- Messaggi
- 2,581
- Punteggio reazioni
- 7
- Punti
- 36
Re: Il male del nostro mare
Mauro sei stato più che chiaro nell'analizzare la problematica "MARE"...
Io aggiungo altri 2 gravi problemi oltre quelli elencati sopra:
LE SPADARE
Le spadare sono reti lunghissime, anche venti chilometri in alcuni casi, profonde fino a trenta metri. Calate in mare, vengono lasciate libere di fluttuare alla deriva, in balia delle correnti, e formano delle vere e proprie muraglie interminabili che non lasciano scampo.Le chiamano le “muraglie della morte”. I pesci che vi si imbattono hanno possibilità scarsissime di sfuggirne le maglie: i loro movimenti infatti, spostando masse d'acqua, agiscono come una calamita sulla reti, sensibili agli spostamenti delle correnti.
La pesca tramite spadare è particolarmente crudele perché ha un livello di selettività molto basso. Si calcola che solo il 18% dei pesci catturati sia costituito dalla specie bersaglio – nel caso delle spadare, come suggerisce il nome, si tratta spesso dei pesci spada. E gli altri? Gli altri sono un po' di tutto, stenelle, delfini, testuggini, perfino capodogli e balenottere. Ottomila cetacei ogni anno restano vittima di questo tipo di reti.
LA "PESCA IN APNEA" della domenica.
In Italia abbiamo migliaia di praticanti sporadici di questa passione, essi non conoscono o omettono le basi del comportamento.
Questi furbacchioni li troverete in acqua solo nei periodi più caldi, armati di costumino e oleopneumatico con fioccina,senza la boa ed entreranno al 99% dalla spiaggia pullulante di cristiani e dopo solo 2 metri dal bagnasciuga si caricano il loro fuciletto.
Queste persone oltre ad essere dei pericoli pubblici sono delle vere e proprie calamità per il mare..pesca in tana indiscriminata dei piccoli saraghi e corvine, polpetti microscopici ecc ecc.
Saluti Marco.
Mauro sei stato più che chiaro nell'analizzare la problematica "MARE"...
Io aggiungo altri 2 gravi problemi oltre quelli elencati sopra:
LE SPADARE
Le spadare sono reti lunghissime, anche venti chilometri in alcuni casi, profonde fino a trenta metri. Calate in mare, vengono lasciate libere di fluttuare alla deriva, in balia delle correnti, e formano delle vere e proprie muraglie interminabili che non lasciano scampo.Le chiamano le “muraglie della morte”. I pesci che vi si imbattono hanno possibilità scarsissime di sfuggirne le maglie: i loro movimenti infatti, spostando masse d'acqua, agiscono come una calamita sulla reti, sensibili agli spostamenti delle correnti.
La pesca tramite spadare è particolarmente crudele perché ha un livello di selettività molto basso. Si calcola che solo il 18% dei pesci catturati sia costituito dalla specie bersaglio – nel caso delle spadare, come suggerisce il nome, si tratta spesso dei pesci spada. E gli altri? Gli altri sono un po' di tutto, stenelle, delfini, testuggini, perfino capodogli e balenottere. Ottomila cetacei ogni anno restano vittima di questo tipo di reti.
LA "PESCA IN APNEA" della domenica.
In Italia abbiamo migliaia di praticanti sporadici di questa passione, essi non conoscono o omettono le basi del comportamento.
Questi furbacchioni li troverete in acqua solo nei periodi più caldi, armati di costumino e oleopneumatico con fioccina,senza la boa ed entreranno al 99% dalla spiaggia pullulante di cristiani e dopo solo 2 metri dal bagnasciuga si caricano il loro fuciletto.
Queste persone oltre ad essere dei pericoli pubblici sono delle vere e proprie calamità per il mare..pesca in tana indiscriminata dei piccoli saraghi e corvine, polpetti microscopici ecc ecc.
Saluti Marco.