Viterbo: Piano di eradicazione per le oche canadesi

Tipica Oca canadese da allevare

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[h=1]"Oche canadesi in pericolo, la Provincia vuole assegnarle alle aziende venatorie"[/h] 09/marzo/2015 - 14:35

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“Salvate quelle oche canadesi”. E’ l’appello che lancia una lettrice martana, animalista convinta, Rosella Zampi, a fronte “degli eventi che si stanno verificando nel nostro territorio”. “La Provincia di Viterbo - spiega la lettrice - in accordo con le richieste del Comune di Capodimonte, lo scorso 19 febbraio ha emesso un “Bando pubblico per l’assegnazione gratuita di oche canadesi”. “Risulta evidente che tale bando - prosegue Rossella Zampi - viola la conservazione e la permanenza degli animali su indicati nel territorio dove, da numerosi anni, vivono, migrano e si riproducono. Tale bando autorizza le aziende faunistico-venatorie alla partecipazione alla gara per aggiudicarsi la detenzione di tale specie, allo scopo di ripopolare la fauna finalizzata alla cacciagione, quindi alla conseguente forzata estinzione della stessa”. “La sottoscritta - prosegue la Zampi - anche a nome di numerosi animalisti del luogo, chiede che si mobiliti l’opinione pubblica in quanto entro il prossimo 25 marzo scade il termine ultimo per la presentazione delle domande da parte delle aziende venatorie”. La lettrice annuncia che si sta pensando di organizzare una eventuale raccolta firme “per presentare una petizione a difesa di questa stupenda specie animale, che da anni costituisce un patrimonio unico, parte integrante di un paesaggio che da sempre è attrazione e ammirazione da parte di ogni turista che ha la fortuna di venire a visitarlo”.
 
portatele qui in laguna venta, cosi fanno compagnia alle canadesi che abbiamo qui.Fabio ma non anno bisogno di essere curate!!anno bisogno solo di un posto tranquillo dove vivere è soprattutto dove poter...moltiplicarsi in tante ma tante belle ochette. comunque Fabio sono sicuro che tu le ospiteresti ben volentieri :mrgreen: buon gustaio. ciauuuu
 

Alberto 69

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Giovedì 12 Marzo 2015

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VITERBO - In merito alle polemiche inerenti la destinazione delle oche canadesi che stazionano permanentemente sul lungolago di Capodimonte, l’assessore provinciale all’Agricoltura, Caccia e Pesca della Provincia di Viterbo Franco Vita interviene a precisare quanto segue:

''In primo luogo l’oca canadese – spiega Vita – proprio in quanto canadese, non è una specie autoctona, cioè originaria del lago di Bolsena: alcune coppie sono state infatti introdotte illegalmente negli anni 90, poi la specie si è riprodotta raggiungendo una popolazione di circa 60 esemplari; entrando in competizione con altre popolazioni di avifauna acquatica, detta specie è venuta ad incidere negativamente sull’equilibrio biologico del lago, oltretutto riconosciuto come Sito di Interesse Comunitario e Zona a protezione speciale. Inoltre le oche hanno l’abitudine di soffermarsi sulle spiagge e sui prati limitrofi destinati ai bagnanti, ricoprendo di escrementi l’area del lungolago di Capodimonte.

Con nota 4651 del 21 giugno 2014, il Comune di Capodimonte chiedeva pertanto ‘un intervento urgente per ridurne il numero di esemplari che determinano gravi conseguenze igienico sanitarie sulla spiaggia comunale come attestato dal medico veterinario della Asl e dal Corpo di Polizia Locale’. Ecco perché l’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale) – ricorda ancora Vita - ha aderito al nostro piano redatto dall’Università della Tuscia denominato ‘Piano di eradicazione della popolazione di oche canadesi (Branta canadensis) del lago di Bolsena tramite cattura e trasferimento in ambienti confinanti''.

Perché eradicazione? “Semplicemente perché – prosegue l’assessore - le istituzioni scientifiche da anni si battono per togliere dagli ambienti naturali specie introdotte artificialmente e che sul piano biologico e naturalistico non meritano la conservazione. Per quanto riguarda la loro destinazione, non essendo specie ‘cacciabile’, è stato emanato un bando per l’assegnazione a bioparchi, zoo, aree faunistiche (non aziende venatorie), enti pubblici, soggetti privati (comprese le aziende agricole), gli agriturismo, le fattorie sociali, le fattorie didattiche ecc. i quali dovranno mantenerle in ambienti idonei per la loro salute e il loro benessere ed impedire che tornino in libertà. Non vi è - tiene a precisare ancora Vita - nessuna destinazione ‘venatoria’ in quanto l’ISPRA ha stabilito le regole di cattura e la destinazione finale, con nota del 20.08.2014 indirizzata alla Provincia di Viterbo”.


fonte:viterbonews24.it
 
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