Emilia Romagna, tavolo partecipato.

Illegittimità piano provinciale di controllo con abbattimento della specie “volpe”

Illegittimità piano provinciale di controllo con abbattimento della specie “volpe”

Lunedì 16 Dicembre 2013 05:53



Giurisprudenza Amministrativa TAR

TAR Emilia Romagna (PR), Sez. I, n. 302, del 5 novembre 2013

Caccia e animali.Illegittimità piano provinciale di controllo con abbattimento della specie “volpe”

Né il provvedimento impugnato né il correlato parere dell’ISPRA si soffermano in alcun modo sulla eventuale possibilità di utilizzare mezzi di controllo ecologici della specie considerata, ovvero sulle ragioni della non praticabilità di detti mezzi alternativi. Inoltre, la delibera di Giunta Provinciale dispone una serie d’interventi per il controllo della specie “volpe” consistenti, in estrema sintesi, nell’abbattimento a fucilate dei capi ritenuti in eccesso, con sparo da veicoli, forma di intervento vietato dalla della L. 157/1992, senza possibilità di deroghe. (Segnalazione e massima a cura di F. Albanese)
N. 00302/2013 REG.PROV.COLL.
N. 00346/2012 REG.RIC.
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Emilia Romagna
sezione staccata di Parma (Sezione Prima)
ha pronunciato la presente
SENTENZA
sul ricorso numero di registro generale 346 del 2012, proposto da:
LAC - Lega per l'Abolizione della Caccia, Associazione Vittime della Caccia, Animal Liberation, rappresentati e difesi dall'avv. Massimo Rizzato, con domicilio eletto presso l’avv. Antonella Costa in Parma, Piazzale Borri, 3;

contro
Provincia di Reggio Emilia, in persona del Presidente in carica, rappresentata e difesa dall'avv. Alessandro Merlo, con domicilio eletto presso la Segreteria del TAR in Parma, Piazzale Santafiora, 7;
nei confronti di
Ambito Territoriale Caccia N.1, Federcaccia, Ambito Territoriale di Caccia N. 3, Ambito Territoriale di Caccia N.4, Arci Caccia, ciascuno con separato atto rappresentato e difeso dall'avv. Elisa Morellini, con domicilio eletto presso l’avv. Giulia Galloni in Parma, borgo Tommasini, 20;
per l'annullamento
della deliberazione 10 luglio 2012 n. 187, pubblicata all’albo pretorio il 17 luglio successivo, con la quale la Giunta provinciale di Reggio Emilia ha approvato il piano di controllo della specie “volpe”.



Visti il ricorso e i relativi allegati;
Visti gli atti di costituzione in giudizio della Provincia di Reggio Emilia, dell’Ambito Territoriale Caccia N.1 e di Federcaccia;
Visti gli atti di intervento ad opponendum dell’Ambito Territoriale di Caccia N. 3, dell’Ambito Territoriale di Caccia N.4 e di Arci Caccia;
Viste le memorie difensive;
Visti tutti gli atti della causa;
Relatore la dott.ssa Laura Marzano;
Uditi, nell'udienza pubblica del giorno 23 ottobre 2013, i difensori come specificato nel verbale;
Ritenuto e considerato in fatto e in diritto quanto segue.



