Emilia romagna: Pesca nelle acque interne

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La Giunta regionale dell’Emilia Romagna ha approvato, su proposta dell’assessore all’Agricoltura e all’Economia ittica Tiberio Rabboni, il progetto di legge “Norme per la tutela della fauna ittica e dell’ecosistema acquatico e per la disciplina della pesca nelle acque interne”, che dovrà essere ora sottoposto all’Assemblea Legislativa per l’esame e l’approvazione definitiva. Il testo si compone di 29 articoli e unifica in una unica legge regionale le disposizioni relative alla pesca sportiva, professionale e all’acquacoltura, nonchè le disposizioni relative alle licenze per l’esercizio della pesca nelle acque interne, introducendo alcune importanti novità, attese dal mondo piscatorio, ambientalista e dalle amministrazioni locali.
“Con questo progetto riformiamo norme risalenti agli anni 1978 e 1993 - spiega l’assessore Rabboni - seguendo quattro grandi obiettivi di modernizzazione della pesca: una maggiore tutela delle specie autoctone a rischio di estinzione e in generale della fauna ittica locale, il ringiovanimento dei praticanti, la riduzione degli oneri burocratici, la valorizzazione del volontariato e della pesca nelle aree di interesse turistico. Una pesca al passo con i tempi, in grado di soddisfare le aspettative degli appassionati e degli sportivi, le regole della sostenibilità ambientale e i progetti di valorizzazione locale delle risorse naturali”.
Sono 66.771 i cittadini che in Emilia-Romagna possiedono la licenza di pesca (dati 2011). Le Province con il maggior numero di pescatori sportivi sono Bologna, con circa 20 mila praticanti, e Ferrara con 18 mila.
Nel testo del progetto di legge la tutela del patrimonio ittico autoctono viene rafforzata con il divieto alla immissione di specie ittiche alloctone, con il divieto di cattura delle rane verdi, con disposizioni per la gestione sostenibile dell’anguilla e il contenimento di specie particolarmente invasive come il siluro, nonché con l’obbligo del recupero e della salvaguardia della fauna ittica prima di avviare lavori di movimentazione e scavo in alveo fluviale.
“Per ringiovanire e ampliare la base dei praticanti abbiamo deciso di introdurre l’esonero dal pagamento della licenza per i giovani fino ai 18 anni, a patto che frequentino un breve corso di avvicinamento organizzato dalle associazioni di pesca - aggiunge Rabboni - Saranno esentati anche coloro che hanno superato i 65 anni e le persone disabili. Inoltre gli Enti locali potranno affidare alle associazioni di volontariato piscatorio la gestione della conservazione e valorizzazione delle specie ittiche autoctone. La nuova legge introduce inoltre la possibilità, previo nulla-osta della Regione, di istituire in zone di particolare rilevanza turistica aree di pesca regolamentata affidate in gestione ai Comuni interessati, che possono rilasciare permessi a pagamento e che dovranno destinare obbligatoriamente i proventi ad azioni di tutela e riqualificazione dell’habitat, all’immissione di materiale ittico, all’attività di sorveglianza”.
Il progetto di legge prevede inoltre alcune semplificazioni, come la sostituzione della licenza di pesca sportiva con la ricevuta di versamento della tassa di concessione e l’istituzione del Sistema per la gestione informatizzata della pesca sportiva, che a breve renderà possibile il pagamento on line delle relative tasse di concessione.
 
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