[h=1]Lombardia contro Governo: “Non smettiamo di catturare richiami vivi”[/h]
Catturati, imprigionati a vita, spesso mutilati, a migliaia piccoli uccelli, perlopiù migratori, vengono condannati a fungere da esche per i loro simili, attratti dal loro canto fuori stagione sotto il fuoco dei cacciatori. L’UE ha detto no alle catture.
Quanto scomposto fervore per difendere
la crudele pratica dei richiami vivi, le migliaia di uccellini selvatici imprigionati in terribili condizioni per attrarre sotto il fuoco dei cacciatori i loro simili, tale da motivare una presa di posizione fuori dalle righe da parte di Gianni Fava, assessore all’Agricoltura con delega alla caccia della Lombardia. Da quanto riporta l’Adnkronos, l’amministratore vuol fare carta straccia della diffida emanata nei giorni scorsi dal Governo all’indirizzo di Emilia Romagna e Lombardia, cui si richiede di annullare le delibere che autorizzano alla cattura di uccelli selvatici per farne esche viventi.
L’esortazione porta la firma di Maria Carmela Lanzetta, ministro degli Affari Regionali, che Fava avrebbe definito “declassata a portavoce del ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti”, la quale chiede a entrambe le regioni, nelle persone dei rispettivi presidenti, di revocare i provvedimenti entro due settimane. Scaduto il termine spetta al Consiglio dei Ministri di annullare direttamente le delibere in questione, sia in nome della nuova normativa riguardo i richiami vivi, approvata l’estate scorsa in seno alla Legge Europea 2013, sia per ottemperare alle richieste della Commissione europea che ha decretato fuorilegge la cattura degli uccelli selvatici a fini di richiamo, avvisando l’Italia. Consentire alle Regioni di proseguire in tali pratiche costerebbe al nostro Paese il proseguimento della procedura d’infrazione già avviata, nonché una probabile condanna.
Ragioni che tuttavia non hanno convinto l’assessore Fava, il quale definisce il Ministero dell’Ambiente “sempre di più un ente a impatto zero, nel senso che come per i nitrati così per i richiami vivi si limita a manifestare il fatto di essere in vita negando le prerogative sovrane delle Regioni”. Queste ultime, a suo parere, godrebbero di straordinaria autonomia dalle leggi dello Stato e dell’UE: “Se non bastasse” si legge nella nota di agenzia “ricordiamo che abbiamo rispettato tutti gli accordi presi con la Direzione Ambiente della Commissione europea nell’ambito della riunione
Pacchetto Ambiente alla quale prese parte il Ministero, mettendo in campo da parte nostra ogni sforzo politico, amministrativo e finanziario tale da ottenere come risultato la possibilità per la Regione Lombardia di autorizzare le catture dei richiami vivi, implementando la banca dati dei richiami vivi e riducendo progressivamente e in misura concordata con Bruxelles il numero di uccelli selvatici catturabili”.
“Un atteggiamento, quello dell’assessore Fava, purtroppo in linea con il profilo di illegalità spesso tenuto dalla Lombardia in materia venatoria, costato al nostro Paese infrazioni e condanne” commenta Danilo Selvaggi, direttore generale della
Lipu-Birdlife Italia. “La nuova legge sui richiami vivi nell’ambito legge europea 2013 approvata nei mesi scorsi rende fuorilegge la delibera lombarda e obbliga dunque la Regione Lombardia e lo Stato a intervenire per annullarla. Se questo non accadesse, la Commissione europea si vedrebbe costretta al passo successivo previsto dalla procedura d’infrazione, ovvero il parere motivato, avvicinando pericolosamente l’Italia alla condanna della Corte di Giustizia”.