FATTO e DIRITTO

Con il ricorso in epigrafe le associazioni ricorrenti hanno impugnato la delibera di Giunta della Provincia di Reggio Emilia n. 187/2012 con cui è stata approvata la prosecuzione del piano di controllo delle specie volpe.
Si sono costituiti in giudizio sia la Provincia intimata sia i controinteressati A.T.C. n. 1 di Reggio Emilia e Federcaccia chiedendo la reiezione del ricorso.
Hanno, inoltre, spiegato intervento ad opponendum A.T.C. n. 3, A.T.C. n. 4 e A.R.C.I. Caccia.
Con ordinanza n. 213 del 7 novembre 2011 la Sezione ha accolto l’istanza cautelare.
In vista della discussione la Provincia di Reggio Emilia ha depositato breve memoria conclusiva insistendo per le conclusioni già rassegnate.
All’udienza pubblica del 23 ottobre 2013, sentiti i difensori presenti, la causa è stata trattenuta in decisione.
Le associazioni ricorrenti, istituzionalmente dedite alla tutela delle specie animali contro la caccia e alla abolizione della stessa caccia, hanno impugnato delibera di Giunta Provinciale che dispone una serie di interventi per il controllo della specie “volpe” consistenti, in estrema sintesi, nell’abbattimento a fucilate dei capi ritenuti in eccesso (doc. 1 ricorrenti, copia deliberazione).
Il ricorso è affidato a due motivi: con il primo la parte ricorrente censura l’atto per violazione dell’art. 19 della L. 157/1992, atteso che mancherebbe la dimostrazione della impossibilità di controllare la specie con i metodi ecologici da impiegarsi in via prioritaria a tenore della suddetta norma.
Con il secondo motivo è dedotta la violazione dell’art. 21 comma 1 lettera i) della stessa legge, in quanto la delibera consentirebbe anche l’abbattimento con sparo da veicoli, forma di intervento vietato dalla richiamata norma senza possibilità di deroghe.
L’amministrazione intimata, adiuvata dagli intervenienti, resiste difendendo la legittimità del proprio operato.
Il ricorso è fondato e merita accoglimento.
Dall’esame degli atti di causa emerge che, come già ritenuto in sede cautelare, né il provvedimento impugnato né il correlato parere dell’ISPRA (docc. 2 e 3 del fascicolo di parte ricorrente) si soffermano in alcun modo sulla eventuale possibilità di utilizzare mezzi di controllo ecologici della specie considerata ovvero sulle ragioni della non praticabilità di detti mezzi alternativi.
Il rilevato difetto di motivazione è motivo sufficiente per disporre l’annullamento dell’atto impugnato (cfr. Cons. Stato, Sez. VI, 7 giugno 2011, n. 3419).
Non può condividersi, in proposito, l’obiezione, formulata dalla Provincia nelle prime difese e riproposta nella memoria conclusiva, per cui l’atto impugnato andrebbe inserito nel contesto di analoghi interventi posti in essere fin dal 2003, essendo quanto meno logicamente possibile nonché altamente probabile che dall’epoca i presupposti di fatto siano cambiati.
Per quanto precede, stante la fondatezza del primo motivo, il ricorso va accolto, assorbito l’ulteriore motivo e, per l’effetto, l’atto impugnato va annullato.
Le spese del giudizio, in ragione della soccombenza, sono poste in solido a carico della Provincia di Reggio Emilia, dei controinteressati e degli intervenienti, che in solido dovranno corrisponderle a favore del difensore della parte ricorrente, essendo state ammesse le stesse ricorrenti L.A.C., Associazione vittime della Caccia e Animal Liberation al patrocinio a spese dello Stato con deliberazione della Commissione in data 10 ottobre 2012, ai sensi dell’art. 133 D.Lgs. 115/02.
P.Q.M.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per l'Emilia Romagna, Sezione distaccata di Parma, definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo accoglie e, per l'effetto, annulla l'ordinanza impugnata.
Condanna, ex 133 D.Lgs. 115/02, Provincia di Reggio Emilia, l’A.T.C. n. 1 di Reggio Emilia, Federcaccia Sezione di Reggio Emilia, l’A.T.C. n. 3 di Reggio Emilia, l’A.T.C. n. 4 di Reggio Emilia e A.R.C.I. Caccia, Sezione di Reggio Emilia, in solido fra loro, a rifondere, in favore del difensore delle ricorrenti, le spese di giudizio liquidate in complessivi € 1.800,00 (milleottocento) oltre CA e IVA come per legge, come da motivazione.
Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa.
Così deciso in Parma nella camera di consiglio del giorno 23 ottobre 2013 con l'intervento dei magistrati:
Angela Radesi, Presidente
Laura Marzano, Primo Referendario, Estensore
Marco Poppi, Primo Referendario
L'ESTENSORE
IL PRESIDENTE
DEPOSITATA IN SEGRETERIA
Il 05/11/2013

IL SEGRETARIO
(Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)
 

prete

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Lo scorso 26 giugno si è svolto un "tavolo partecipato" organizzato dall’associazione ambientalista OIPA, di cui riportiamo un resoconto scritto da Antonio Dentale della Libera Caccia di Ferrara.
Titolo del tavolo "Perchè fermare i pani di abbattimento"
Impatto ambientale, costi, alternative

