Dove e perché la caccia viene sospesa

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21/09/2013

Lazio, Piemonte e Sardegna, tre facce della stessa medaglia. I ricorsi degli specialisti anticaccia hanno buon gioco quando dai piani faunistici si escludono pareri ormai giudicati vincolanti per i Tribunali amministrativi regionali. Quello dell'Ispra su tutti...

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Ultimo in ordine di tempo, il Lazio. Per effetto dell'ordinanza del Tar, gli uffici caccia della regione, per molte delle specie cacciabili "l'esercizio venatorio risulta sospeso e potrà riprendere dalla data del 2 ottobre 2013". Allo stato attuale fino al 2 ottobre, la caccia resta aperta nel Lazio per le sole specie coniglio selvatico e volpe. Oltre che per le specie merlo e tortora, che restano cacciabili per il periodo 21-30 settembre esclusivamente in appostamento fisso e con carniere giornaliero di massimo 5 capi per cacciatore, ma solo per 3 giornate complessive per singola specie (dall'1º settembre fino al 30 settembre). Nella nota si precisa anche (in allegato per maggiore comprensione) che per le specie capriolo, cervo, cinghiale, daino e muflone, continuano a valere le previsioni già disposte nel calendario venatorio per la stagione 2013 - 2014.
Dopo la sospensiva del Tar, in Sardegna si torna a caccia dal 29 settembre. Il Comitato regionale faunistico ha infatti stabilito di posticipare l'apertura generale della caccia al 29 settembre e deliberato, per poter approfondire alcune delle osservazioni formulate dall'Ispra, di chiudere tecnicamente la caccia a tutta l'avifauna al 29 dicembre, fatta eccezione per la tortora che chiude come in precedenza il 31 ottobre. Nulla è cambiato per quanto riguarda la caccia alla volpe e al cinghiale. Il parere dell'Ispra era stato richiesto a seguito dell'ordinanza. "L'ordinanza del Tar - ha sottolineato l'assessore Andrea Biancareddu - misteriosamente afferma che la Regione deve chiedere il parere all'Ispra anche se l'amministrazione agisce nell'alveo delle norme di cui si è dotata. La legge regionale sarda, infatti, non lo prevede questo parere e quindi i giudici si sono rifatti alla legge nazionale, rilevando la norma come un principio di riforma economico e sociale".
Anche in Piemonte il Tar, per primo in questa stagione venatoria, ha sospeso il calendario venatorio regionale e tutti gli atti a esso collegati. Il ricorso al tribunale amministrativo era stato proposto dalle associazioni animaliste Lac (Lega per l’abolizione della caccia) e Pro natura, che avevano eccepito “mancanza del piano faunistico venatorio regionale, mancata effettuazione della valutazione d’incidenza ambientale, difetto di motivazione a superamento dei rilievi espressi dall’Ispra per la protezione di numerose specie”. Motivazioni tutte accolte dal Tar, che ha quindi sospeso la caccia ancor prima di cominciare (l’apertura generale è prevista per il 29), i provvedimenti riguardanti la caccia di selezione agli ungulati, la caccia della tipica fauna alpina, i criteri di ammissione dei cacciatori, i periodi di prelievo alle specie migratrici. L’assessore alle politiche agricole, Claudio Sacchetto, ha espresso dichiarazioni rassicuranti: “La caccia non si fermerà, martedì presenterò in giunta la nuova delibera in grado di superare il problema”. Tuttavia al momento non pare esservi alcuno spiraglio.
Calendario venatorio "salvo", infine, in Veneto. La regione fa sapere che il tribunale amministrativo regionale ha rigettato, con propria ordinanza, la richiesta di sospensiva avanzata da alcune associazioni ambientaliste contro il calendario venatorio.

fonte:armietiro.it
 
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