Manifestazione 10 giugno 2016 a torino

Fidc Piemonte ringrazia i cacciatori scesi in piazza
NEWS CACCIA
FIDC PIEMONTE SULLA NUOVA DECISIONE DEL TAR

venerdì 29 luglio 2016


Federcaccia PiemontePoker, four, vier, quatre, cuatro, quattruor, quattro… 4… insomma, scrivetelo o leggetelo come volete, ma il succo del discorso è quello: la parte maggioritaria del mondo venatorio, senza arroganza ma solo usando buon senso e chiedendo rispetto delle norme, ha nuovamente avuto ragione degli amministratori piemontesi. Per la quarta volta!

Il 27 luglio 2016, a Torino, s’è riunito il TAR per giudicare del ricorso contro atti regionali presentato da cinque Associazioni Venatorie riconosciute, tra cui ovviamente Federcaccia Piemonte, nove Comprensori Alpini e due Ambiti Territoriali di Caccia.

Il mondo venatorio era giunto speranzoso all’ennesimo appuntamento con la magistratura amministrativa, sull’onda del crescente entusiasmo per il grande successo della manifestazione del 10 giugno; al contrario politica e Regione Piemonte apparivano invece disorientate, confuse e minate da molteplici dissidi e veleni interni che già le avevano indotte, e questa volta saggiamente, ad usare prudenza ritirando quell’emendamento sulla tipica fauna alpina che appariva ai più solo come una sterile ritorsione, la vendetta per le giuste proteste dei cacciatori piemontesi.

Il Tribunale Amministrativo Regionale ha fatto giustizia, e decisa la parziale sospensione del calendario venatorio 2016/17 a causa della mancata inclusione in esso di ben…undici specie normalmente cacciabili in altre regioni italiane, ed emettendo quindi un’ordinanza che ne ha imposto così l’immediato inserimento volto a sanare quel pesante “vulnus”. Un risultato storico per la caccia piemontese, ed una figura barbina per chi quel documento l’aveva così mal assemblato, dimostrando d’avere scarsa conoscenza delle leggi italiane e poco rispetto per gli amministrati cacciatori: da dover cambiare lavoro od incarico molto in fretta, se solo fossimo in una nazione seria! Pensarci su…eh?

In merito poi alla questione legata alla pernice bianca (ed altro), che la Regione aveva pensato bene di vietare per legge dopo averci perso sopra tre consecutivi ricorsi, la questione andrà nuovamente affrontata dai giudici nel merito, e se fosse il caso rimessa direttamente alla Corte Costituzionale che dovrà decidere sulla sua eventuale illegittimità. Un altro flop colossale per assessore e giunta che ne avevano fatto cavallo di battaglia, cercando in ogni modo di sottrarla al legittimo prelievo venatorio dei cacciatori piemontesi, ed esponendo la Regione alle tre brucianti sconfitte precedenti.

S’ aprono ora settimane intense, di vera passione, durante le quali Regione Piemonte dovrà dimostrare d’aver appresa la lezione, ed i cacciatori, ben rappresentati da queste loro cinque Associazioni, accettare il dialogo con le istituzioni per cercare al tavolo delle trattative di sbrogliare la complicata matassa in cui è malamente incappata l’amministrazione subalpina. La volontà di Federcaccia Piemonte e dei suoi compagni di viaggio c’è, ma ora bisogna che dall’altra parte vi sia la piena consapevolezza di come i cacciatori non accetteranno più atteggiamenti ostili o pregiudiziali, persecuzioni verso la loro categoria. Mai più!

“Errare humanum est”, ma siamo ormai giunti alla quarta replica del triste spettacolo, e questo francamente è un po’ troppo; specialmente quando si perdono sempre i soldi dei contribuenti piemontesi.

Qui non stiamo mica giocando una partita a…poker!



