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Un giovane nato vecchio. Ecco cosa rappresenta il nuovo soggetto dell’associazionismo venatorio toscano. Ma non basta, questo neonato ha già stampato sulla fronte un tatuaggio che rappresenta la sinistra toscana. Un ramoscello d’ulivo, lo stesso che è presente nel simbolo del PD.
I cacciatori toscani che pagheranno la nuova tessera del CCT devono sapere che i loro soldi saranno gestiti più da un partito politico che da una associazione venatoria.
Infatti, il CCT è riuscito nello straordinario obiettivo di portare la politica nel mondo venatorio. Forse sarà stato l’influsso dell’Arci Caccia che da sempre fonde politica con attività venatoria e per questo perde migliaia di tesserati ogni anno.
Nelle file sia dell’Arci Caccia, ma anche della prestigiosa Federcaccia Toscana, troviamo infatti ex sindaci assessori comunali, regionali, ex porta borse degli stessi politici, tesserati e simpatizzanti del fu PCI poi PDS, DS ed ora PD. Non stiamo parlando di semplici associati, ma dei massimi dirigenti della FIDC sia regionali che provinciali.
Fino a qui niente di nuovo sotto il sole toscano. Può capitare che qualche dirigente abbia un passato in politica, ma per rimarcare che anche il nuovo CCT è espressione dell’odierno PD toscano troviamo come membri dell’assemblea il segretario regionale della CGIL, un assessore della provincia di Livorno, l’ex sindaco di Prato.
E’ bene quindi che i cacciatori sappiano chi gestirà loro. Ed è bene che sappiano come sono stati gestiti in tutti questi anni. Infatti la Liberacaccia non può consentire che la politica si intrometta tra le associazioni venatorie, specie quella politica che va a braccetto con gli ambientalisti più radicali, che vorrebbero la chiusura della caccia in Toscana ed in Italia.
Potrebbe bastare questo a non far aderire la Liberacaccia al nuovo CCT, invece c’è dell’altro.
Lo scandalo drammatico che stiamo vivendo in Toscana per regolarizzare gli appostamenti fissi di caccia, un progetto di legge impeccabile prodotto approvato dalla giunta regionale è stato stravolto dagli emendamenti dei consiglieri regionali (PD) organici al nuovo CCT, che hanno prodotto di fatto una impossibile applicazione della legge vigente esponendo ogni giorno i titolari di appostamento fisso a denunce penali e sanzioni amministrative pesantissime, a nostro parere laddove fosse ritenuta illegittima.
Di questo abbiamo chiesto conto in un recente incontro con l’Assessore Regionale alla caccia, per fare chiarezza vera a tutela dei cacciatori.
Proprio nel corso dell’incontro, al quale hanno partecipato anche Enalcaccia ed Italcaccia, sono emerse altre ragioni molto più importanti per la non adesione al progetto di casa comune dei cacciatori toscani. Le sopra citate associazioni venatorie hanno avuto il giorno 7 Febbraio 2014, un incontro dibattito con l’Assessore regionale, al quale hanno sottoposto argomenti importanti, molti dei quali, messi per scritto sono stati ascoltati con vero interesse dall’Assessore. Infondate le “chiacchere” che d’ora in avanti la “Regione” ascolti, come referente, una sola sigla associativa dei cacciatori, come afferma Salvadori: “Lo dimostra anche il fatto dell’incontro di oggi con voi”. Fra gli argomenti posti, ma non il più importante, visto il malessere che serpeggia fra i cacciatori in alcuni ATC è quello che tutti gli incarichi all’interno delle ATC , siano solo a titolo onorifico garantendo così di aumentare i membri dei comitati degli ATC per avere finalmente un rappresentante di ogni associazione venatoria dentro ad ogni ATC per vigilare sulla gestione delle tasse dei cacciatori.
Abbiamo espresso anche dubbi e perplessità sulla gestione degli ATC dove la maggioranza è affidata, presidenti compresi, a Fidc ed Arci che consentono sprechi ingenti sulle tasse dei cacciatori. La maggior parte dei soldi versati dai cacciatori se ne vanno in gestione amministrativa e tecnica degli ATC con incarichi ai soli noti.
Tutto questo non lascia spazio a spendere energie e soldi per far trovare al cacciatore la selvaggina stanziale sul territorio e creare habitat ideali per l’avifauna migratoria. Come se non bastasse, vengono continuamente chieste altre tasse oltre alla quota d’iscrizione all’ATC per ospiti delle squadre di cinghiale o per poter cacciare il cinghiale nelle aree non vocate. Ulteriori gabelle che seppur denunciate vengono pervicacemente richieste ai cacciatori che invece dovrebbero rifiutarsi di pagare. Su questo stiamo valutando la possibilità di class action per avere indietro i soldi pagati dai cacciatori.
Ma tutta questa mala gestione non è solo una nostra opinione, ci sono almeno due procure toscane che stanno indagando i presidenti (tutti guarda caso targati Fidc e Arci) degli Ambiti Territoriali di Caccia sia per stipendi non dovuti sia per altri gravi reati.
E’ ora di cambiare passo, è ora di cambiare gestione, è ora di cambiare un sistema che si mangia i soldi dei cacciatori senza offrire loro servizi adeguati; anche per questo assistiamo ad un calo costante degli appassionati di Diana. Infatti il CCT rappresenta solo l’unione della disperazione, perché migliaia di tesserati vengono ogni anno persi per strada proprio dalle associazioni che compongono il CCT che, lo ricordiamo, non arrivano neanche a 65mila cacciatori, altra bugia propinata ai cacciatori toscani.
In conclusione da una parte ci sono i vertici delle associazioni che sono targati sinistra toscana e paiono di fatto organici al PD, tutto ciò appare quasi finalizzato a continuare un sistema di potere sulla caccia in Toscana.

