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[h=2]Banana frutto dei sapienti[/h]

da taccuini sorici.it

Alla banana, considerata il cibo dei pensatori, venne attribuito il nome botanico di “Musa sapientum” da Linneo nel XVIII sec.
Questo frutto, che vanta una storia lunghissima e compare per la prima volta in un testo del canone buddistico del 600 a.C., conobbe una lenta diffusione nel mondo a causa della sua deperibilità.
Presente in Madagascar e Uganda fin dal 500 a.C., Greci e Romani seppero della sua esistenza solo grazie alla spedizione di Alessandro Magno in India (326 a.C.).
Il banano raggiunse diversi secoli dopo l’Africa orientale e le coste occidentali grazie agli arabi, presso i quali veniva menzionata dai medici per le proprietà terapeutiche.
Pressoché sconosciuta nell’Europa medievale, nonostante piante di questo genere si trovassero in Sicilia, i frutti erano noti solo attraverso i racconti di mercanti, crociati e pellegrini. Un frate francescano al ritorno dalla Terrasanta scrisse:
“chiamasi questo gentil frutto Musa, perciò che veramente è cosa degna delle Muse, o veramente perché le Muse usano tale cibo; questo è quel frutto che Adamo mangiò nel Paradiso”.
L’identificazione della musa come frutto del peccato, anche per la forma fallica, comportò una sua connotazione afrodisiaca già citata nel codice miniato trecentesco Tacuinum Sanitatis.
Durante il XVI secolo, i portoghesi incontrarono questo strano fico, di soave profumo e bontà, lungo la via per le Indie e ne introdussero la coltivazione nelle Canarie, da dove poi gli spagnoli la portarono nelle Americhe.
L’origine del termine banana avrebbe varie interpretazioni. Secondo alcuni deriverebbe da una parola araba dal significato di “dito”, per altri proverrebbe da una lingua indigena della Guinea, mentre Clusio riferisce che ai suoi tempi (metà Cinquecento), a Lisbona quella pianta era chiamata “figura Bananes” cioè “fico proveniente da Banane”, località africana non meglio identificata.
Una superstizione sosteneva che le banane facessero avverare i desideri: bastava esprimerne uno, strapparne un pezzo dalla parte del gambo e se veniva un segno a forma di Y, il desiderio si avverava.
Questo frutto, il secondo più diffuso al mondo dopo la mela, si sviluppa anche senza che il fiore sia stato fecondato, e per ciò non contiene semi. Ricco di vitamine, potassio, calcio, fosforo e ferro, favorisce il buon funzionamento dei muscoli. Nella medicina popolare dei paesi tropicali tutta la pianta, dalla corteccia ai frutti, è considerata risorsa preziosa
 
Vi consiglierei di comprarle sempre almeno due........così di una ne potete sentire il gusto!!!!!!!!!!!!!
A parte gli scherzi...dicono che non troppo mature ( quindi comn la buccia più verde e fibrosa ) siano di aiuto x andar di corpo!
 
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