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TORINO: I CACCIATORI SCENDONO IN PIAZZA - BigHunter

[h=2]TORINO: I CACCIATORI SCENDONO IN PIAZZA[/h]
venerdì 10 giugno 2016

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La foto qui sopra, postata su facebook a mezzora dall'inizio dell'adunata dei cacciatori torinesi, testimonia una piazza già gremita, segno che tanti cacciatori hanno risposto all'appello di Federcaccia Piemonte, ANLC, Enalcaccia, EPS, Anuu Migratoristi. Una manifestazione di dissenso verso la politica di Regione Piemonte nei confronti dell’attività venatoria, che dopo tre ricorsi al Tar consecutivi, reitera le scelte restrittive nel nuovo Calendario venatorio, costringendo il mondo venatorio all'ennesimo ricorso. Il corteo da Piazza Castello, dove stanno affluendo i cacciatori, partirà alle 11 e raggiungerà la sede del Consiglio Regionale del Piemonte in via Alfieri.

- - - Aggiornato - - -

Torino: cacciatori in corteo ma la Regione non molla - BigHunter

[h=2]Torino: cacciatori in corteo ma la Regione non molla[/h]
venerdì 10 giugno 2016

Alcune migliaia di cacciatori sono scesi in piazza questa mattina a Torino per difendere i propri diiritti. Come quello di avere un calendario venatorio rispettoso della Legge 157/92 e dei principi in essa contenuti, quali la sostenibilità dei prelievi argomentata da motivazioni scientifiche che hanno trovato accoglimento davanti al Tar nelle scorse annate.

"Nonostante i ricorsi vinti al Tar - sottolinea Giovanni Gallinaro, presidente regionale della Federazione della Caccia - non ci è più consentito cacciare la pernice bianca e ci è stata tolta la possibilità di allenare i cani nel mese di agosto". Oltre a questo, il calendario venatorio contiene diverse altre limitazioni, inesistenti nella gran parte dei calendari italiani, per specie cacciabili quali quaglia, allodola e tortora.

Come si evince dalla stampa locale, una piccola delegazione del corteo è stata ricevuta in Regione per portare queste ed altre rimostranze. Ma la Giunta sembra poco disposta a recepire le ragioni della protesta. "Federcaccia ci rimprovera di non essere rispettosi verso i cacciatori", dichiarano il presidente Sergio Chiamparino e l'assessore competente Giorgio Ferrero. "Forse confonde il rispetto verso i circa 20 mila cacciatori piemontesi - proseguono - con l'adesione acritica a ogni sua richiesta. Non intendiamo abdicare al nostro diritto-dovere di governare anche la caccia in modo da rispettare i diritti di tutti: cacciatori, ambientalisti, agricoltori, in generale cittadini, fauna e ambiente". "Al contrario, siamo profondamente rispettosi dei diritti dei cacciatori, così come lo siamo nei confronti degli altri cittadini e del Consiglio regionale che a stragrande maggioranza ha vietato la caccia di specie considerate vulnerabili come la pernice bianca".

- - - Aggiornato - - -

Vignale: migliaia di cacciatori in piazza contro le politiche anticaccia - BigHunter

[h=2]Vignale: migliaia di cacciatori in piazza contro le politiche anticaccia[/h]
venerdì 10 giugno 2016

"Questa mattina più di tremila cacciatori da tutta la regione hanno invaso pacificamente il centro di Torino per manifestare (dopo 10 anni) e chiedere alla Giunta regionale rispetto per i cacciatori piemontesi". Lo dice in una nota Gianluca Vignale, consigliere regionale di Forza Italia in Piemonte.

"La caccia - sottolinea Vignale -, oltre ad essere una passione e una tradizione fortemente radicata nel mondo rurale piemontese, è uno dei principali strumenti per garantire l’equilibrio faunistico all’interno delle aree agricole e montane del Piemonte. Senza l’attività venatoria i danni provocati dalla fauna selvatica (cinghiali, caprioli, corvidi, volpi…) sarebbero moltiplicati con un impatto per le aziende agricole e per i cittadini decisamente superiori a quanto già avviene. Anche grazie alla tassa che i cacciatori versano nelle casse regionali si può far fronte al pagamento dei danni in agricoltura".

