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[h=2]Limone Femminello del Gargano Igp[/h]

Il Limone Femminello del Gargano IGP presenta una forma sferoidale o ellittica. Unico per genuinità e per aromaticità dei profumi, si caratterizza per la scorza tenera e l’alta percentuale di succo. Può essere “a scorza gentile” (lustrino) o “oblungo”. Il primo ha la buccia particolarmente liscia e di spessore sottile, colore giallo chiaro, ed un peso non inferiore ad 80 grammi; il secondo presenta invece una buccia di spessore medio, più o meno liscia, colore citrino intenso, ed un peso non inferiore a 100 grammi.
La superficie interessata alla produzione del Limone Femminello del Gargano IGP è storicamente identificata come “Giardini d’agrumi del Gargano”. I limoneti sono maggiormente legati alla fascia più prossima al mare ed interessano gli agrumeti del territorio di cui al paragrafo “Caratteristiche della zona di produzione”.

La tradizione agrumaria dei comuni interessati è frutto di una ormai ultra secolare pratica che, almeno dalle fonti storiche disponibili, era fiorente già nel XI secolo. In un documento (Leone d’Ostia), si narra di come nel 1003 Melo, principe di Bari, incontratosi con alcuni pellegrini normanni nell’atrio della Basilica dell’Arcangelo sul Gargano, li invogliò alla conquista delle Puglie. E, per dar loro prova della ricchezza e della feracità di quei luoghi, spedì in Normandia una certa quantità di frutti, tra cui i “pomi citrini” del Gargano, corrispondenti al melangolo (arancio amaro).
Sin dal 1700 ogni anno a febbraio una lunga processione, in onore di San Valentino, eletto a santo protettore degli agrumeti – in prima fila i giardinieri di Vico, Rodi ed Ischitella – culmina sul colle del Carmine, per benedire piante e frutti di aranci e limoni.
Il limone in cucina è un classico, sia per il suo prezioso aroma, sia per il potere di facilitare la digestione dei cibi (soprattutto carni, pesce, fritti), sia come gustoso sostituto dei condimenti grassi. Il limone ha inoltre il potere di prevenire l’ossidazione, che si manifesta con l’assunzione di un colorito più scuro nei cibi freschi, come frutta e verdura tagliate; per questo quindi, oltre
che per produrre il caratteristico succo, si aggiunge alla macedonia. Anche per il dopo pasto, un limone sta bene in cucina: è infatti un ottimo coadiuvante della digestione (eccezion fatta per chi è soggetto ad acidità di stomaco). Con l’aggiunta di qualche goccia al caffè, anche d’orzo, si ottiene un’ottima bevanda corroborante e tonica, tradizionale rimedio per i mal di testa dovuti a qualche bicchiere di troppo.

 
Ben detto Barone ......idem....., una meraviglia e una bontà, non pensavo foste maestri anche qui, credevo che per limoni il Cilento fosse imbattibile. ....
 
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