meglio applicarlo?

La ringrazio e la saluto cordialmente..

Buonasera, per mia regola in genere consiglio sempre di buttare i farmaci che hanno raggiunto l'anno perchè il calo di efficacia è notevole. Detto questo l'ivermectina così diluita è un ottimo antiparassitario da usare sulle zampe ed anche sugli animali in toto. Generalmente la uso un po' come gli antipulci per i cani, ne applico cioè una goccia o due sul dorso tra le ali avendo cura di soffiare le piume di modo che vada diretta sulla pelle. Il tarttamento da ripetere almeno due volte l'anno sia sugli uccelli che sulle zampe prevede tre applicazioni consecutive a sette giorni l'una dall'altra ed è efficace contro gli acari della cute e delle penne. In queste dosi e modalità l'ho utilizzato su molte specie di uccelli senza alcun effetto avverso.
Resto a disposizione,
cordiali saluti,

Dott. Manuel Maschio
 
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