"Inoltre - spiega il consigliere - dietro l’attività venatoria c’è un mondo economico che non può essere penalizzato dalle scelte che la regione ha assunto che violano la norma nazionale. In ben tre casi le scelte della Giunta sono state annullate dal tribunale amministrativo regionale con costi che la regione si è assunta utilizzando le tasse dei piemontes". "Senza essere nè pro, né anti caccia - chiude Vignale - è necessaria una politica venatoria rispettosa delle leggi dello Stato e dei cacciatori. Cancellare specie cacciabili (6 in due anni), ridurre i periodi di prelievo -anche se si è ridotta la pressione venatoria in Piemonte- è cedere alla rumorosa minoranza animalista ben rappresentata dai 10 manifestanti anticaccia di questa mattina.

- - - Aggiornato - - -

Piemonte. Il presidente della Regione e l’assessore all’Agricoltura hanno voluto precisare la posizione dell’ente dopo la manifestazione



 
La regione mi sembra di capire che non molli di una virgola la politica anticaccia adottata. Ormai l'animalismo è bagaglio culturale dei nostri governanti. Ben vengano le manifestazioni, ottima l'adesione all'iniziativa di pacifica protesta, bisognerebbe cominciare ad intraprendere anche un percorso mediatico per far conoscere la cultura venatoria.
 
TORINO: I CACCIATORI SCENDONO IN PIAZZA - BigHunter

[h=2]TORINO: I CACCIATORI SCENDONO IN PIAZZA[/h]
venerdì 10 giugno 2016

cacciatori-torino.jpg


La foto qui sopra, postata su facebook a mezzora dall'inizio dell'adunata dei cacciatori torinesi, testimonia una piazza già gremita, segno che tanti cacciatori hanno risposto all'appello di Federcaccia Piemonte, ANLC, Enalcaccia, EPS, Anuu Migratoristi. Una manifestazione di dissenso verso la politica di Regione Piemonte nei confronti dell’attività venatoria, che dopo tre ricorsi al Tar consecutivi, reitera le scelte restrittive nel nuovo Calendario venatorio, costringendo il mondo venatorio all'ennesimo ricorso. Il corteo da Piazza Castello, dove stanno affluendo i cacciatori, partirà alle 11 e raggiungerà la sede del Consiglio Regionale del Piemonte in via Alfieri.

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Torino: cacciatori in corteo ma la Regione non molla - BigHunter

[h=2]Torino: cacciatori in corteo ma la Regione non molla[/h]
venerdì 10 giugno 2016

Alcune migliaia di cacciatori sono scesi in piazza questa mattina a Torino per difendere i propri diiritti. Come quello di avere un calendario venatorio rispettoso della Legge 157/92 e dei principi in essa contenuti, quali la sostenibilità dei prelievi argomentata da motivazioni scientifiche che hanno trovato accoglimento davanti al Tar nelle scorse annate.

"Nonostante i ricorsi vinti al Tar - sottolinea Giovanni Gallinaro, presidente regionale della Federazione della Caccia - non ci è più consentito cacciare la pernice bianca e ci è stata tolta la possibilità di allenare i cani nel mese di agosto". Oltre a questo, il calendario venatorio contiene diverse altre limitazioni, inesistenti nella gran parte dei calendari italiani, per specie cacciabili quali quaglia, allodola e tortora.

