curiosita' sulla pasta........sempre i primi siamo....noi italiani.......

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[h=2]Troccoli e cavatelli pugliesi
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da taccuini storici.it

Da sempre granaio d’Italia, la Puglia riserva un posto speciale alla pasta fatta in casa. L’impasto di semola e acqua, declinato in mille formati dai nomi arcaici ed evocativi, viene lavorato a mano con strumenti che conservano intatta la memoria di riti e tradizioni ancora vitali. Forte di una cultura gastronomica essenzialmente legata ad un’economia di pescatori e contadini, la pasta pugliese nasce per sposarsi ai sapori genuini della terra e del mare: riservati ai giorni di festa i ragù di carne (sia ovina che bovina), mentre sono infinite le varianti che vedono la pasta abbinata quotidianamente a verdure e legumi. L’esempio più noto? Le orecchiette, la cui cavità ottenuta con l’abile colpo del pollice, sembra nata per trattenere il gusto amarognolo delle cime di rapa. Sempre fra i condimenti non dobbiamo dimenticare quelli a base di pomodoro insaporiti dal diavolicchio (peperoncino).
Oltre alle orecchiette, altre specialità di pasta pugliese che meritano una particolare menzione sono:
-trie (tagliatelle), lagane, “laganelle” (lasagne), che nel Salento vengono fatte solo con semola di grano duro e acqua (senza uovo). Le trie formano insieme ai ciceri (ceci) una ministre di antichissimo lignaggio;
-“cavatelli”, gnocchetti di pasta di semola allungati, appartenenti alla stessa famiglia delle orecchiette, cioè la pasta “strascinata”;
-“maccheroncini”, sia corti che lunghi, fanno parte della tradizione della pasta lavorata col ferretto;
-“troccoli”, rustici tagliolini a sezione ovale di grana ruvida adatta a condimenti robusti. Devono il proprio nome allo speciale utensile con il quale si tagliano, un matterello munito di lame circolari chiamate “troccolo”, diretto discendente del ferro da maccheroncini cinquecentesco.
 
[h=2]troccoli e cavatelli pugliesi
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da taccuini storici.it

da sempre granaio d’italia, la puglia riserva un posto speciale alla pasta fatta in casa. L’impasto di semola e acqua, declinato in mille formati dai nomi arcaici ed evocativi, viene lavorato a mano con strumenti che conservano intatta la memoria di riti e tradizioni ancora vitali. Forte di una cultura gastronomica essenzialmente legata ad un’economia di pescatori e contadini, la pasta pugliese nasce per sposarsi ai sapori genuini della terra e del mare: Riservati ai giorni di festa i ragù di carne (sia ovina che bovina), mentre sono infinite le varianti che vedono la pasta abbinata quotidianamente a verdure e legumi. L’esempio più noto? Le orecchiette, la cui cavità ottenuta con l’abile colpo del pollice, sembra nata per trattenere il gusto amarognolo delle cime di rapa. Sempre fra i condimenti non dobbiamo dimenticare quelli a base di pomodoro insaporiti dal diavolicchio (peperoncino).
Oltre alle orecchiette, altre specialità di pasta pugliese che meritano una particolare menzione sono:
-trie (tagliatelle), lagane, “laganelle” (lasagne), che nel salento vengono fatte solo con semola di grano duro e acqua (senza uovo). Le trie formano insieme ai ciceri (ceci) una ministre di antichissimo lignaggio;
-“cavatelli”, gnocchetti di pasta di semola allungati, appartenenti alla stessa famiglia delle orecchiette, cioè la pasta “strascinata”;
-“maccheroncini”, sia corti che lunghi, fanno parte della tradizione della pasta lavorata col ferretto;
-“troccoli”, rustici tagliolini a sezione ovale di grana ruvida adatta a condimenti robusti. Devono il proprio nome allo speciale utensile con il quale si tagliano, un matterello munito di lame circolari chiamate “troccolo”, diretto discendente del ferro da maccheroncini cinquecentesco.






questa pasta e' ottima ne vado matto mio suocero e' della basilicata e in estate faccio il pieno ad un mulino che sta' in paese poi cucinate con il pomodoro fresco e' sublime h.d.v.t.
 
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