A proposito, quando ci trasferimmo dalla California nel Montana, nel lontano 1977 o 78, investimmo tutti i nostri magrissimi risparmi nel trasloco (benzina, noleggio rimorchio U-Haul per mobili ed altri impedimenta), una notte in albergo a Salt Lake City, in Utah, ecc.) . Arrivati nel Montana c'era rimasto ben poco denaro. La casa era di proprieta' della scuola dove avrebbe lavorato mia moglie, e l'affitto sarebbe stato detratto dal primo stipendio--che pero' era di la' da venire. I soldi per il cibo erano scarsi. Fortuna che intorno casa abbondavano minilepri e leproni americani della specie che diventa bianca d'inverno. Presi in prestito dal direttore delle scuola una piccola carabina bolt-action in .22 LR e una scatola di 50 cartuccette "standard." Con quelle presi 50 fra conigli codadicotone (minilepri) e lepri. Incredibile come la mira migliori quando devi far valere ogni colpo. A dire la verita', il primo coniglio lo mancai, togliendogli soltanto un ciuffo di peli dal sommo della spalla. Ma poi mi rifeci qualche tempo dopo uccidendone due con un solo colpo, piu' botta di cu10 che bravura. Poi, il primo autunno, investii una bella cifra per noi, 50 dollari, in una licenza di caccia e pesca per non-residenti. Nel Montana (ed in altri stati) devi averci abitato per almeno un anno per ottenere una licenza per residenti, che costa molto meno. Al principio della stagione di caccia mia moglie aveva gia' percepito il primo magrissimo stipendio (il primo contratto d'insegnamento era di poco piu' di diecimila dollari l'anno, una miseria), e avevamo bisogno di ciccia per noi e per i nostri tre gatti. I conigli e le lepri erano considerati di libero abbattimento tutto l'anno, e non era stata necessaria una licenza. Adesso pero' potevo cacciare altra selvaggina, e qualche preziosissimo soldino lo investii in un paio di scatole di cartucce per il Remington 870 Wingmaster a pompa 12/76 che avevo acquistato nuovo per 180 dollari (a rate) da mio cognato (che aveva la licenza di compravenditore di armi) in California. Col pompa potei procurare per la mia mensa anatre, starne e grouse. E poi col secondo o terzo stipendio di mia moglie comprai una Remington M. 700 .30-06 con un Weaver 4x e arrivo' anche il primo cervo, un grossissimo whitetail, ad arricchire la nostra dieta. Ci nutrivamo esclusivamente di selvaggina, come carne e di pesce pescato nei vicini fiumi e laghi: persici reali, lucci, e gli squisiti walleyes (luccioperca?). E anche i nostri tre gatti si rimpinzavano dei frutti della nostra caccia e pesca. A parte un po' di benzina (corsi d'acqua e territori di caccia erano a pochissima distanza--spesso andavo a starne a piedi da casa) e il costo delle cartucce, la ciccia era quasi gratis. A quei tempi la caccia e la pesca non erano per noi una questione di passione o di divago. Era questione di sopravvivenza. Cominciai ad andare all'universita'. Ero per necessita' diventato un secchione. Presi un prestito agevolato dal governo federale che mi permise di pagare per i corsi e per la benzina per farmi 53 miglia all'andata e 53 miglia a ritorno per la frequenza obbligatoria--prestito da ripagare dopo la laurea e il primo impiego. Poi presi anche delle belle borse di studio che, da novello secchione, avevo meritato. Ma il weekend e qualsiasi vacanza erano dedicati alla caccia e alla pesca. Cacciavo nella calura estiva e a 40 sottozero d'inverno. E quandoi laghi gelavano con uno spessore di ghiaccio capace di sopportare il peso non solo di un pescatore, ma anche quello di un grosso veicolo, pescavo lucci e trote da un foro trapanato nel ghiaccio con un "auger" a mano.
Eravamo cosi' abituati a mangiare selvaggina, che un giorno per festeggiare non ricordo che comprai due grosse bistecche di manzo, tipo "fiorentina" e le cucinai alla brace. Entro un paio d'ore "rivennero su." a tutti e due. Quel costoso ben di Dio fu rimesso nel water perche' indigeribile a causa dell'abbondante ed ottimo grasso--un insolito elemento nella nostra dieta a base di carne magra di cervo.
Oggi, grazie a Dio, cacciamo soltanto per passione. Della selvaggina non ne abbiamo bisogno come una volta, ma ci piace piu' della carne comprata. Ogni tanto, per cambiare un po', compro un arrosto di spalla di maiale, che cucino in una rosticceria elettrica e poi affetto. Ne mangiamo un po', surgeliamo le fette avanzate in pacchetti sottovuoto di due porzioni, e ci durano settimane o anche mesi. E poi alleviamo polli. Il manzo e' molto raro sulla nostra tavola, forse una volta ogni due o tre mesi. Compro spesso il bacon, invece, ma soltanto quello senza conservanti chimici--soltanto il sale. E se compro qualche salume compro soltanto quelli "naturali," anche quelli senza preservanti chimici, solfiti, solfati, nitrati e nitriti ed altre porcherie cancerogene. Costano di piu', ma chissene'...
Ha ancora senso cacciare? Certamente. Cio' che era una necessita' tanti anni fa, e' adesso per noi una scelta di vita, la scelta di alimenti sani invece di carni commerciali ripiene di chissa' quali sostanze nocive. Cio' che era quasi gratis a quei tempi oggi e' diventato un lusso costoso. Ma i soldi spesi per cibi salutari sono sempre soldi spesi bene....