IL PRESIDENTE REGIONALE
PAOLO ISIDORI

ASSOCIAZIONE NAZIONALE LIBERA CACCIA
SEGRETERIA REGIONALE TOSCANA

ANLC Toscana: considerazioni sulla confederazione dei cacciatori : Ilcacciatore.com
 
Vorrei dopo certe letture fare delle considerazioni, certi scritti non vorrei mai leggerli perchè fanno male al nostro mondo cosa scontata, che l' unione fa la forza ed è bene è storicamente provato come divisi è male altrettanto ,solo queste considerazioni basterebbero a togliere dubbi. Che la caccia è anche politica altro dato di fatto, se poi in regioni si hanno mani diverse Toscana PD Sx, Veneto mano destra Lega Dx, è facile intuire che tutte e due concorrono a lavarsi il viso, dimostra la bontà del progetto. I distinguo gli steccati le barricate servono a qualcosa mi domando, specialmente se sono operate fra di noi, adoperiamo più elasticità mentale e consideriamo l'unione un investimento in rendita soprattutto legislativa visto che chi fa le leggi può essere questo si di parte e incapace, torno a ripetere per l'ennesima volta che non ha senso parlare di cacciatori A o B schierati, o meglio ha un senso, se uniti influenziamo poco figuriamoci divisi, se non partecipi non influisci mai. La certezza è che ci uniscono proprio le difficoltà, ad esempio la corte ha stabilito che i calendari devono essere fatti per via amministrativa e non si possono fare per legge, questa cosa è grave vuol dire offrire motivi e il fianco se le cose non vengano fatte con criterio a ricorsi, parlare di iscritti è sempre antipatico anche perchè io non ho nulla da difendere , se non il fatto che usiamo il nostro potenziale magari nell'art. 5 della costituzione dove parla delle autonomie locali:
La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento.
E' difficile costruire, più facile abbattere, ma così abbiamo perso in partenza, la fiducia è obbligatoria per un cacciatore e non la dovrebbe perdere mai, altrimenti non è un cacciatore.
 
