si sono meravigliati perché cosi' pochi piccioni abbattuti, gli e' stato riferito che le deroghe cosi impostate non favoriscono gli abbattimenti e allora hanno concesso gli stampi....mi viene da ridere......ciao Davide....


A me viene da piangere da Davide...ma le cose stanno così...
Non ci sono soldi....il lavoro che fà risparmiare qualche soldino lo facciamo noi..con l'art.37 e con le deroghe ma chi ha il potere di decidere come cacciare in deroga fà il possibile x indispettirci...
Il parziale dietrofront dell'ISPRA sulle modalità di caccia in deroga al piccione dimostra cosa potremmo ottenere anche con lo storno....se in qualche Provincia romagnola non li cacciassero con allodole e merli travestiti e con piantine di ulivo in vaso al seguito..
Ma si sa...noi siamo fatti così....poi però ci lamentiamo e quest anno ci hanno messo un paletto in più....il n. max regionale con tanto di obbligo di comunicazione dopo 1 mese di quanto abbattuto alla Provincia...
 
Sulla deroga del piccione mi sembra sia stato aggiunto oltre ai richiami o stampi non vivi, come scrive la normativa, anche che si possono cacciare sulle stoppie, mi pare l'anno scorso non ci fosse questa possibilita'...ciao Davide...

E' vero Davide....

- - - Aggiornato - - -

Parlavamo dei prelievi della scorsa stgione.
Quindi x la stagione 2013 x noi era dal primo ottobre al 21 novembre!!!


A Bologna lo scorso anno era dal 1/10 al 31/12.....vedi quante cose aggiungono se nessuno gli spara????
 

storno5

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buongiorno a tutti , si sa già qualche notizia riguardo alle deroghe x gli storni in emilia romagna ?
 
Condivido i pensieri di ozannagh e ricca....purtroppo anche qui a maggio e giugno sembra caccia aperta.....lo sai Andrea come la pensiamo ed è da tre anni che non si tira ad uno storno ....io ho comunque notato un calo ma poi sentendo i numeri di maggio dico " ci credo" .....continuiamo a rattoppare piccoli buchi con delibere provinciali insulse ....stop alla caccia allo storno...poi vediamo che succede
 
L’Emilia Romagna sullo storno scrive al governo

L’Emilia Romagna sullo storno scrive al governo

Martedì 08 Luglio 2014

Caccia in deroga allo storno, l’assessore regionale Rabboni scrive al Governo.

Storno.jpg

Bologna - «Il Governo, sulla caccia in deroga allo storno, deve fornire un indirizzo chiarificatore ad Ispra affinché risulti una netta distinzione tra le deroghe legate alla tutela delle produzioni agricole e quelle motivate dalle pratiche venatorie tradizionali» . È questa la richiesta dell’assessore regionale Agricoltura, economia ittica, attività faunistico-venatoria Tiberio Rabboni rivolta al ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare Gian Luca Galletti e al Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina, in merito al prelievo in deroga dello storno, specie protetta in Italia, per la stagione 2014-2015.
Infatti, la Regione Emilia-Romagna ha adottato il 30 giugno scorso una delibera che prevede la deroga al prelievo dello storno. Deroga finalizzata a prevenire gravi danni all’agricoltura, segnatamente ai frutti pendenti e all’uva. L’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, diversamente da quanto avvenuto negli anni scorsi, ha in questa occasione subordinato il parere favorevole alla deroga fissando in 50 mila esemplari, il quantitativo massimo ammissibile di prelievi.
«Naturalmente – ha evidenziato Rabboni nella missiva ai ministri – essendo il parere Ispra di fatto vincolante per l’Unione Europea ci siamo conformati a tale indicazione. Tuttavia non posso esimermi dall’osservare la singolarità del parere Ispra. Se il regolamento europeo, e conseguentemente la nostra delibera, motivano il prelievo in deroga con la tutela dei frutti pendenti e dell’uva dagli attacchi degli storni non ha, infatti, alcun senso fissare preventivamente un quantitativo massimo ammissibile».
«Il quantitativo non può che essere in funzione dei frutti pendenti da tutelare. Diversamente si verrebbero a configurare situazioni di ingiustificata disparità tra i frutteti e i vigneti difesi fino al raggiungimento del limite prestabilito e quelli lasciati indifesi dopo il raggiungimento di tale limite. A quel punto, inevitabilmente, si porrà il quesito sulla competenza al pagamento dei danni a questo secondo gruppo di agricoltori. Ovvero, se debba ancora provvedere la Regione, costretta suo malgrado ad una limitazione quantitativa o all’Ispra, e per essa allo Stato, che tale limitazione ha imposto».
Secondo l’assessore regionale Rabboni: «Ispra ha introdotto un quantitativo ammissibile di prelievi in deroga per la difesa dei frutti pendenti a causa di un fraintendimento del riferimento a limiti quantitativi contenuto nella Legge 157/92, chiaramente riferito ai prelievi in deroga di altra tipologia, ovvero alle “modiche quantità” legate alle cosiddette “caccie tradizionali”».
Nella missiva anche l’invito ai ministri ad attivare la richiesta alla Ue di una revisione nel corso del 2015 delle specie protette in Italia con l’obiettivo di togliere dall’elenco la specie storno che sulla base di quanto sostenuto dalla stessa Ispra – con il documento “Lo storno Sturnus vulgaris in Italia: analisi della situazione esistente e considerazioni circa l’inserimento della specie tra quelle cacciabili ai sensi della Direttiva 2009/14 7/CE (Allegato II/2)” – gode di un ottimo stato di conservazione ed è fonte di cospicui danni all’agricoltura italiana.



