In primis, a me gli storni piacevano. Il loro caratteristico e inconfondibile sapore amarostico e selvatico non era affatto sgradevole. Pensa che mi piaceva annusare gli storni uccisi perche' anche il loro odore forte mi piaceva. Le ghiandaie non le ho mai uccise ne' mangiate. Se avessi un mazzo di storni e ghiandaie li cucinerei come cucino la parte posteriore del tacchino selvatico, che e' molto dura, al contrario del petto, che e' tenero. La spacco in due lungo il groppone e metto le due meta' (cosce e sopracosce) in una crockpot, o slow cooker, una pentola di coccio con coperchio di vetro che e' piazzata dentro un'armatura di metallo che contiene resistenze elettriche. Questa permette di cucinare lentamente a temperature bassissime. Aggiungo cipolla, sedano, carota, alloro, sale, pepe, bacche di ginepro , un bicchiere di vino bianco, e lascio cuocere il tutto dodici ore o anche piu'. La carne si stacca dalle ossa a cottura avvenuta. Storni e ghiandaie, nonche' pavoncelle, dovrebbero venire bene in una tale pentola. Credo che tali pentole si trovino anche in Italia.