Attacco di Legambiente alla cattura dei richiami vivi

caro rudy caro Massimiliano, fate il gioco dei nostri nemici, loro non aspettano altro che tanti cacciatori come voi si demoralizzano. bisogna combattere e non mostrare segni di debolezza. io ad esempio non dirò mai che i richiami vivi hanno vita breve, anzi , al contrario dirò sempre che combatterò fino alla morte pur di mantenere una tradizione che risale alle nostre origini.
 
Indipendentemente dal gemellaggio di legambiente con feder. Il sig. Giuseppe de Maria che ha scritto l'articolo introduttivo postato da Turdus è l'esempio lampante di come si fà cattiva informazione ponendosi allo stesso livello dei nostri nemici. Personalmente mi dissocio da questo personaggio che vuol solo creare panico inutile in una problematica da affrontare seriamente e non con falsi proclami.
 
Non ho detto che i richiami hanno vita breve ho detto che la cattura ha vita breve,mentre l'allevamento è l'uso è altra cosa,io combatto tranquillo....

Saluti
allora.... i roccoli in veneto e credo in tutte le regioni sono già vietati. quindi non serve ricordare che con le " reti " la cattura ha vita breve....... già non esiste più.
poi se ci mettiamo a dire che la caccia con i richiami dura ancora 1 anno al massimo 2 non dimostriamo altro che abbiamo abbassato la guardia e che tranquilli non aspettiamo altro che ce la vietano. voi credete che in questo forum postano solo cacciatori? io dico di no ci sono anche infiltrati, e allora non diamogli modo di pensare che aspettiamo belli tranquilli i divieti che loro ci vogliono imporre. spero di essere stato chiaro.
 
Indipendentemente dal gemellaggio di legambiente con feder. Il sig. Giuseppe de Maria che ha scritto l'articolo introduttivo postato da Turdus è l'esempio lampante di come si fà cattiva informazione ponendosi allo stesso livello dei nostri nemici. Personalmente mi dissocio da questo personaggio che vuol solo creare panico inutile in una problematica da affrontare seriamente e non con falsi proclami.

Perfettamente d'accordo.
 
allora.... i roccoli in veneto e credo in tutte le regioni sono già vietati. quindi non serve ricordare che con le " reti " la cattura ha vita breve....... già non esiste più.
poi se ci mettiamo a dire che la caccia con i richiami dura ancora 1 anno al massimo 2 non dimostriamo altro che abbiamo abbassato la guardia e che tranquilli non aspettiamo altro che ce la vietano. voi credete che in questo forum postano solo cacciatori? io dico di no ci sono anche infiltrati, e allora non diamogli modo di pensare che aspettiamo belli tranquilli i divieti che loro ci vogliono imporre. spero di essere stato chiaro.



Cmq non hai fatto altro che confermare quanto detto da Massimiliano....cioè che le catture di fatto sono già vietate.
 
caro rudy caro Massimiliano, fate il gioco dei nostri nemici, loro non aspettano altro che tanti cacciatori come voi si demoralizzano. bisogna combattere e non mostrare segni di debolezza. io ad esempio non dirò mai che i richiami vivi hanno vita breve, anzi , al contrario dirò sempre che combatterò fino alla morte pur di mantenere una tradizione che risale alle nostre origini.
quoto in pieno
 
RICHIAMI VIVI: IL GOVERNO VUOLE ABOLIRE LE CATTURE (ANCHE IN DEROGA)


venerdì 24 aprile 2015




Il Governo interviene nuovamente sul tema richiami vivi. Quello che è stato predisposto all'articolo 17 del ddl Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea (Legge europea 2014), salvo diversa interpretazione, pare non lasciare scampo all'autorizzazione delle catture in deroga. Il testo infatti interviene nuovamente modificando l'articolo 4 della legge 157/92 (recentemente modificato dal decreto 91, che aveva sottoposto le catture all'applicazione dell'articolo 19-bis - deroghe- della 157/92), e disponendo il divieto della cattura degli uccelli mediante l’utilizzo di reti.


Nella relazione presentata al ddl nella Commissioni Ambiente pochi giorni fa, si fa presente che, in base all’articolo 9 della citata direttiva, gli Stati membri possono derogare ai divieti, purché le deroghe soddisfino tutte le condizioni stabilite dallo stesso articolo 9. Ma allo stesso tempo vengono abrogati i commi, inseriti pochi mesi fa nella legge 157, che avrebbero potuto garantire la corretta applicazione delle catture. Il governo in sostanza fa un salto indietro, eliminando la parte che impegnava il Consiglio dei Ministro all'emanazione delle linee guida sui criteri di applicabilità delle deroghe (che sarebbe già dovuta avvenire non oltre i sei mesi dall'approvazione del Decreto agostano), definendo i criteri di autorizzazione dei mezzi e degli impianti di cattura dei richiami vivi, a cui le Regioni si sarebbero dovute adeguare.


Per garantire l'applicabilità delle deroghe si sarebbe dovuto affrontare il tasto dolente della questione, la selettività delle reti, palese visto che le stesse sono utilizzate a scopo scientifico. Bastava, per dirlo in maniera spiccia, comunicarlo all'Europa. Questi accorgimenti avrebbero permesso l'attuazione del sistema di controllo dei provvedimenti regionali previsto dall’articolo 19-bis della legge n. 157 del 1992.