fonte:sestopotere.com
 
se il prossimo anno non verrà messo nelle spece cacciabili sarà un obiettivo raggiunto da molti , quello che almeno nella mia zona si perderanno molte licenze , ci siamo rotti le scatole di queste prese x il c... , ciao.
 
50.000 capi in emilia romagna ...mi sembra una goccia in mezzo al mare...oltre ad una assurda presa in giro, vogliono proprio indispettire il mondo venatorio (quanti storni sarebbero a testa se ipoteticamente tutti gli emiliani cacciassero lo storno? un paio?.......in bocca al cocker!!!!!!!!!!!!
 
[h=2]L’EMILIA ROMAGNA SULLO STORNO SCRIVE AL GOVERNO[/h] 08 Luglio 2014
Il Governo, sulla caccia in deroga allo storno, deve fornire un indirizzo chiarificatore ad Ispra affinché risulti una netta distinzione tra le deroghe legate alla tutela delle produzioni agricole e quelle motivate dalle pratiche venatorie tradizionali. È la richiesta dell’assessore regionale Agricoltura, economia ittica, attività faunistico-venatoria dell’Emilia-Romagna, Tiberio Rabboni, rivolta al ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare Gian Luca Galletti e al Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina, in merito al prelievo in deroga dello storno, specie protetta in Italia, per la stagione 2014-2015. La Regione Emilia-Romagna ha adottato il 30 giugno una delibera che prevede la deroga al prelievo dello storno. Deroga finalizzata a prevenire gravi danni all’agricoltura, segnatamente ai frutti pendenti e all’uva. L’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, diversamente da quanto avvenuto negli anni scorsi, ha in questa occasione subordinato il parere favorevole alla deroga fissando in 50 mila esemplari il quantitativo massimo ammissibile di prelievi. “Naturalmente - ha evidenziato Rabboni nella missiva ai ministri - essendo il parere Ispra di fatto vincolante per l’Unione Europea ci siamo conformati a tale indicazione. Tuttavia non posso esimermi dall’osservare la singolarità del parere Ispra. Se il regolamento europeo, e conseguentemente la nostra delibera, motivano il prelievo in deroga con la tutela dei frutti pendenti e dell’uva dagli attacchi degli storni non ha, infatti, alcun senso fissare preventivamente un quantitativo massimo ammissibile. Il quantitativo non può che essere in funzione dei frutti pendenti da tutelare. Diversamente si verrebbero a configurare situazioni di ingiustificata disparità tra i frutteti e i vigneti difesi fino al raggiungimento del limite prestabilito e quelli lasciati indifesi dopo il raggiungimento di tale limite. A quel punto, inevitabilmente, si porrà il quesito sulla competenza al pagamento dei danni a questo secondo gruppo di agricoltori. Ovvero, se debba ancora provvedere la Regione, costretta suo malgrado ad una limitazione quantitativa o all’Ispra, e per essa allo Stato, che tale limitazione ha imposto”. Secondo Rabboni, “Ispra ha introdotto un quantitativo ammissibile di prelievi in deroga per la difesa dei frutti pendenti a causa di un fraintendimento del riferimento a limiti quantitativi contenuto nella Legge 157/92, chiaramente riferito ai prelievi in deroga di altra tipologia, ovvero alle ‘modiche quantità’ legate alle cosiddette ‘cacce tradizionali’”. Nella missiva anche l’invito ai ministri ad attivare la richiesta alla Ue di una revisione nel corso del 2015 delle specie protette in Italia con l’obiettivo di togliere dall’elenco la specie storno che sulla base di quanto sostenuto dalla stessa Ispra - con il documento “Lo storno Sturnus vulgaris in Italia: analisi della situazione esistente e considerazioni circa l’inserimento della specie tra quelle cacciabili ai sensi della Direttiva 2009/14 7/CE (Allegato II/2)” - gode di un ottimo stato di conservazione ed è fonte di cospicui danni all’agricoltura italiana. (ANSA).

lddc
 
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