I partecipanti erano una trentina in totale compresi i due presidenti provinciali della Libera Caccia e della Federcaccia; fra i relatori Biologi, Assessori regionali dell’ER ed il nostro assessore provinciale Stefano Calderoni.
Ebbene sin dai primi interventi si è registrato un "fuori tema" macroscopico con invettive nei confronti della caccia e dei cacciatori la cui <<lobby>>, a loro dire, con il pretesto dei piani di abbattimento, si garantirebbe il diritto di esercitare l’attività venatoria per tutto il periodo dell’anno solare (sic!) ed in questo ne sarebbe connivente l’Ente Provincia rea di deliberare i Piani stessi: quindi capro espiatorio il nostro giovane assessore cui va il mio personale plauso per la impeccabile professionalità con cui si è dibattuto senza mai cedere alle provocazioni che gli venivano lanciate!
Sono stati esposti numerosi concetti, taluni molto fantasiosi ed originali, aventi tutti una loro logica… peccato solo che costruiti su presupposti infondati!
Ne riporto solo alcuni per non tediarvi troppo:
- Massimo Comparotto intende i piani di abbattimento una attività venatoria sostenuta da cacciatori!
- Il consigliere regionale Gabriella Meo ha sostenuto che i risarcimenti dei danni causati dalle specie animali selvatiche sono coincidenti con gli areali in cui si effettuano i piani di abbattimento; ha infatti riportato, per la provincia di Ferrara, gli importi risarciti nel Parco del Delta confrontandoli con quelli del Mezzano, ebbene, ha affermato non solo la assoluta inefficacia dei piani di controllo bensì li ha considerati addirittura controproducenti! (… forse sfugge alla signora Gabriella che le colture specializzate, i vivai e quant’altro non sono nel Parco del Delta quanto nel Mezzano).
- Il Biologo Gianni Tamino afferma con assoluta certezza che se si continua ad abbattere i predatori quali le volpi non si fa altro che favorirne la riproduzione (da parte dei capi sopravvissuti avendo questi meno competitori per la ricerca delle prede), inoltre, l’effettuazione dei ripopolamenti di selvaggina e la istituzione di zone di ripopolamento costituirebbero una risorsa alimentare che favorirebbe l’incremento degli animali predatori (leggasi volpi) con distrazione di questi ultimi dalla caccia ai topi!!!
- Il consigliere regionale Mauro Malaguti frustrato per un disegno di legge (non passato) che prevedeva la messa al bando dei piani di abbattimento, chiede all’assessore provinciale di imporre la presenza di un agente di polizia provinciale quando viene attivata una squadra di coadiutori abilitata per il controllo della volpe perchè non ripone alcuna fiducia sull’operato degli stessi (identificati come cacciatori quindi non credibili per quanto riportano nei verbali dell’intervento: ancora una prova di come l’attività del coadiutore sia equiparata a quella del cacciatore; ciò è solo l’ennesimo esempio di un processo alle intenzioni oltre che un insulto gratuito nei confronti dei cittadini-cacciatori)
- Il Biologo Samuele Venturini, nonchè Castorologo, presenta un piano di controllo delle nutrie basato sulla sterilizzazione chirurgica delle stesse (…mi astengo da ogni considerazione al riguardo!)
Non continuo oltre, anzi temo già di aver abusato della vostra attenzione, ma consentitemi di aggiungere che il convegno si è protratto per ben tre ore; i rappresentanti dei cacciatori erano sorpresi da tanta incompetenza in materia dimostrata soprattutto da chi riveste ruoli di pubblico amministratore! E’ stato a questo punto che Marino Bersanetti (FIdC) ha preso la parola sottolineando il "fuori tema" del convegno e la inapplicabilità pratica delle alternative proposte ai piani di abbattimento: un agricoltore che nel raccolto di un prodotto agricolo basa il proprio reddito non può aspettare il lunghissimo tempo previsto per il riassetto dell’equilibrio biologico (si parla di decine di anni se non oltre!). La platea, dapprima ammutolita per l’inaspettato intervento, peraltro molto appassionato del signor Bersanetti, lo ha poi interrotto a più riprese e proprio quando tutti dicevano la loro salta su l’illustre Biologo Tamino ribadendo che è proprio non praticando la caccia alla volpe che si limiterebbero le covate di gazze!!! (…io non ho mai visto una volpe salire sugli alberi, ne mai le gazze fare i nidi per terra! tuttavia: "ubi major minor cessat").
Con questo concludo la relazione sul tavolo partecipato; ritengo la situazione grave perchè concetti assurdi sono portati avanti da coloro che incidono sulle normave dell’attività venatoria. Personalmente sarei per il dialogo perchè sono convinto che anche i più estremisti anticaccia non conoscano la caccia come sono altrettanto convinto che anche il mondo venatorio non ha il possesso della verità assoluta… dopo tutto c’è sempre da imparare e questo in una società civile va fatto in comune altrimenti ci sarà sempre un conflitto senza fine!
Ho concluso, un cordialissimo saluto
Antonio Dentale
(Libera Caccia Ferrara)
 
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