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Daucus carota



Curiosità: Antenata della carota commestibile era conosciuta sin dall'antichità. Poche sono le notizie storiche della pianta, ma è noto che greci, latini, slavi e germani, l'apprezzavano soprattutto per il profumo aromatico.
La troviamo raffigurata negli affreschi di Pompei e Plinio la cita per le proprietà cicatrizzanti, diuretiche e stimolatrice dell'apparato gastrico. Le carote "antiche" non dobbiamo immaginarle come quelle che siamo abituati a vedere oggi: in epoca romana erano sottili e nodose, il gusto era acre il cuore biancastro, il colore violaceo e la consistenza..... si legge: “dura come pietra”. Non la si trova nominata nei ricettari del Rinascimento, ove se ne consigliavano i fiori per preparare una tisana contro l'epilessia.
Mentre il fittone radicale della carota selvatica è legnoso, sottile e di odore sgradevole, quello che consumiamo oggi fu selezionato nel XVI secolo, si ingrossa ed è ricchissimo di caroteni.
La denominazione di specie “carota” si trova usata già nel 2° - 3° secolo d.C. da Autori che ne spiegavano l'uso in cucina. In Inghilterra, durante il regno di Giacomo I, si instaurò fra le dame la moda di adornarsi i capelli con rami fioriti di carota selvatica.
Diverse sono le leggende che riguardano questa pianta: si riteneva che un fiore di carota, raccolto nelle notti di luna piena, servisse a curare l'epilessia, oppure che aiutasse il concepimento: per favorirlo era necessario bere un bicchiere di vino, nel quale fossero stati bolliti i fiori della pianta. Probabilmente a causa della sua forma, era considerata afrodisiaca e atta a curare l'impotenza maschile.











 

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