Come si evince dalla stampa locale, una piccola delegazione del corteo è stata ricevuta in Regione per portare queste ed altre rimostranze. Ma la Giunta sembra poco disposta a recepire le ragioni della protesta. "Federcaccia ci rimprovera di non essere rispettosi verso i cacciatori", dichiarano il presidente Sergio Chiamparino e l'assessore competente Giorgio Ferrero. "Forse confonde il rispetto verso i circa 20 mila cacciatori piemontesi - proseguono - con l'adesione acritica a ogni sua richiesta. Non intendiamo abdicare al nostro diritto-dovere di governare anche la caccia in modo da rispettare i diritti di tutti: cacciatori, ambientalisti, agricoltori, in generale cittadini, fauna e ambiente". "Al contrario, siamo profondamente rispettosi dei diritti dei cacciatori, così come lo siamo nei confronti degli altri cittadini e del Consiglio regionale che a stragrande maggioranza ha vietato la caccia di specie considerate vulnerabili come la pernice bianca".

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Vignale: migliaia di cacciatori in piazza contro le politiche anticaccia - BigHunter

[h=2]Vignale: migliaia di cacciatori in piazza contro le politiche anticaccia[/h]
venerdì 10 giugno 2016

"Questa mattina più di tremila cacciatori da tutta la regione hanno invaso pacificamente il centro di Torino per manifestare (dopo 10 anni) e chiedere alla Giunta regionale rispetto per i cacciatori piemontesi". Lo dice in una nota Gianluca Vignale, consigliere regionale di Forza Italia in Piemonte.

"La caccia - sottolinea Vignale -, oltre ad essere una passione e una tradizione fortemente radicata nel mondo rurale piemontese, è uno dei principali strumenti per garantire l’equilibrio faunistico all’interno delle aree agricole e montane del Piemonte. Senza l’attività venatoria i danni provocati dalla fauna selvatica (cinghiali, caprioli, corvidi, volpi…) sarebbero moltiplicati con un impatto per le aziende agricole e per i cittadini decisamente superiori a quanto già avviene. Anche grazie alla tassa che i cacciatori versano nelle casse regionali si può far fronte al pagamento dei danni in agricoltura".

"Inoltre - spiega il consigliere - dietro l’attività venatoria c’è un mondo economico che non può essere penalizzato dalle scelte che la regione ha assunto che violano la norma nazionale. In ben tre casi le scelte della Giunta sono state annullate dal tribunale amministrativo regionale con costi che la regione si è assunta utilizzando le tasse dei piemontes". "Senza essere nè pro, né anti caccia - chiude Vignale - è necessaria una politica venatoria rispettosa delle leggi dello Stato e dei cacciatori. Cancellare specie cacciabili (6 in due anni), ridurre i periodi di prelievo -anche se si è ridotta la pressione venatoria in Piemonte- è cedere alla rumorosa minoranza animalista ben rappresentata dai 10 manifestanti anticaccia di questa mattina.

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Piemonte. Il presidente della Regione e l’assessore all’Agricoltura hanno voluto precisare la posizione dell’ente dopo la manifestazione




Bravi....almeno voi protestate. ..
 
NOVITÀ
Dopo il successo della manifestazione dello scorso 10 giugno, il mondo venatorio piemontese attende adesso che la giustizia faccia il suo corso: il ricorso al TAR è stato depositato, l’ennesimo, il quarto in meno di due anni, ed entro fine luglio verrà discusso in aula.

Anuu Migratoristi, FIdC Piemonte, Enalcaccia, E.P.S. e A.N.L.C. – in un comunicato ufficiale – fanno sapere di impegnarsi ad osservare scrupolosamente quanto da quelle aule scaturirà, ma pretendono faccia altrettanto la controparte, adempiendo integralmente a ciò che la sentenza stabilirà.
“I cacciatori piemontesi vogliono rispetto – si legge ancora nella nota – e non intendono più subire passivamente prevaricazioni o prepotenze della politica, ammonendo come qualora dovessero continuare atteggiamenti ostili o persecutori da parte della Regione, essi, nel pieno rispetto di regole e norme, solleveranno la questione nelle sedi appropriate, fosse pure avanti a Capo dello Stato ed Unione Europea”.


