Quanto so masochista, sto guardando sto post alle 13.48 prima di andare a pranzo........ora scappo, m'è venuta n'acquolina, mmhhh!
Ma come avranno scoperto la maniera di produrre certe prelibatezze, con passaggi così delicati e precisi, anni, generazioni di prove credo, ma i risultai, non solo per le provole, ma penso a tutte le prelibatezze tipiche della ns. penisola, regione per regione, davvero notevole.
 
Saluti a tutti! La bontà di ciò che abbiamo avuto la fortuna di assaggiare fa parte ormai del nostro bagaglio culturale.... caciocavallo.... ancora va bene la vista di questa particolare pezzatura di "cacio a cavallo" del bastone che li tiene appesi a stagionare... ma PODOLICO... questo è l'aggettivo che precisa ulteriormente la qualità!!!! rende ricca L'Apulia e la Sua storia... e chissà quante ne impareremo ancora! Abbiamo avuto la fortuna di essere ospitati dai Dauni, dai Peucezi e dai Messapi... Buona serata.
 
Ringrazio vivamente i miei avi,antenati che mi stanno permettendo di vivere quotidianamente queste ricchezze della natura che con la lavorazione delle nostre mani ci permettono di assaporare cose che non hanno nulla a che fare con la grande distribuzione.
p.s. il nome caciocavallo deriva dal fatto che venivano trasportati sugli unici mezzi a disposizione di una volta il cavallo o muli,ecco perche' legati a coppia nella parte della testa.quindi venivano accollati ai cavalli bilanciandoli.
 
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Il caciocavallo podolico del Gargano

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Il caciocavallo podolico del Gargano è un formaggio tipico della Puglia, ormai da diversi anni annoverato tra i Presìdi Slow Food, prende il nome dalla varietà di vacche dal cui latte è prodotto, le vacche podoliche.
Per produrre questo tipo di formaggio, si caglia dapprima il latte e si rompe la cagliata in grani della misura di un chicco di riso. La pasta matura nel siero in una tinozza e poi è messa a sgrondare su un tavolo di legno inclinato per un tempo variabile. Quindi si taglia a fette, si fila con acqua bollente e si modella il formaggio sino a che raggiunge la forma di un fiasco panciuto con una testina: un’operazione delicata, che richiede pratica e abilità. Quando la forma è perfetta e la testina è stata chiusa e modellata, il caciocavallo è immerso in acqua fredda e quindi va in salamoia. Infine stagiona, da qualche mese a tre anni (in alcuni casi anche 8 o 10).

La forma classica del caciocavallo è a pera con testina. La crosta è sottile ed ha un colore che va dal giallo paglierino chiaro fino al giallo carico nelle forme più stagionate; gli stessi colori si ritrovano nella pasta, quasi mai occhiata.

Il formaggio al tatto si presenta liscio e unto, e al taglio, morbide le forme più fresche, sempre più resistenti le forme stagionate con la tipica rottura a scaglie. L'odore burroso delle forme fresche cede, con il passare del tempo, il campo ad aromi più intensi che rivelano una lieve tendenza verso il piccante.
Al palato è pastoso, il sapore intenso, persistente e leggermente piccante, se la stagionatura è avanzata. La consistenza può andare dal tenero al duro.

Va degustato con un rosso ben strutturato o, eventualmente, con un passito.


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mario,come al solito e sempre un emozione,x le tue ricette,ma questa in particolare mi ha fatto venir gli occhi lucidi,ed una stretta al cuore,il signore che manipola sapientemente la pasta x formare il caciocavallo,sembra di vedere il mio povero papa,grande mastro casaro,dalle sue mani,uscivano splendidi formaggi,e mozzarelle,che ci allietare tutte le volte a fine cena,grazie mario di cuore.
 
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