Perchè non si può attuare questo controllo? Semplice. Perchè Ispra ha negato tale possibilità. E' la commissione Ue a dirlo, facendo chiaramente intendere che Ispra non ha voluto approvare la selettività delle reti italiane. La risposta arrivata in Europa non conteneva alcuna argomentazione a sostegno dell'applicabilità delle deroghe, non si è fatto nemmeno uno sforzo. Nella comunicazione di messa in mora della procedura di infrazione 2014 -2016 la Commissione scrive espressamente: "La Commissione non può che costatare che l'Ispra, organismo abilitato a dichiarare che le condizioni stabilite sono soddisfatte e a decidere quali mezzi, impianti o metodi possano essere utilizzati, entro quali limiti e da quali persone, emette da anni parere sfavorevole in merito ai provvedimenti regionali di autorizzazione alla cattura per la cessione ai fini di richiamo".


Nonostante le catture siano possibili, e a dimostrarlo c'è quello che avviene sistematicamente in altri paesi come la Francia, ai cacciatori italiani verrà negata totalmente questa possibilità, alla faccia delle corrispettive tradizioni venatorie millenarie. Il tutto perchè Ispra e i poteri forti del dicastero dell'Ambiente hanno deciso che per la caccia vanno benissimo gli uccelli da richiamo allevati in cattività.


Il termine per la presentazione degli emendamenti alla Commissione Ambiente della Camera è scaduto giovedì 23 aprile. Ora resta da augurarsi che i deputati vicini ai cacciatori abbiano presentato delle valide proposte emendative. Vi faremo sapere.
fonte bighunter
 
Concordo con Fabio. Inoltre si parla di "cattura" dei richiami vivi e non di "utilizzo".

- - - Aggiornato - - -

Quanto allo stra-discusso-sbandierato-criticato, etc. accordo FIdC-Legambiente, da NON Fedecacciatore, ho voluto in ogni caso ascoltare tutte le campane. L'idea che mi son fatto è che il duro attacco rivolto da alcune aa.vv. è stato SOLO un tentativo, più o meno maldestro, di strappare qualche tessera in più. E questo lo dico, ripeto, da tesserato di un'altra associazione!
 
Sembra che il nostro governo non abbia altro a cui pensare. Non ricordo delle azioni così continue contro la caccia come sta avvenendo in Italia in questi ultimi anni, è una vera e propria persecuzione, qualsiasi aspetto e tradizione venatoria sono sempre più attaccati da quei "mangia pane a tradimento" dei nostri politicanti. Ma cosa offrono le varie LAC, LIPU, etc. se non qualche voto in più? O c'è dell'altro? In tutta Europa si caccia, ma solo in Italia c'è questa acrimonia contro la caccia e cacciatori. Perché? In cosa siamo diversi dagli altri? Se poi queste domande si rivolgono agli anti caccia non sanno come risponderti e ti imbastiscono qualche cosa che non sta ne in cielo ne in terra, oppure non ti rispondono affatto, a dimostrazione che sono tutti strumentalizzati con un unico scopo: chiudere definitivamente la caccia in Italia.
 

Turdus

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Da Caccia & Dintorni


[h=1]Caccia, Legambiente chiede lo stop alla cattura dei richiami vivi.[/h]GIUSEPPE DE MARIA22 APRILE 2015 AT 12:03
[h=1]Di seguito il comunicato apparso sul sito di Legambiente con il quale la nota associazione ambientalista chiede la dismissione immediata dell’uso dei richiami vivi per l’attività venatoria. Una richesta assurda e falsamente motivata per ribadire solamente un concetto: quello di chiudere la caccia. Legambiente farebbe meglio ad occuparsi impegnandosi seriamente dello scempio ambientale che in questi anni sta devastando il nostro paese, dell’inquinamento, dei veleni che respiriamo quotidianamente, delle discariche abusive e di tutto ciò che danneggia in maniera irreversibile l’habitat che ci circonda. Invece non perde occasione per attaccre la caccia e i cacciatori, pur fingendo un dialogo con una parte di essi. Il fatto che in Francia e in altre nazioni l’attività venatoria venga tutelata su altre basi, con meno vincoli rispetto all’italia non interessa. Del resto i cacciatori non hanno rappresentanti nelle sedi che contano, anche a cauda della divisione interna, mentre gli ambientalisti possono contare oltre che su di un fronte compatto e organizzato anche su solide amicizie politiche frutto di uno scambio di voti.[/h]C&D – la redazione


“Italia metta fine a questa prassi illecita con la legge europea 2013 bis in discussione alla Camera”
Stop alla cattura dei richiami vivi per chiudere un illecito che in Italia dura da trent’anni. E’ la richiesta di Legambiente all’onorevole Michele Bordo, presidente della XIV commissione (Politiche dell’Unione europea) della Camera dei deputati e relatore del disegno di legge “Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea – Legge europea 2013 bis” (A.C.1864) destinato a porre rimedio all’ennesima procedura d’infrazione avviata dalla Commissione europea contro l’Italia.
Sono oltre trent’anni che in Europa è vietato l’utilizzo di reti per la cattura degli uccelli ma, a dispetto di ciò, sono state autorizzate in Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Marche e nella provincia autonoma di Trento, portando alla cattura di centinaia di migliaia di animali.
La Commissione europea ha quindi aperto una procedura d’infrazione contro il nostro Paese(2014/2006) trasmettendogli la costituzione in mora e chiedendogli esplicitamente di vietare la cattura di uccelli in natura, illustrando l’esistenza di diverse alternative a questa attività.
“Entro fine aprile il governo dovrà fornire alla Commissione europea risposte puntuali – commenta Antonino Morabito, responsabile Fauna e benessere animale per Legambiente – per questo la legge europea 2013 bis, attualmente in discussione alla Camera dei deputati, è lo strumento migliore per risolvere, in linea con le indicazioni della Commissione, questa ennesima procedura d’infrazione”.
L’ufficio stampa Legambiente




L’ufficio stampa Legambiente


 
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