Passo: gli svernanti si fanno attendere
ANUUNonostante siamo a novembre, è ancora utile ricordare che il mese di ottobre, che dovrebbe rappresentare il periodo clou della migrazione post-nuziale, è stato negativo con le sue 14 giornate nuvolose, 13 di pioggia e solamente 4 con il sole.
Questa situazione anomala ha influenzato anche la prima decade di novembre, ad eccezione delle giornate del 7 e 8 che hanno fatto sperare in un miglioramento non ancora avvenuto. Anche la costa Atlantica della Francia, verso il Portogallo, e la Grecia sono state influenzate da questa situazione, nonostante abbiano visto nei mesi precedenti una migrazione più positiva rispetto al nord Italia che, probabilmente, ha influenzato le correnti migratorie passanti nelle sue zone a deviare il loro percorso.
All’Osservatorio Ornitologico di Arosio della FEIN, nella settimana appena conclusa, si sono viste le prime Cesene imbrancate coi Tordi sasselli, questi ultimi registrati nella norma, oltre alla comparsa dello Zigolo giallo, emberizide poco frequente alla stazione, di cui l’ultima cattura si segnala nel 2011. Giungono notizie dai centri di cattura per presicci della provincia di Bergamo della cattura di solo 32 Cesene. Poca cosa se si considerano queste prime osservazioni sulle specie che dovrebbero poi svernare sui territori in esame.
I migratori del grande nord si fanno attendere o, perlomeno, sono presenti in numero ancora insufficiente. Va sottolineato che con il cielo coperto senza la pioggia, la discreta visibilità, e con la temperatura ancora alta, grossi numeri di svernanti sono difficili da osservare. Ecco, quindi, che presso le zone acquatiche sono presenti solitamente solo Germani reali e Svassi maggiori.
Tornando ai passeriformi si registra ancora la scarsità numerica della Peppola, del Lucherino e del Frosone. Per la Beccaccia si segnalano discrete osservazioni nel centro-sud Italia, mentre per il Colombaccio c’è stata una leggera diminuzione del movimento migratorio.
Sotto la norma ancora Merli e, tra i più piccoli, i Regoli. Nonostante questa situazione, i vari appassionati non demordono e sono sempre pronti ad accogliere le varie specie che, se le temperature diminuiranno dando spazio al grande freddo, dovrebbero comparire nei vari territori.
Si ricorda quindi, a coloro che sono sul campo, la compilazione delle schede riguardanti l’analisi delle ali dei tordi e la scheda internazionale AECT sulla raccolta dei dati di abbattimento dei turdidi cacciabili nel Bacino del Mediterraneo al fine di ottimizzare sempre di più l’analisi dello status di queste specie viventi stabilmente o temporaneamente nei territori europei, e in quello italiano in particolare.
Anuu