Un giovane nato vecchio. Ecco cosa rappresenta il nuovo soggetto dell’associazionismo venatorio toscano. Ma non basta, questo neonato ha già stampato sulla fronte un tatuaggio che rappresenta la sinistra toscana. Un ramoscello d’ulivo, lo stesso che è presente nel simbolo del PD.
I cacciatori toscani che pagheranno la nuova tessera del CCT devono sapere che i loro soldi saranno gestiti più da un partito politico che da una associazione venatoria.
Infatti, il CCT è riuscito nello straordinario obiettivo di portare la politica nel mondo venatorio. Forse sarà stato l’influsso dell’Arci Caccia che da sempre fonde politica con attività venatoria e per questo perde migliaia di tesserati ogni anno.
Nelle file sia dell’Arci Caccia, ma anche della prestigiosa Federcaccia Toscana, troviamo infatti ex sindaci assessori comunali, regionali, ex porta borse degli stessi politici, tesserati e simpatizzanti del fu PCI poi PDS, DS ed ora PD. Non stiamo parlando di semplici associati, ma dei massimi dirigenti della FIDC sia regionali che provinciali.
Fino a qui niente di nuovo sotto il sole toscano. Può capitare che qualche dirigente abbia un passato in politica, ma per rimarcare che anche il nuovo CCT è espressione dell’odierno PD toscano troviamo come membri dell’assemblea il segretario regionale della CGIL, un assessore della provincia di Livorno, l’ex sindaco di Prato.
E’ bene quindi che i cacciatori sappiano chi gestirà loro. Ed è bene che sappiano come sono stati gestiti in tutti questi anni. Infatti la Liberacaccia non può consentire che la politica si intrometta tra le associazioni venatorie, specie quella politica che va a braccetto con gli ambientalisti più radicali, che vorrebbero la chiusura della caccia in Toscana ed in Italia.
Potrebbe bastare questo a non far aderire la Liberacaccia al nuovo CCT, invece c’è dell’altro.
Lo scandalo drammatico che stiamo vivendo in Toscana per regolarizzare gli appostamenti fissi di caccia, un progetto di legge impeccabile prodotto approvato dalla giunta regionale è stato stravolto dagli emendamenti dei consiglieri regionali (PD) organici al nuovo CCT, che hanno prodotto di fatto una impossibile applicazione della legge vigente esponendo ogni giorno i titolari di appostamento fisso a denunce penali e sanzioni amministrative pesantissime, a nostro parere laddove fosse ritenuta illegittima.
Di questo abbiamo chiesto conto in un recente incontro con l’Assessore Regionale alla caccia, per fare chiarezza vera a tutela dei cacciatori.
Proprio nel corso dell’incontro, al quale hanno partecipato anche Enalcaccia ed Italcaccia, sono emerse altre ragioni molto più importanti per la non adesione al progetto di casa comune dei cacciatori toscani. Le sopra citate associazioni venatorie hanno avuto il giorno 7 Febbraio 2014, un incontro dibattito con l’Assessore regionale, al quale hanno sottoposto argomenti importanti, molti dei quali, messi per scritto sono stati ascoltati con vero interesse dall’Assessore. Infondate le “chiacchere” che d’ora in avanti la “Regione” ascolti, come referente, una sola sigla associativa dei cacciatori, come afferma Salvadori: “Lo dimostra anche il fatto dell’incontro di oggi con voi”. Fra gli argomenti posti, ma non il più importante, visto il malessere che serpeggia fra i cacciatori in alcuni ATC è quello che tutti gli incarichi all’interno delle ATC , siano solo a titolo onorifico garantendo così di aumentare i membri dei comitati degli ATC per avere finalmente un rappresentante di ogni associazione venatoria dentro ad ogni ATC per vigilare sulla gestione delle tasse dei cacciatori.
Abbiamo espresso anche dubbi e perplessità sulla gestione degli ATC dove la maggioranza è affidata, presidenti compresi, a Fidc ed Arci che consentono sprechi ingenti sulle tasse dei cacciatori. La maggior parte dei soldi versati dai cacciatori se ne vanno in gestione amministrativa e tecnica degli ATC con incarichi ai soli noti.
Tutto questo non lascia spazio a spendere energie e soldi per far trovare al cacciatore la selvaggina stanziale sul territorio e creare habitat ideali per l’avifauna migratoria. Come se non bastasse, vengono continuamente chieste altre tasse oltre alla quota d’iscrizione all’ATC per ospiti delle squadre di cinghiale o per poter cacciare il cinghiale nelle aree non vocate. Ulteriori gabelle che seppur denunciate vengono pervicacemente richieste ai cacciatori che invece dovrebbero rifiutarsi di pagare. Su questo stiamo valutando la possibilità di class action per avere indietro i soldi pagati dai cacciatori.
Ma tutta questa mala gestione non è solo una nostra opinione, ci sono almeno due procure toscane che stanno indagando i presidenti (tutti guarda caso targati Fidc e Arci) degli Ambiti Territoriali di Caccia sia per stipendi non dovuti sia per altri gravi reati.
E’ ora di cambiare passo, è ora di cambiare gestione, è ora di cambiare un sistema che si mangia i soldi dei cacciatori senza offrire loro servizi adeguati; anche per questo assistiamo ad un calo costante degli appassionati di Diana. Infatti il CCT rappresenta solo l’unione della disperazione, perché migliaia di tesserati vengono ogni anno persi per strada proprio dalle associazioni che compongono il CCT che, lo ricordiamo, non arrivano neanche a 65mila cacciatori, altra bugia propinata ai cacciatori toscani.
In conclusione da una parte ci sono i vertici delle associazioni che sono targati sinistra toscana e paiono di fatto organici al PD, tutto ciò appare quasi finalizzato a continuare un sistema di potere sulla caccia in Toscana.

