Mio nonno lo chiamava “la bestia” e tutta la sua vita fu condizionata da un incontro che ebbe con l’orso da bambino. Quanto alla bellezza dei territori del marsicano spesso mi diceva pur non essendo credente che il paradiso non poteva che essere quelle sue montagne. Anche io vivendo sin da bambino quegli stessi luoghi faccio fatica a pensare che al mondo possano esserci posti naturali più affascinanti. Lo stesso orso marsicano rispecchia tutta la potenza e la bellezza dei luoghi in cui le glaciazioni lo hanno rilegato da millenni a vivere. Anche se in passato la convivenza con la bestia è stata sempre difficile c’era sempre una forma di rispetto per questo animale che non faceva altro che soddisfare i suoi istinti primordiali di predatore. Spesso quando una pecora o una capra avevano problemi o si ferivano pur nella dannata necessità di sopperire alla fame lui mi diceva che quell’animale veniva concesso in sacrificio alla bestia quasi fosse un rituale per salvaguardare gli altri animali sani. Una sorta di dazio che veniva pagato al re della marsica. Perché non esiste orso marsicano che non abbia tra le prede preferite la pecora anche se qualcuno di quelli che ha incassato tutti quei soldi in passato in una conferenza ha anche espresso questo dubbio. Poi qualcuno decise di salvaguardarlo istituendo il parco nazionale d’abruzzo i cui confini originali delimitavano il cuore del territorio dell’orso marsicano. Millenni di isolamento avevano tutelato l’orso il parco in quasi 100 anni ne ha decretato l’estinzione. I suoi luoghi sono stati profanati la sua tranquillità devastata per sempre ora vaga nei territori limitrofi detronizzato da orde di cinghiali e da un assurdo turismo. Non sono bastati milioni di euro per la sua salvaguardia e l’ampliamento di fasce di territorio esterne al parco. Al marsicano sarebbe bastato la tranquillità la pace e l’isolamento che lo aveva reso unico al mondo. Quasi 30 anni fa durante una giornata di allenamento su coturnici fui sorpreso da un violento temporale, mentre scendevo a valle sotto acqua grandine e vento ebbi la fortuna di incontrare “la bestia”, la prima cosa che pensai ancora prima di rendermi conto che l’emozione mi piegava le gambe fu perché sei qui così lontano dal luogo che ti ha visto nascere. Oggi non credo a più nessuna salvaguardia troppo tardi e se lo incontrassi di nuovo avrei anche il dubbio di aver incontrato il vero Ursus Arctos Marsicanus.
 
[h=1]La “Comunità “a prova di orso”” presenta a Rocca Pia le azioni effettuate ed i risultati raggiunti[/h][h=2]Salviamo l’Orso ringrazia le amministrazioni di Pettorano e Rocca Pia per la fattiva collaborazione instauratasi nell’’area[/h]31 agosto 2015
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[h=2]Salviamo l’Orso ringrazia le amministrazioni di Pettorano e Rocca Pia per la fattiva collaborazione instauratasi nell’’area[/h]Ieri pomeriggio a Rocca Pia in occasione della consegna ufficiale al Comune dei cassonetti a prova di orso è stato presentato un primo bilancio del progetto Comunità a misura d’orso (Bear smart community) in corso di realizzazione nel territorio dei Comuni di Pettorano sul Gizio e Rocca Pia.Tutti i protagonisti del progetto vale a dire le associazioni SALVIAMO l’ORSO, Dalla parte dell’Orso, Rewilding Appennine e la Riserva regionale Monte Genzana hanno brevemente ricapitolato cosa è gia stato fatto e cosa si farà per rendere l’area più sicura per gli orsi che la frequentano costantemente ormai da alcuni anni e affinche’ questa presenza non interferisca negativamente con le attività umane.
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Il progetto finanziato parzialmente dall’IBA (Int’l Bear Association) ha previsto l’installazione di recinti elettrificati a protezione di pollai arnie e stalle , la redazione di un manuale di buone pratiche per convivere con l’orso, il posizionamento di cassonetti per i rifiuti anti-orso, la vaccinazione dei cani vaganti e alcuni interventi sulla SS17 intesi a mitigare il rischio di investimento della fauna selvatica che l’attraversa tutelando cosi’ anche la sicurezza degli utenti.ADVERTISEMENT

Alla presenza di un folto pubblico si sono susseguiti alcuni interventi e presentazioni che hanno spaziato dalla descrizione della biologia e del comportamento dell’orso , incluso la questione spesso dibattuta della sua presunta pericolosità , all’elenco di cio’ che è stato fatto negli ultimi 2 mesi tra cui spiccano i 19 recinti installati che portano a 75 il totale di quelli installati in 2 anni.
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Nell’ambito di un progetto ERASMUS è da segnalare il contributo che 12 studenti universitari inglesi in biologia e Scienza della conservazione stanno dando al progetto. Arrivati a Pettorano grazie ad un accordo tra SALVIAMO L’ORSO , l’Università di Plymouth e The Science Assembly i ragazzi sono stati di fondamentale aiuto in tutte le attività, dall’installazione dei recinti ai monitoraggi faunistici ed hanno portato in paese una ventata di novità ed allegria.Hanno chiuso la bella serata gli interventi di Dario Febbo , Direttore del PNALM, del Direttore della Riserva Monte Genzana Mauro Fabrizio e di Massimo Pellegrini rappresentante della Regione Abruzzo al tavolo dell’Autorità di Gestione del Piano nazionale per la tutela dell’orso marsicano (PATOM) il quale sollecitato da una domanda del pubblico ha ribadito che l’attività venatoria nella zona continuerà ad essere possibile secondo le modalità recentemente fissate dal calendario venatorio 2015-2016 e non vi e’ alcuna intenzione di vietarla negli anni a venire.

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