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[h=1]PEPERONCINO.jpgSALUTE 24
Buono non solo per il
palato: il peperoncino
fa bene al fegato[/h] [h=2]Migliora i danni a carico di quest'organo e previene lo sviluppo di alcune patologie, tra cui la fibrosi epatica[/h] Il peperoncino fa bene alla salute del fegato: il merito sembrerebbe essere tutto della capsaicina, la sostanza in esso presente e che gli conferisce il particolare sapore piccante. La notizia arriva da uno studio presentato a Vienna nel corso dell'International Liver Congress 2015, da cui emerge che il consumo giornaliero di capsaicina è in grado di ridurre l'attivazione delle cellule stellate epatiche, il particolare tipo di cellule coinvolte nello sviluppo di diverse patologie del fegato tra cui la fibrosi epatica, caratterizzata dalla formazione di tessuto cicatriziale in risposta al danno epatico.


I topi su cui è stato condotto lo studio sono stati divisi in due gruppi. Il topi del primo gruppo hanno ricevuto la capsaicina mescolata al loro cibo abituale dopo essere stati sottoposti per tre giorni alla legatura del dotto biliare principale, condizione che comporta un accumulo di bile e aumenta il rischio di sviluppare la fibrosi epatica; i topolini del secondo gruppo hanno invece consumato la capsaicina nella loro dieta quotidiana prima e durante l'esposizione cronica al tetracloruro di carbonio, composto inorganico noto per essere tra i più potenti agenti epatotossici. Ebbene, dallo studio è emerso che nei topi del primo gruppo la capsaicina è stata in grado di migliorare in parte i danni al fegato causati dalla legatura del dotto biliare principale e di inibire un'ulteriore progressione delle lesioni, mentre nei topi del secondo gruppo si è dimostrata capace di prevenire lo sviluppo della fibrosi epatica dovuto all'esposizione al tetracloruro di carbonio, anche se non è stata capace di ridurre i livelli di fibrosi una volta che la malattia si era già sviluppata.

Questi risultati, spiegano i ricercatori che hanno portato avanti lo studio, supportano la necessità di effettuare ulteriori indagini sulla capsaicina come agente preventivo e curativo nei confronti di diverse patologie a carico del fegato, tra cui la fibrosi.

di m.c. (27/04/2015)


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[h=1]Dal peperoncino
un nuovo alleato contro l'obesità[/h] [h=2]Con una dieta più piccante si bruciano più grassi[/h] Capsaicina. Chi vorrebbe dimagrire dovrebbe non dimenticare questa parola: il principio attivo contenuto nel peperoncino potrebbe infatti aiutare a prevenire l'aumento di peso. Secondo una ricerca dell'Università del Wyoming, negli Stati Uniti, il consumo di peperoncino, associato a una dieta ricca di grassi, riequilibra il metabolismo facendo bruciare più calorie.

Secondo l'Organizzazione mondiale della Sanità, al mondo tre persone su dieci sono obese o in sovrappeso. L'obesità è determinata da uno squilibrio nel metabolismo: si bruciano meno calorie di quante se ne assumono per colpa di un'alimentazione ricca di grassi e praticando poca attività fisica. Nell'organismo esistono due tipi di lipidi: il grasso bianco, che fornisce energia, e quello bruno che, bruciando, produce 'calore' (termogenesi). Nell'ipotesi avanzata dai ricercatori la capsaicina, trasformando il grasso bianco in bruno, stimola la termogenesi: la produzione di calore quindi argina l'accumulo di grasso e previene l'obesità.

La ricerca è stata condotta sui topi da laboratorio, divisi in due gruppi: a entrambi è stata somministrata la stessa quantità di calorie, ma solo in un caso la dieta è stata integrata con il peperoncino. Le cavie con l'alimentazione più piccante tendevano a guadagnare meno peso grazie all'effetto della capsaicina.


di Vito Miraglia (11/02/2015)
 
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