IL PRESIDENTE REGIONALE
PAOLO ISIDORI

ASSOCIAZIONE NAZIONALE LIBERA CACCIA
SEGRETERIA REGIONALE TOSCANA

ANLC Toscana: considerazioni sulla confederazione dei cacciatori : Ilcacciatore.com

E' uno schifo!
 
Un giovane nato vecchio. Ecco cosa rappresenta il nuovo soggetto dell’associazionismo venatorio toscano. Ma non basta, questo neonato ha già stampato sulla fronte un tatuaggio che rappresenta la sinistra toscana. Un ramoscello d’ulivo, lo stesso che è presente nel simbolo del PD.
I cacciatori toscani che pagheranno la nuova tessera del CCT devono sapere che i loro soldi saranno gestiti più da un partito politico che da una associazione venatoria.
Infatti, il CCT è riuscito nello straordinario obiettivo di portare la politica nel mondo venatorio. Forse sarà stato l’influsso dell’Arci Caccia che da sempre fonde politica con attività venatoria e per questo perde migliaia di tesserati ogni anno.
Nelle file sia dell’Arci Caccia, ma anche della prestigiosa Federcaccia Toscana, troviamo infatti ex sindaci assessori comunali, regionali, ex porta borse degli stessi politici, tesserati e simpatizzanti del fu PCI poi PDS, DS ed ora PD. Non stiamo parlando di semplici associati, ma dei massimi dirigenti della FIDC sia regionali che provinciali.
Fino a qui niente di nuovo sotto il sole toscano. Può capitare che qualche dirigente abbia un passato in politica, ma per rimarcare che anche il nuovo CCT è espressione dell’odierno PD toscano troviamo come membri dell’assemblea il segretario regionale della CGIL, un assessore della provincia di Livorno, l’ex sindaco di Prato.
E’ bene quindi che i cacciatori sappiano chi gestirà loro. Ed è bene che sappiano come sono stati gestiti in tutti questi anni. Infatti la Liberacaccia non può consentire che la politica si intrometta tra le associazioni venatorie, specie quella politica che va a braccetto con gli ambientalisti più radicali, che vorrebbero la chiusura della caccia in Toscana ed in Italia.
Potrebbe bastare questo a non far aderire la Liberacaccia al nuovo CCT, invece c’è dell’altro.
Lo scandalo drammatico che stiamo vivendo in Toscana per regolarizzare gli appostamenti fissi di caccia, un progetto di legge impeccabile prodotto approvato dalla giunta regionale è stato stravolto dagli emendamenti dei consiglieri regionali (PD) organici al nuovo CCT, che hanno prodotto di fatto una impossibile applicazione della legge vigente esponendo ogni giorno i titolari di appostamento fisso a denunce penali e sanzioni amministrative pesantissime, a nostro parere laddove fosse ritenuta illegittima.
Di questo abbiamo chiesto conto in un recente incontro con l’Assessore Regionale alla caccia, per fare chiarezza vera a tutela dei cacciatori.
