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LO SAPEVI CHE...?
LE FAVE
Si narra che - tra i legumi - le fave siano le meno caloriche in assoluto; come per le lenticchie ed i fagioli, anche le fave hanno acquisito un ruolo da protagonista nei tempi antichi come cibo dei poveri per eccellenza, considerato il loro scarso costo e la semplice reperibilità.
La pianta delle fave è originaria dell'Asia Minore e da secoli viene ampiamente coltivata per l'alimentazione umana ed animale (foraggio).
Attualmente, le fave sono largamente consumate nelle tavole italiane, in particolare nelle regioni pugliesi, sicule e sarde.

Le fave appartengono alla famiglia delle Fabaceae: trattasi di una pianta erbacea annua, in grado di raggiungere i 70-140 centimetri in altezza. La pianta presenta un fusto eretto e grosso, a sezione quadrangolare e molto ramificato alla base; la radice è fittonante e mostra numerose ramificazioni. La crescita della pianta delle fave è ascrivibile a quella di un fagiolo verde gigante, dal baccello carnoso e cilindrico.
Usi alimentari
Le fave possono essere consumate cotte o crude, e sono vendute sia secche, sia fresche.
Dopo aver tolto il tegumento che avvolge le fave, queste possono essere essiccate, dunque conservate per tempi più lunghi rispetto a quelle fresche. Le fave secche private del tegumento non richiedono tempi di ammollo preventivo, tipico di fagioli o lenticchie secche: vengono infatti tuffate nell'acqua bollente direttamente, oppure cucinate a vapore. Il risultato finale è una sorta di purè, ottimo accompagnamento per verdure dal retrogusto amarognolo (es. cicoria). Le fave secche con il tegumento, a differenza delle precedenti, richiedono alcune ore di ammollo prima della cottura.
Le fave fresche possono essere consumate al naturale o utilizzate insieme a pane, salumi o formaggi.
In commercio sono molto vendute le fave in scatola e quelle surgelate, chiaramente molto più pratiche rispetto a quelle secche.
Principi nutritivi e proprietà

Rispetto ai fagioli, le fave sono qualitativamente superiori in termini proteici (anche se quantitativamente inferiori): questi legumi contengono, all'incirca, il 5% di proteine, il 5% di fibre, il 4,5% di carboidrati e pochissimi grassi (0,4%); il restante 84 % è costituito da acqua.
Le fave sono ricche di ferro, potassio, magnesio, rame, selenio e moltissime vitamine, soprattutto acido ascorbico: è doveroso ricordare che con la cottura delle fave, come peraltro per tutti i legumi, la maggior parte delle vitamine e dei sali minerali viene perduta. Anche il processo dell'essiccazione altera la componente vitaminica e minerale. Per la ricchezza in ferro, sembra che il consumo di fave sia utile per contrastare l'anemia.
Le foglie essiccate di fave sono sfruttate in erboristeria come rimedio naturale per stimolare la diuresi.

Le fave sono potenziali nemici del sistema immunitario: in soggetti sensibili e predisposti , il consumo di fave può scatenare una reazione allergica che, nei casi più gravi, può indurre il coma. In genere, le allergie sono provocate dal consumo di fave crude: infatti, la cottura ne riduce il rischio.
Le fave non dovrebbero essere consumate in concomitanza di farmaci inibitori delle monoaminossidasi (IMAO): la levodopa, contenuta nelle fave viene convertita in dopamina nell'organismo. L'associazione di fave con dopamina - un'amina vasoattiva - può provocare crisi ipotensive di varia entità, talvolta mortali.
Nei soggetti sensibili e predisposti, il consumo di fave (e di altre particolari sostanze, quali farmaci analgesici, salicilati, alcuni chemioterapici ecc.), seppur minimo, scatena una cascata di reazioni nell'organismo che inevitabilmente conducono all'emolisi acuta con ittero. Il favismo è una patologia ereditaria in cui il soggetto affetto registra la mancanza dell'enzima G6PD, implicato nella via biogenetica dei pentoso-fosfati.

Soprattutto in questi ultimi anni, le fave sono sempre più richieste perché è divulgata e propagandata una notizia apparentemente miracolosa: le fave sono una fonte di levodopa, farmaco d'elezione nella lotta contro il morbo di Parkinson.
Effettivamente, è stato dimostrato che l'intera pianta di fave (foglie, fusto, baccello, semi) contiene levodopa: ciò che si deve tenere in considerazione, è che la quantità di sostanza varia moltissimo da specie a specie, dalle caratteristiche del terreno, dai fattori ambientali, ecc.
Ad ogni modo, non ci sono studi attendibili né dimostrazioni inconfutabili sull'effetto della levodopa contenuta nelle fave nel trattamento del Parkinson. Tuttavia, sta di fatto che alcuni pazienti malati di questa grave malattia neurodegenerativa hanno ottenuto buoni risultati in seguito al consumo frequente e regolare di fave. Altri autori sono fiduciosi e speranzosi: essi ritengono, infatti, che i semi non contengano solamente levodopa, ma anche altre sostanze in grado di potenziarne l'effetto.
Ciò che la Scienza non riesce a capire è il motivo per cui solo alcuni pazienti rispondano in modo positivo alla “cura” con le fave; per altri, infatti, l'effetto è pressoché vano.
Ad ogni modo, in caso di morbo di Parkinson, è sempre indispensabile il parere del medico prima di intraprendere una dieta ricca in fave.

tratto da My Personaltrainer.it



canestrato.jpg

le prime fave tenere le ho mangiate col canestrato



 
Caro Suzi, mi fai ricordare quando ragazzino andavo con mio cognato a quaglie in primavera, a metà mattina c'era il rito dello spuntino, legati i cani provvedevamo a raccogliere una manciata di fave e piselli, che accompagnavamo con un pezzo di formaggio, un tocco di pane nero (grano di Tumminia) e un sorso di vino.
Che bei tempi, che spensieratezza, che gioia osservare la campagna nelle sue mille sfumature di colori pastello.
Grazie, con i tuoi suggerimenti fai ricollegare le mie "sinapsi" e quindi la memoria ripercorre i tempi andati.
Con Amicizia
piero
 
Caro Suzi, mi fai ricordare quando ragazzino andavo con mio cognato a quaglie in primavera, a metà mattina c'era il rito dello spuntino, legati i cani provvedevamo a raccogliere una manciata di fave e piselli, che accompagnavamo con un pezzo di formaggio, un tocco di pane nero (grano di Tumminia) e un sorso di vino.
Che bei tempi, che spensieratezza, che gioia osservare la campagna nelle sue mille sfumature di colori pastello.
Grazie, con i tuoi suggerimenti fai ricollegare le mie "sinapsi" e quindi la memoria ripercorre i tempi andati.
Con Amicizia
piero

piero peccato la distanza che ci impedisce....se fossi vicino, te li riporterei a viva gola....h.d.t......suzi........
 
Mario....visto che le fave hanno tutte queste proprietà.....traducimi questa: NON CAPISCI NA FAVA!

Se posso mi cimento anch'io nel risolvere il rebus, quindi; con una sola fava non ottieni l'effetto sperato, allora bisogna mangiarne tante, per capire quello che chiede uno stolto.
Con simpatia
piero
 
NON CAPISCI UNA FAVA=NON CAPISCI UN KAISER....NON CAPISCI UNA MAZZA...dovrebbe essere questo il significato................h.d.t...........suzi........

p.s. quanto mi dai x la traduzione?
 
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