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IO C'ERO..... rimaniamo nella speranza che sia servito.....
Volevo inserire delle foto ma nn riesco scusa l'ignoranza[emoji29]

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Spese per la manifestazione dei cacciatori: la Regione interroga gli Atc

[h=2]Spese per la manifestazione dei cacciatori: la Regione interroga gli Atc[/h]
mercoledì 15 giugno 2016

È di ieri una comunicazione indirizzata ad ATC e CA piemontesi dalla segreteria del “Settore conservazione e gestione della fauna selvatica e acquacoltura” della Regione.Nella missiva, avente ad oggetto “spese per la manifestazione di Federcaccia del 10 giugno u.s.”, si legge testualmente: “…al fine di corrispondere ad una analoga richiesta degli Organi istituzionali regionali si chiede di comunicare se questo ATC/CA ha sostenuto spese per i mezzi di trasporto o altro per la manifestazione di Federcaccia del 10 giugno…”

Come Federcaccia Piemonte non possiamo che restarne sconcertati, ma alcune precisazioni ed osservazioni sono doverose. Per prima cosa la manifestazione è stata organizzata da cinque differenti associazioni venatorie riconosciute ai sensi della l.157/92, e non dalla sola Federcaccia.

Quel giorno migliaia di cacciatori sono civilmente scesi in piazza, esasperati dal comportamento della Regione che altro non fa che penalizzarne l’attività, con divieti e limitazioni uniche in tutt’Italia; in quelle stesse ore poi veniva depositato l’ennesimo ricorso al Tar, il quarto in venti mesi, dopo che le precedenti vittorie erano state vanificate dalla cocciutaggine della politica piemontese. Si caccia per passione, o per tradizione, ma lo si fa in primo luogo perché lo consentono le leggi dello Stato, quelle dell’Europa, fors’anche quelle divine, non ravvisando noi nei testi sacri nulla che osti alla pratica venatoria.

Detto questo il diritto di manifestare, così come quello di associazione, non dipende da noi, non ce siamo appropriati in maniera proditoria, ma nemmeno esso è frutto di una…concessione regionale, trovando invece saldissimo fondamento nei principi della Costituzione Italiana.

ATC e CA gestiscono e programmano sul territorio l’attività faunistico-venatoria, e la l.157/92 assegna loro precisi compiti, delegandone alla conduzione rappresentanze ben diversificate, provenienti dal mondo venatorio, agricolo, ambientalista e quello degli enti locali. Pare dunque sia massima la possibilità d’esplicare attraverso questo strumento, che ora Regione Piemonte vorrebbe stravolgere, il controllo della fauna selvatica nel pieno rispetto di ambiente e biodiversità.

ATC e CA sono finanziati e sostenuti da soldi e prestazione d’opera gratuite fornite dai cacciatori (basti qui solo pensare ai censimenti di fauna ungulata e avifauna alpina), si alimentano dunque con contributi privati e non con fondi pubblici, e sebbene ricevano, sempre quando ciò avviene, fondi di funzionalità, sono comunque strutture associative di diritto privato pur se di pubblico interesse.

La stessa Regione Piemonte regolamenta la possibilità di contenzioso a lei avverso, escludendo che questo possa avvenire con fondi istituzionali; noi tutti però sappiamo bene da dove arrivino le risorse di ATC e CA.

Ci penseranno dunque i singoli ATC e CA ha fornire alla Regione risposta al quesito, ciò non di meno pare a noi che quest’iniziativa, singolare per tempismo, tenda più che altro ad…intimidirne l’azione, dovendo ATC e CA in primis garantire l’esercizio dell’attività venatoria, e dunque tutelare gli interessi dei cacciatori loro associati.

