Lo scorso 26 giugno si è svolto un "tavolo partecipato" organizzato dall’associazione ambientalista OIPA, di cui riportiamo un resoconto scritto da Antonio Dentale della Libera Caccia di Ferrara.
Titolo del tavolo "Perchè fermare i pani di abbattimento"
Impatto ambientale, costi, alternative
I partecipanti erano una trentina in totale compresi i due presidenti provinciali della Libera Caccia e della Federcaccia; fra i relatori Biologi, Assessori regionali dell’ER ed il nostro assessore provinciale Stefano Calderoni.
Ebbene sin dai primi interventi si è registrato un "fuori tema" macroscopico con invettive nei confronti della caccia e dei cacciatori la cui <<lobby>>, a loro dire, con il pretesto dei piani di abbattimento, si garantirebbe il diritto di esercitare l’attività venatoria per tutto il periodo dell’anno solare (sic!) ed in questo ne sarebbe connivente l’Ente Provincia rea di deliberare i Piani stessi: quindi capro espiatorio il nostro giovane assessore cui va il mio personale plauso per la impeccabile professionalità con cui si è dibattuto senza mai cedere alle provocazioni che gli venivano lanciate!
Sono stati esposti numerosi concetti, taluni molto fantasiosi ed originali, aventi tutti una loro logica… peccato solo che costruiti su presupposti infondati!
Ne riporto solo alcuni per non tediarvi troppo:
- Massimo Comparotto intende i piani di abbattimento una attività venatoria sostenuta da cacciatori!
- Il consigliere regionale Gabriella Meo ha sostenuto che i risarcimenti dei danni causati dalle specie animali selvatiche sono coincidenti con gli areali in cui si effettuano i piani di abbattimento; ha infatti riportato, per la provincia di Ferrara, gli importi risarciti nel Parco del Delta confrontandoli con quelli del Mezzano, ebbene, ha affermato non solo la assoluta inefficacia dei piani di controllo bensì li ha considerati addirittura controproducenti! (… forse sfugge alla signora Gabriella che le colture specializzate, i vivai e quant’altro non sono nel Parco del Delta quanto nel Mezzano).
- Il Biologo Gianni Tamino afferma con assoluta certezza che se si continua ad abbattere i predatori quali le volpi non si fa altro che favorirne la riproduzione (da parte dei capi sopravvissuti avendo questi meno competitori per la ricerca delle prede), inoltre, l’effettuazione dei ripopolamenti di selvaggina e la istituzione di zone di ripopolamento costituirebbero una risorsa alimentare che favorirebbe l’incremento degli animali predatori (leggasi volpi) con distrazione di questi ultimi dalla caccia ai topi!!!
- Il consigliere regionale Mauro Malaguti frustrato per un disegno di legge (non passato) che prevedeva la messa al bando dei piani di abbattimento, chiede all’assessore provinciale di imporre la presenza di un agente di polizia provinciale quando viene attivata una squadra di coadiutori abilitata per il controllo della volpe perchè non ripone alcuna fiducia sull’operato degli stessi (identificati come cacciatori quindi non credibili per quanto riportano nei verbali dell’intervento: ancora una prova di come l’attività del coadiutore sia equiparata a quella del cacciatore; ciò è solo l’ennesimo esempio di un processo alle intenzioni oltre che un insulto gratuito nei confronti dei cittadini-cacciatori)
- Il Biologo Samuele Venturini, nonchè Castorologo, presenta un piano di controllo delle nutrie basato sulla sterilizzazione chirurgica delle stesse (…mi astengo da ogni considerazione al riguardo!)
Non continuo oltre, anzi temo già di aver abusato della vostra attenzione, ma consentitemi di aggiungere che il convegno si è protratto per ben tre ore; i rappresentanti dei cacciatori erano sorpresi da tanta incompetenza in materia dimostrata soprattutto da chi riveste ruoli di pubblico amministratore! E’ stato a questo punto che Marino Bersanetti (FIdC) ha preso la parola sottolineando il "fuori tema" del convegno e la inapplicabilità pratica delle alternative proposte ai piani di abbattimento: un agricoltore che nel raccolto di un prodotto agricolo basa il proprio reddito non può aspettare il lunghissimo tempo previsto per il riassetto dell’equilibrio biologico (si parla di decine di anni se non oltre!). La platea, dapprima ammutolita per l’inaspettato intervento, peraltro molto appassionato del signor Bersanetti, lo ha poi interrotto a più riprese e proprio quando tutti dicevano la loro salta su l’illustre Biologo Tamino ribadendo che è proprio non praticando la caccia alla volpe che si limiterebbero le covate di gazze!!! (…io non ho mai visto una volpe salire sugli alberi, ne mai le gazze fare i nidi per terra! tuttavia: "ubi major minor cessat").
Con questo concludo la relazione sul tavolo partecipato; ritengo la situazione grave perchè concetti assurdi sono portati avanti da coloro che incidono sulle normave dell’attività venatoria. Personalmente sarei per il dialogo perchè sono convinto che anche i più estremisti anticaccia non conoscano la caccia come sono altrettanto convinto che anche il mondo venatorio non ha il possesso della verità assoluta… dopo tutto c’è sempre da imparare e questo in una società civile va fatto in comune altrimenti ci sarà sempre un conflitto senza fine!
Ho concluso, un cordialissimo saluto
Antonio Dentale
(Libera Caccia Ferrara)