Proprio nel corso dell’incontro, al quale hanno partecipato anche Enalcaccia ed Italcaccia, sono emerse altre ragioni molto più importanti per la non adesione al progetto di casa comune dei cacciatori toscani. Le sopra citate associazioni venatorie hanno avuto il giorno 7 Febbraio 2014, un incontro dibattito con l’Assessore regionale, al quale hanno sottoposto argomenti importanti, molti dei quali, messi per scritto sono stati ascoltati con vero interesse dall’Assessore. Infondate le “chiacchere” che d’ora in avanti la “Regione” ascolti, come referente, una sola sigla associativa dei cacciatori, come afferma Salvadori: “Lo dimostra anche il fatto dell’incontro di oggi con voi”. Fra gli argomenti posti, ma non il più importante, visto il malessere che serpeggia fra i cacciatori in alcuni ATC è quello che tutti gli incarichi all’interno delle ATC , siano solo a titolo onorifico garantendo così di aumentare i membri dei comitati degli ATC per avere finalmente un rappresentante di ogni associazione venatoria dentro ad ogni ATC per vigilare sulla gestione delle tasse dei cacciatori.
Abbiamo espresso anche dubbi e perplessità sulla gestione degli ATC dove la maggioranza è affidata, presidenti compresi, a Fidc ed Arci che consentono sprechi ingenti sulle tasse dei cacciatori. La maggior parte dei soldi versati dai cacciatori se ne vanno in gestione amministrativa e tecnica degli ATC con incarichi ai soli noti.
Tutto questo non lascia spazio a spendere energie e soldi per far trovare al cacciatore la selvaggina stanziale sul territorio e creare habitat ideali per l’avifauna migratoria. Come se non bastasse, vengono continuamente chieste altre tasse oltre alla quota d’iscrizione all’ATC per ospiti delle squadre di cinghiale o per poter cacciare il cinghiale nelle aree non vocate. Ulteriori gabelle che seppur denunciate vengono pervicacemente richieste ai cacciatori che invece dovrebbero rifiutarsi di pagare. Su questo stiamo valutando la possibilità di class action per avere indietro i soldi pagati dai cacciatori.
Ma tutta questa mala gestione non è solo una nostra opinione, ci sono almeno due procure toscane che stanno indagando i presidenti (tutti guarda caso targati Fidc e Arci) degli Ambiti Territoriali di Caccia sia per stipendi non dovuti sia per altri gravi reati.
E’ ora di cambiare passo, è ora di cambiare gestione, è ora di cambiare un sistema che si mangia i soldi dei cacciatori senza offrire loro servizi adeguati; anche per questo assistiamo ad un calo costante degli appassionati di Diana. Infatti il CCT rappresenta solo l’unione della disperazione, perché migliaia di tesserati vengono ogni anno persi per strada proprio dalle associazioni che compongono il CCT che, lo ricordiamo, non arrivano neanche a 65mila cacciatori, altra bugia propinata ai cacciatori toscani.
In conclusione da una parte ci sono i vertici delle associazioni che sono targati sinistra toscana e paiono di fatto organici al PD, tutto ciò appare quasi finalizzato a continuare un sistema di potere sulla caccia in Toscana.

IL PRESIDENTE REGIONALE
PAOLO ISIDORI

ASSOCIAZIONE NAZIONALE LIBERA CACCIA
SEGRETERIA REGIONALE TOSCANA

ANLC Toscana: considerazioni sulla confederazione dei cacciatori : Ilcacciatore.com

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