La manifestazione del 10 giugno, voluta da cinque diverse associazioni venatorie, capaci assieme di rappresentare quasi il 90% dei cacciatori piemontesi, andava in quella direzione, e dunque a noi sembra molto grave e pretestuoso che Regione Piemonte assuma nei loro confronti tali iniziative.
Forse sarebbe ora che la questione “caccia piemontese” abbandonasse le aule di via Alfieri e corso Stati Uniti, e venisse portata all’attenzione di organi ed enti superiori, finanche quelli europei, là dove si regolamenta la misura di una zucchina o un cetriolo, e nulla si dice sulle continue violazioni alla legalità nei confronti di un’attività antica e nobile qual’ è la caccia.

Federcaccia Piemonte
 

bretondado

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Spero che la pensate come me..... tutti i cacciatori del Piemonte con qualsiasi preferenza di caccia .(cinghialai... migratoristi ecc ecc) ritrovarci per ottenere qualcosa.... speriamo di essere in tanti.......
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Preg.mo Presidente,

ringraziamo per la Vostra proposta di confronto presso la sede torinese del Gruppo Consiliare del Partito Democratico, ma, contrariamente alla disponibilità inizialmente manifestata, le scriventi Associazioni Venatorie riconosciute (l.157/92) in rappresentanza di quasi il 90% di 25.000 cacciatori piemontesi si trovano costrette a declinare l’invito.

La nostra volontà era d’incontrare Lei, capogruppo del PD, o il suo partito, e non certo l’intera maggioranza di Regione Piemonte, come invece ci è stato successivamente segnalato, modificando così la Sua comunicazione mail del 14 luglio.

Le questioni sul piatto sono molte, spinose, ed entro fine mese il TAR Piemontese dovrà esprimersi sull’ennesimo ricorso presentato dal mondo venatorio, il quarto da quando governate la Regione, con tre vittorie su tre, ma tutte rese inutili dalla pervicacia dell’Assessore che continua a penalizzarci; questioni gravi, che noi intendiamo portare all’attenzione del Governo italiano e dell’Unione Europea, ritenendo come il comportamento di Regione Piemonte sia ormai divenuto discriminante e persecutorio nei confronti dell’intera categoria che rappresentiamo.

L’occasione sarebbe stata anche quella di sollecitarVi al ritiro di un pericoloso emendamento al dl.210, che crediamo potrebbe violare i dettami della Costituzione Italiana e, ad esser franchi, sa di punizione, vendetta o ritorsione per le ferme posizioni assunte dalle Associazioni Venatorie, e la civile manifestazione di piazza organizzata il 10 giugno 2016.

Votarlo esporrebbe la Regione ad affrontare e probabilmente perdere un quinto ricorso, che certo verrebbe fatto.

Il PD è l’anima di questa Giunta, l’attuale azionista di maggioranza dell’azienda Regione Piemonte, e quello avevamo chiesto di incontrare per primo, al fine di iniziare una serie di confronti con le singole forze politiche, tanto di maggioranza che d’opposizione; quando vi sarà la possibilità di farlo anche con Voi, disponga pure Lei per organizzare il tutto.

Abbia dunque pazienza Presidente Gariglio, e non interpreti questa nostra dura posizione come capriccio o atto di arroganza, ma talune precedenti decisioni, e azioni promosse da Regione Piemonte, ci hanno lasciati molto perplessi. Molto!

Speriamo solo nel frattempo non vengano più commessi altri errori, e la sentenza del TAR, che potrebbe rimettere parte delle questioni da noi sollevate alla Corte Costituzionale, possa nuovamente portare serenità e giustizia per caccia e cacciatori piemontesi, tutti elettori e contribuenti di questa complicata Regione...

NOTIZIE DA INTERNET ATTENDIAMO NUOVE

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Andateci che è importante, grande Bretondado, pero cambia nick c hai lo springer!

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Spero che siate in millemila e che questo serva e tanto......quello che mk da da pensare e che gli italiani oramai non si muovono piu quando c e da manifestare per diritti essenziali come il lavoro o la qualita e dignita della vita......
 
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