MUTATIS MUTANDIS
A quasi un anno dalla costituzione del Sindacato Venatorio Italiano tanta acqua è passata sotto i ponti, tanti gli interventi (nelle più disparate sedi istituzionali), tanti i risultati raggiunti, tante battaglie vinte.
Eppure c’è ancora tanto da fare, da combattere e da vincere.
Quando il Sindacato ha visto la luce eravamo pochi, male armati e con mezzi irrisori ma un fattore ci accomunava tutti, la determinazione a non recedere dalle nostre legittime aspettative di cambiamento.
Ecco, dunque, il nostro primo affondo e la nostra prima battaglia, il pallino che ci perseguita da anni. Il desiderio che quel benedetto (maledetto) Calendario Venatorio sia emanato, come legge impone, entro e non oltre il 15 giugno.
Di questo ne abbiamo fatto un cavallo di battaglia ed ancora oggi, mentre tutti vengono presi dal sacro fuoco della caccia cacciata e tutto sembra avvolgersi nella nebbia della passione travolgente, noi siamo ancora qui a chiedere, a gran voce, che i diritti dei cacciatori non siano calpestati da uno sparuto gruppo di burocrati (in buona o cattiva fede, non ci interessa).
Chi ci segue sa che quando partiamo per la caccia non siamo soliti tornare a mani vuote, a costo di passare intere giornate a seguire la preda.
Ecco, dunque, che il 18 aprile c.a. parte la prima diffida alla Regione Campania perché adempia ai suoi compiti nei tempi dovuti, il 5 ed il 7 giugno due ulteriori ammonimenti, il 30 giugno, preso atto del non rispetto della tempistica prevista, il passaggio di mano del carteggio dal Direttivo SVI al proprio Ufficio Legale. Il quale, prima, investe, con circostanziato esposto, la Procura della Repubblica affinché verifichi se in tali comportamenti ravvisi estremi di reato, poi (siamo cocciuti come muli) richiede alla Regione, in base alla legge sulla pubblicità degli atti amministrativi, tutti i documenti che hanno portato a quell’aborto che, eufemisticamente, qualcuno chiama Calendario Venatorio, arrivando così al 6 novembre dove, ottenute le copie dei documenti (non tutte chissà perché – ma anche su questo stiamo chiedendo conto) si scoprono alcuni altarini ed esce fuori che la proposta di C.V. elaborata dal C.T.F.V.R. in data 18.04 viene inviata all’ISPRA, per il parere di conformità, in data 21.06, con ben 64 giorni di ritardo e senza essere supportata dalle motivazioni tecnico-scientifiche dei Key Concepts, al fine di giustificare i tempi di prelievo, delle varie specie, con dati scientifici certi. Un po’ come costruire una casa senza presentare le planimetrie per richiedere la licenza edilizia e con la presunzione di potersi prendere tutto il tempo che si vuole, tanto non controlla nessuno, insomma.
Invece l’ISPRA ha controllato e il WWF ci ha ricamato su con il solito ricorso al TAR.
Burocrati lautamente pagati per non fare il lavoro che gli spetterebbe fare e per creare ostacoli che non dovrebbero, viceversa, creare.
Imperizia,imprudenza, negligenza? Con dolo, senza dolo? Non ci interessa!!
Gli “errori” sono stati fatti, tanti e ripetuti negli anni. Ora vogliamo che se ne vadano. Noi gli stiamo aprendo la porta, che qualcuno che conta gli mostri la strada per uscire perché noi, diversamente, non ci fermeremo ed andremo avanti, caparbiamente, continuando ad informare, se necessario, la Magistratura, affinché i nostri diritti vengano tutelati.
“Cambiate le cose che debbono essere cambiate” o ne risponderete, in solido, con chi le ha perpetrate.
Lì 14.11.2013
Ufficio Stampa
Sindacato Venatorio Italiano
Campania ? SVI: Mutatis mutandis : Ilcacciatore.com