Macerata: Chiarezza sul controllo del piccione in provincia

Tra un po diventano bracconieri anche le guardie forestali e venatorie ma vi rendete conto come veniamo dipinti dai mass media in italia?
L'unica domanda che mi resta da fare è con chi se la prenderanno queste persone qui quando saranno riusciti a far chiudere la caccia? (perchè se continuano così ci riescono davvero)
 

Alberto 69

Capo Redattore Rassegna stampa
Membro dello Staff
Supermoderatore
Utente Premium
Messaggi
21,273
Punteggio reazioni
8,095
Punti
650
Giovedì 03/04/2014

piccioni.jpg

In merito agli articoli apparsi sulla stampa locale in questi giorni: "A Civitanova si spara ai piccioni. Residenti in allarme", "Spari nella campagna di Civitanova Alta. Parte il tiro al piccione. Tutto regolare" è bene precisare che il piccione di città rappresenta la forma domestica della specie selvatica "Columba Livia".
Il parere emesso dell'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) in data 05 Febbraio 2009 con nota 005042 evidenzia come la collocazione giuridica del piccione di città (Columba Livia varietà domestica), sia stata modificata in virtù della Sentenza n. 2598 della Corte di Cassazione Sez. III Penale del 26 Gennaio 2004, la quale, atteso che secondo l'art. 2 della Legge Nazionale 157/1992 fanno parte della fauna selvatica oggetto di tutela della Legge "le specie di mammiferi e uccelli dei quali esistano popolazioni viventi stabilmente o temporaneamente in stato di libertà naturale nel territorio nazionale", stabilisce che anche il piccione di città vada assimilato agli animali selvatici in quanto "vive in stato di libertà naturale nel territorio nazionale".
Appartengono ancora alle specie domestiche o addomesticate il piccione viaggiatore o quello allevato per motivi alimentari o sportivi. Da questa sentenza discende, tra l'altro, che il riferimento per la gestione dei conflitti ascrivibili al colombo di città va individuato nella Legge Nazionale 11 Febbraio 1992 n. 157, inerente "Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per l'esercizio dell'attività venatoria. In base al comma 2 dell'art. 19 della suddetta legge le Regioni e per delega le Province hanno facoltà di operare il controllo della fauna selvatica: per la migliore gestione del patrimonio zootecnico, per la tutela del suolo, per motivi sanitari, per la selezione biologica, per la tutela del patrimonio storico-artistico, per la tutela delle produzioni zoo-agro-forestali ed ittiche.
Pertanto quanto riportato dai mezzi di comunicazione non deve essere assolutamente confuso con "battute di caccia" e tantomeno con "tiro al piccione" (tra l'altro ormai vietato da decenni), in quanto il piccione non rientra tra le specie cacciabili e il periodo in cui è consentita l'attività venatoria è compreso tra il primo di settembre ed il 10 Febbraio con limitazione di tempi, specie, capi e modalità. Pertanto ora si effettua solamente il controllo di fauna in sovrannumero e specificamente per il piccione, in presenza di danni alle colture, segnalati da parte delle associazioni agricole, come espressamente previsto dall'art. 25 della Legge Regionale n. 7/1995.
I soggetti incaricati alle operazioni sono le Guardie Venatorie dipendenti dalla Provincia; queste ultime possono avvalersi dei proprietari e conduttori dei fondi sui quali si attuano i piani di controllo, purché muniti di licenza per l'esercizio venatorio, nonché delle guardie forestali e delle guardie comunali munite di licenza per l'esercizio venatorio, dalle guardie venatorie volontarie, da operatori autorizzati dalla provincia attraverso corsi di preparazione alla gestione faunistica muniti di licenza per l'esercizio venatorio.
Durante queste operazioni vengono rispettate tutte le prescrizioni vigenti in materia di pubblica sicurezza, usando sempre la massima cautela, attenzione e prudenza, specialmente in un territorio antropizzato come quello della fascia costiera.
Il controllo della fauna in sovrannumero è un tassello importante per la gestione del territorio e per la tutela delle colture agricole. La fauna è patrimonio indisponibile dello Stato e quindi è un bene di tutta la collettività ma i danni alle colture vengono risarciti agli agricoltori nel territorio a gestione programmata dagli Ambiti Territoriali di Caccia utilizzando le quote versate dai cacciatori.

Il Vicepresidente Provinciale Federcaccia Macerata, Nazzareno Galassi



fonte:federcaccia.org
 
Armeria online - MYGRASHOP
Sponsor 2024
Indietro
Alto