Lo storno è una cosa, il fringuello è una altra, sia in ottica EUROPEA che mediatica.
Gli italiani NON sopportano, causa le degenerazioni sparatutto degli anni 80 (cui anche io ho fatto parte), la fucileria astrusa e agli uccellini (io sono figlio di capannista e ho gestito richiami che comprendevano allora lugarini, valzerini, verdoni, cardellini, peppole, fringuelli montani, passeri di ogni tipo e ..... fringuelli x portarli al "Francesco mio", così come andavo alle spollarate dei passeri e tiravo migliaia di cartuccie anno).
NON posso fare una cronistoria "politica" che ho vissuto anche con impegno personale sul tema, decenni fa ormai - vedasi legge 92-, ma occorre cambiare mentalità anche rispetto alle tradizioni e guardare x DIFENDERE LA NS. PASSIONE TUTTI INSIEME nella sua GLOBALITà ad interessi MENO PERSONALI e PIù di CATEGORIA.
Io NON caccio nessuno delle 2 specie, ma x lo storno io battaglierei senza quartiere contro verdi e politici e ci sarebbe da guerreggiare convintamente come AAVV molto più di quanto si stia facendo, ben supportati sia a livello scientifico che venatorio ed agricolo, ben conscio che la specie fa danni in città ed in agricoltura ed i cittadini normali - NON cacciatori - li considerano, come i piccioni, i cinghiali, ecc. animali che fanno danni e sporcano, e li vorrebbero veder quantomeno ridotti ..... .
Il fringuello NON ha spazi culturali di cacciabilità nel 2013, se NON in zone ristrette e con modalità solo tradizionali e limitate.
Le modalità di caccia e sparo sul fringuello poi sarebbero determinanti xchè stanzialisti-cinofili, beccacciai-cinghialai, selettori, waterfowlers, cacciatori da prato ..... NON vogliono casino e fuochi selvaggi e rumori ripetuti, ergo la maggioranza anche venatoria è CONTRARIA nel 2013.
Piantiamocelo nella testa: la battaglia sul fringuello NON inizierà MAI, nemmeno ha senso iniziarla xchè IMPOSSIBILE in partenza.
Poi esistono le idee e convinzioni personali, giuste e legittime, che rispetto anche con affetto, da cui sono transitato anche io, ma che restano soggettive e minoritarie, ma anche che dovrebbero evolversi nel tempo e che oggi NON hanno NESSUNO spazio nè in termini di normativa europea, nè di possibilità pragmatica di successo nazionale, nè di maggioranza di opinione tra i cacciatori ..... .
Occorre realismo e concretezza, avendo sempre meno forza numerica di categoria e politica conseguente.