Bigrillo

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Gaston Chérau, le grand romancier nous conseille :

Palombe all’Armagnac, alla niortese. (Niort, città della guascogna)

Palombe giovani d’annata, ben spiumate, eviscerate, pulite pronte per la cottura. Preparare un impasto con strutto, mollica di pane, se ne abbiamo un po’ di tartufo nero per profumare, una punta di aglio, prezzemolo, noce moscata, erba cipollina, sale e pepe. Tutto ben amalgamato! Introdurre in ciascun uccello una cucchiaiata di impasto, chiudere con stuzzicadenti o cucire. Accomodarli su uno spiedo.
Adesso viene il bello! Entra in scena Il “cornet du diable” ovvero un simil corno in ferro con la punta forata, saldato ad un manico che viene messo ad arroventare sulla fiamma, intanto le palombe si cuociono, quando è ben scaldato, rovente, si mette un pezzo di lardo fresco all’interno che sciogliendosi e friggendo lascerà cadere gocce di grasso incandescente sulle carni delle palombe, insaporendole ulteriormente.
Tolte dallo spiedo, messe su un vassoio irroratele con un cucchiaio d’armagnac per palomba e fiammatele “flambee” a fiamma estinta servite caldissime.
Leggendo la ricetta mi è venuto alla mente mio Nonno Umbro Gran Cacciatore! Lui preparava colombi, pollo, coniglio alla brace e li “pillottava” per me ragazzino era divertente vedere quelle gocce accese di lardo cadere sulle carni ad insaporirle, mio nonno usava mettere una fetta di lardo nella carta paglia (quella giallina) dava fuoco alla carta e…. grasso che colava incandescente, bello da vedere. I guasconi della città di Niort hanno uno strumento apposito ma credo che il risultato sia lo stesso, interessante sarebbe sapere chi ha imparato da chi! Ai posteri l’ardua sentenza!
 
Gaston Chérau, le grand romancier nous conseille :

Palombe all’Armagnac, alla niortese. (Niort, città della guascogna)

Palombe giovani d’annata, ben spiumate, eviscerate, pulite pronte per la cottura. Preparare un impasto con strutto, mollica di pane, se ne abbiamo un po’ di tartufo nero per profumare, una punta di aglio, prezzemolo, noce moscata, erba cipollina, sale e pepe. Tutto ben amalgamato! Introdurre in ciascun uccello una cucchiaiata di impasto, chiudere con stuzzicadenti o cucire. Accomodarli su uno spiedo.
Adesso viene il bello! Entra in scena Il “cornet du diable” ovvero un simil corno in ferro con la punta forata, saldato ad un manico che viene messo ad arroventare sulla fiamma, intanto le palombe si cuociono, quando è ben scaldato, rovente, si mette un pezzo di lardo fresco all’interno che sciogliendosi e friggendo lascerà cadere gocce di grasso incandescente sulle carni delle palombe, insaporendole ulteriormente.
Tolte dallo spiedo, messe su un vassoio irroratele con un cucchiaio d’armagnac per palomba e fiammatele “flambee” a fiamma estinta servite caldissime.
Leggendo la ricetta mi è venuto alla mente mio Nonno Umbro Gran Cacciatore! Lui preparava colombi, pollo, coniglio alla brace e li “pillottava” per me ragazzino era divertente vedere quelle gocce accese di lardo cadere sulle carni ad insaporirle, mio nonno usava mettere una fetta di lardo nella carta paglia (quella giallina) dava fuoco alla carta e…. grasso che colava incandescente, bello da vedere. I guasconi della città di Niort hanno uno strumento apposito ma credo che il risultato sia lo stesso, interessante sarebbe sapere chi ha imparato da chi! Ai posteri l’ardua sentenza!


caro Claudio,
mio nonno paterno, umbro, faceva come il tuo, nello spiedo c'erano piccioni, agnello e capretto, giusto per accontentare tutti i gusti, dolciastri e non,
non e' stato un gran cacciatore, ma solo perche' la guerra in russia e il congelamento gli avevano ridotto in malomodo le gambe,
ma l' arrosto, lo sapeva fare eccome;)
ti meriti sempre un abbraccio e un vaffanc......il primo per affetto il secondo perche fai sempre tornare in mente ricordi, che ormai tali rimarranno.......
 
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