valentino88

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SVI: Campania, la lotta continua

Nonostante le feste natalizie, ormai trascorse, il Sindacato Venatorio Italiano continua il suo percorso di protesta e di lotta.
Infatti, lungi da noi l’idea di concedere tregua e quartiere alle Istituzioni, anche durante le festività abbiamo continuato, alacremente, il nostro lavoro di bonifica, di cui, come d’uso, diamo conto ai nostri iscritti e simpatizzanti.
Veniamo, dunque, ai fatti:

1. In riferimento all’ampliamento della zona sperimentale dei Monti Picentini (SA), fatta con delibera di giunta n. 244 in data 29.08.2012 e con la quale è stato prorogato il divieto di caccia, con l’affissione di apposita tabellazione, “fino all’approvazione definitiva del Piano Faunistico Venatorio Regionale”, tanto recita la delibera. Lo S.V.I. chiede e diffida gli Organi competenti, vista l’approvazione del su citato P.F.V.R., con pubblicazione sul BURC n. 42 del 01.08.2013 di rimuovere ad horas le tabelle. In mancanza, procederà, senza altro avviso ad adire l’A.G. copetente;

2. In riferimento alla proposta di legge regionale di “Riorganizzazione delle aree protette regionali, del sistema parchi urbani di interesse regionale, nonché dei siti della Rete Natura 2000” ed a palese dimostrazione che noi non siamo contro le Associazioni Venatorie ma pretendiamo semplicemente che facciano il loro “lavoro”, è stata inviata apposita interpellanza agli Organi legislativi regionali con la quale si chiede espressamente che alla gestione dei siti di Natura 2000 siano chiamati anche gli ATC (composti, appunto, da rappresentanti delle Associazioni venatorie) per quella parte di siti (e non sono pochi) che non rientrano nelle aree parco ma sono territorio ex novo, esterno ad essi. Il disappunto è dato dalla constatazione che dobbiamo essere noi a richiedere un diritto che le stesse Associazioni venatorie dovrebbero avere a cuore di rivendicare. Non fosse altro perché lasciare la gestione di tali siti alle sole Associazioni ambientaliste significherebbe lasciargli campo libero e permettergli nel giro di pochi anni di interdire la caccia in tali zone (dove invece per legge è consentita, anche se con talune prescrizioni). Ex post arriveranno le lacrime di coccodrillo e le giustificazioni di impotenza perché oggi non hanno provveduto ad alzare nemmeno un miagolio di rincrescimento.

3. Infine, la telenovela dell’ Azienda Faunistica Venatoria “ Sab-Valsecchi” sita in Battipaglia, località Spineto. Su indicazione di nostri iscritti, noi ascoltiamo chi ci onora della propria fiducia (diversamente da altri), e dopo attenta valutazione, siamo giunti alla conclusione che tale azienda non rispetta i requisiti di legge previsti ma è solo un carrozzone per pochi amici a discapito della generalità dei cacciatori, quindi abbiamo chiesto chiarimenti. Da qui, in data 15/10/2013 prot. n. 0709438 ci veniva comunicato, dalla giunta Regionale della Campania “ Area Generale di Coordinamento Sviluppo Attività Settore Primario Settore Foreste, Caccia e Pesca”, la sospensione di tutte le attività (Dec. Dirig. n. 143 del 10/10/2013). Visti i fatti, in data 4.11.2013 chiediamo, dunque, la rimozione delle tabelle che delimitano l’area e ne chiediamo l’apertura alla caccia libera. Viceversa, alla faccia della coerenza, in data 11.11.2013 la Provincia di Salerno Settore Caccia e Pesca – Protezione Animali ci comunica che con decreto regionale n. 177 del 31.10.2013 era stato revocato il decreto dirigenziale n. 143 del 10.10.2013, il quale sospendeva tutte le attività relative alla concessione dell’Azienda Valsecchi. Insomma, tolto il burocratese, sospesa la sospensione l’Azienda può continuare la sua attività.

Se si aspettavano, così, di demoralizzarci hanno capito male e, dopo attenta disamina, ci siamo rivolti al
Difensore Civico Regionale affinché verifichi:
• Se le procedure adottate siano conformi alla legge;
• Perché di questo famigerato ultimo decreto regionale n. 177 non vi è traccia sul BURC (atto dovuto e necessitato affinché il decreto acquisti efficacia);
• Perché nonostante le nostre formali richieste di accesso agli atti la Regione non ottemperi nei modi e tempi dovuti, ponendo in essere, così, atti e comportamenti che, se reiterati nel tempo, possono degenerare in estremi di reato (quali: abuso d’ufficio, omissione d’atti d’ufficio, interruzione di pubblico servizio, lesione del diritto alla conoscibilità ed alla trasparenza degli atti amministrativi, vilipendio del diritto alla difesa, ecc..).
Chi ci conosce sa che non ci fermeremo ma soprattutto che non ci fermeranno. La lotta continua.

Lì 14.01.2014

Ufficio Stampa
Sindacato Venatorio Italiano

SVI: Campania, la lotta continua : Ilcacciatore.com
 
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