nicolino.jognaprat

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Tutti gli organismi viventi necessitano di uno scambio di materie ed energia con l’ambiente: nell’ambito della fondamentale funzione biologica della nutrizione, essi si alimentano, assumono i principi nutritivi necessari alle proprie funzioni vitali ed espellono i rifiuti. L’alimentazione, quindi, indispensabile alla sopravvivenza degli esseri viventi, viene stimolata e diretta da forti ed incontenibili funzioni come la fame e la sete, che sono istinti primari ad alto valore di sopravvivenza, come osservò Konrad Lorenz. Gli uccelli, per quanto attiene all’alimentazione, presentano una grande varietà di adattamenti all’ambiente. Ciascuna delle 8.600 specie che compongono la Classe degli uccelli si è adattata ad una gamma specifica di alimenti. Anche le specie strettamente affini adottano regimi alimentari differenti, hanno nicchie trofiche separate per ridurre la competizione interspecifica. Queste variano durante l’anno in relazione alla disponibilità delle essenze alimentari prodotte dall’ecosistema. La letteratura, in questa materia, è molto carente e caratterizzata da aspetti e valori approssimativi, poco attendibili. Non esiste, nel nostro Paese, un trattato coordinato e funzionale che riunisca le nozioni fondamentali scientifiche alla pratica dell’alimentazione. Alla luce di quanto sopra, la nutrizione degli uccelli può essere considerata come la madre di tutte le difficoltà. Anche, oggigiorno, presenta difficoltà dagli aspetti insolubili, zone oscure inesplicabili che non consentono la formazione nutrizionisti con adeguate conoscenze di carattere scientifico. Nonostante ciò, nel suo lento procedere, aveva raggiunto livelli discreti che, con gli accorgimenti del caso, permettevano di soddisfare le esigenze degli uccelli. Dopo l’entrata in vigore della cosiddetta “legge della mucca pazza”, i mangimi degli uccelli sono stati sconvolti a causa della sostituzione di gran parte delle proteine animali con quelle vegetali, compiendo una sconcertante improprietà biologica, incompatibile con la natura degli uccelli. All’inizio degli anni 90, spinto dalle nominate difficoltà nutrizionali, ho collaborato con la ditta Prevedello nella preparazione di un mangime specifico per l’imbecco dei nidiacei. Detto mangimificio, diretto da un ottimo nutrizionista, nel giro di una settimana, realizzò un alimento ottimo sotto ogni punto di vista. Ho operato con la citata ditta per diversi anni, sino a quando sono stati prodotti dei mangimi bilanciati, idonei a soddisfare le esigenze delle principali fasi fisiologiche degli onnivori. I risultati, sorprendenti, mi appassionarono e mi fecero comprendere quanto fosse utile, per la qualità degli alimenti, collaborare con i produttori. La maggior parte di essi, per comprensibili motivi, non gradiscono avvalersi di personale estraneo ed investire nell’ambito dei mangimi in argomento. Nonostante ciò, seppure con notevoli difficoltà, ho avuto l’opportunità di collaborare per diversi anni con altre tre aziende, sino quando compresi che l’emergenza mangimi era del tutto superata. In tempi successivi, ho ricevuto insistenti segnalazioni riguardanti la mancanza di un alimento bilanciato e adatto alla alimentazione degli uccelli prettamente insettivori ed alla fase nella quale quelli onnivori si nutrono principalmente con insetti. Ho sempre attribuito grande importanza alle nominate richieste ma, allora, non avevo le conoscenze adeguate per dare una risposta esaustiva alle legittime aspettative. In seguito, leggendo, ho appreso che è scientificamente acclarato da esperti entomologi ed ornitologi come il Roeser e il Bergier che gran parte degli insetti siano composti da valori proteici superiori a quelli dei grassi e dei carboidrati, pressoché nulli. Per questi motivi, si è concluso che gli uccelli insettivori trasformano biologicamente parte delle proteine in carboidrati e, allo stato di naturale libertà, assumono, in adeguate quantità, essenze ricche di glucidi per soddisfare i fabbisogni nutritivi. Quest’ultima ipotesi viene avvalorata dalla cosiddetta legge di Scott secondo la quale esiste una stretta relazione tra la quantità giornaliera di cibo e l’energia metabolizzabile. In relazione a quanto esposto, mi sono impegnato nel preparare una proposta innovativa volta a soddisfare le peculiari esigenze degli uccelli insettivori per metterla a disposizione di tutti coloro che fossero interessati ad utilizzarla in tutto o in parte. La soluzione è composta da tre prospetti: il primo prevede l’impiego della farina di carne, il secondo la esclude perché molti produttori, per la citata legge, non possono utilizzare detto componente, ed il terzo riporta l’integrazione vitaminica e minerale. La materia, vasta e complessa e la conclusione di eminenti studiosi in ordine alla trasformazione delle proteine in carboidrati potrebbero promuovere numerose ed animate discussioni, eccezionale opportunità per migliorare l’innovazione in argomento e favorirne l’utilizzo da parte di capannisti, allevatori e produttori.

Allegati n. 3 prospetti

Nicolino Jogna Prat

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