Sarò breve e un po' bugiardo praticamente modello cacciatore. La nostra nascita è una finestra in un muro che consente l' ingresso della luce fino al tragico buio, non interessa l'impronta architettonica lo stile che spesso è influenzato da troppe convinzioni e pregiudizi, ma che venga aperta perchè deve entrare aria fresca nuova giovane frizzante, con i suoni sapori e odori che sono parte integrante della nostra tribù della nostra appartenenza che è se vogliamo in contrapposizione con il concetto di stato, di divisione, noi siamo l'esempio concreto dell'unione perchè il nostro clan ha una discendenza e un antenato comune, una eredità culturale dettata dall'esigenza concreta la più politica se vogliamo che è la sopravvivenza, dove le identità si mescolano e fondono diventando gli italici un popolo di creativi e passionali. Ebbene si fra due eventi estremi l'apertura e la chiusura sono racchiuse le essenze della nostra esistenza e la passione venatoria è una di queste, un sentimento più o meno intenso che rafforza il nostro equilibrio, il nostro spirito giovanile, talmente ingenuo nella sua semplicità quasi avventato sbarazzino e fresco come solo ai giovani è concesso di esserlo. Affacciarsi alla finestra e condividere è vedere e superare spazi, limiti, situazioni frutto di retaggi personali "sperare, soffrire, patire, gioire" sono emozioni cercate e ripetute ed hanno un effetto sia fisico che sull'animo molto simile all'innamoramento il quale ha un forte coinvolgimento emotivo. La bellezza di celebrare un evento come questo non ha uguali, non è un rito solenne d'addio, ma il suo maggior pregio è la spontaneità, la voglia di socializzazione e d'augurio concreto molto vicino ad esempio al ciclo "agrario" dove l' inizio è un rituale motivo di allegria e gioia, una festa che ha un potere magico che per i credenti si manifesta nella Pasqua. Noialtri giovani abbiamo il potere di annullare le distanze e le barriere, è la nostra prerogativa di vedere sempre ciò che ci unisce che poi è l'essenza vera dei nostri valori che sono universali, visto che la nostra condizione umana è transitoria e avara di tempo l'esserci è il maggior valore della bellezza, mi domando se non sia questo un disegno divino, ciò che è bello spesso è breve, ma egli non può ingannarci con falsi idoli, i suoi valori non sono negoziabili, ne devono essere trascurati, gli eventi sono segnali di gioventù dove è possibile e doveroso sognare, dove c'è entusiasmo, dove c'è la vita con le sue emozioni. Un caro amico mi ha telefonato febbricitante e ho condiviso il suo dolore per aver rimandato una occasione di vita, non voglio fare nomi di nessuno neppure di Giovy e Franz che poi non me li ricordo molto, ma i loro volti si, sono distesi sereni e tutti accennano un intenso sorriso il riflesso dell'anima, ben venga, questo credo sia una grande bellezza.