Bologna: Corvidi, nuovo piano per limitare i danni alle colture

Chi fa queste delibere sono le stesse persone che neanche ti ricevono...o se lo fanno lo fanno a fatica...quando si tratta di discutere i calendari...
Sono sensibili solo al soldo.....
Nemmeno ci immaginiamo il potere che avremmo se tutti uniti ci rifiutassimo di sparare agli storni adesso o di cacciarli con tutti quegli stratagemmi che in Romagna si adottano...
I danni sono ingenti e reali.....
Peccato che in tanti di noi x dare 2 botte fuori stagione farebbero carte false....
 

Alberto 69

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Corvidi, nuovo piano per limitare i danni alle colture.
Incremento dei contingenti annuali, regole differenziate per i siti della Rete Natura 2000 e abbattimento con fucile per tutte le specie sono alcune delle novità introdotte con il nuovo piano di controllo deliberato dalla Giunta provinciale, misure volte a contenere i danni causati da questi uccelli alle produzioni agricole.
La Giunta provinciale ha approvato l’11 giugno 2013 (con atto n. 191) un nuovo piano di controllo dei corvidi: cornacchia grigia (Corvus corone cornix), gazza (Pica pica), ghiandaia (Garrulus glandarius).
Le nuove norme si differenziano da quelle precedenti – che decadranno con la esecutività dell’atto appena deliberato (verso il 22 giugno) – in diversi punti sostanziali.
Innanzitutto sono incrementati i numeri massimi di animali abbattibili alla luce dello status delle rispettive popolazioni e dei danni registrati nel nostro territorio negli ultimi anni. I contingenti annui nella provincia di Bologna per le tre specie diventano i seguenti:
3.000 cornacchie
6.500 gazze
4.500 ghiandaie
Le norme provinciali si aggiornano anche nei metodi utilizzabili: accanto alle tradizionali trappole (Larsen e letter box), la cui efficacia viene comunque confermata, si prevede, come misura rafforzativa, l’abbattimento con fucile (con anima liscia e di calibro non superiore al 12), operazione sempre subordinata al rispetto di specifiche modalità e limitazioni. Questo metodo era consentito nel piano precedente solo per la ghiandaia, mentre ora viene ammesso per tutte le tre specie di corvidi contemplati dal piano di controllo.

Importanti le innovazioni introdotte nel capitolo che riporta le norme specifiche per i siti della rete Natura 2000. In coerenza con lo studio di incidenza, elaborato unitamente al piano faunistico venatorio 2007-2012 e alla relativa valutazione di incidenza, nei siti di interesse comunitario e nelle zone di protezione speciale il controllo demografico dei corvidi può essere realizzato esclusivamente con trappole, distinguendo i siti ove vi è una presenza regolare del Lanario dai restanti siti della rete Natura 2000. Nei primi si devono utilizzare solo trappole ad apertura laterale anziché zenitale, negli altri siti si possono impiegare entrambi i modelli di trappole. Le limitazioni al controllo dei corvidi nelle aree particolari della rete Natura 2000 sono state dettate dal rischio che alcuni rapaci (Pellegrino, Lanario e Astore) possono correre nel momento in cui si lanciano in picchiata su un animale che percepiscono in difficoltà (il richiamo nella trappola), finendo involontariamente nella trappola stessa destinata a catturare corvidi. Una specifica sperimentazione effettuata utilizzando trappole ad entrata laterale e collocate in modo che fossero scarsamente visibili da una posizione zenitale (riparate da filari di alberi, siepi o mascherate in altro modo), così da evitare l’attacco dei rapaci, ha dimostrato che attraverso questi accorgimenti si può ottenere l’effetto voluto senza rischi per le specie da proteggere. Il richiamo del corvide in gabbia rimane infatti efficace nei confronti dei conspecifici che avvistandolo lo attaccano da posizioni ravvicinate per la difesa del proprio territorio.
Altra novità del nuovo piano, rispetto alle versioni precedenti, riguarda l’utilizzo del sistema vocale per la registrazione automatica delle operazioni di controllo, già peraltro in uso da parte dei coadiutori dal giugno del 2012. Per consentire un costante adattamento delle norme nell’utilizzo di questo strumento, il piano rinvia alle indicazioni riportate sul sito istituzionale della Provincia sia per quanto concerne la comunicazione telefonica sia per la più agevole registrazione via web.

 
I cacciatori sono un popolo facilmente divisibile e questo ormai è appurato,credo da sempre...... E' un concentrato di egoismo personale. e pochi , ma veramente pochi sono quelli che si muovono anche a favore di altri.-
In questo momento dove ,per una sregolata gestione della fauna tutta, cinghiali, daini caprioli , storni, ecc. ecc. - avremo tra le mani un potente mezzo di scambio, ecco che un manipoli di baldi guerrieri-sparafucili vanifica tutto.- Per poi comunque ripassare dalla 3a domenica di settembre in poi, da 'salvatori agrosilvestri' ad 'assasini spregiudicarti'.-
 
Bologna: Storno, misure eccezionali per danni eccezionali

Bologna: Storno, misure eccezionali per danni eccezionali

Passa da quattro a seimila il tetto massimo di esemplari di storno abbattibili nel corso dell’anno 2013. Una decisione scaturita dalla straordinaria entità dei danni registrati sulle prime produzioni di ciliegie.
Dopo i corvidi, per i quali è stato deliberato la settimana scorsa un nuovo piano di controllo, la Giunta provinciale, nella seduta del 18 giugno 2013, ha licenziato nuove norme per il contenimento dello storno, con effetto immediato, in considerazione delle esigenze di protezione delle colture frutticole i cui frutti sono in corso di maturazione proprio in questo periodo.
Le nuove norme per il controllo dello storno sono state elaborate appena si è presentata l’emergenza di un numero di richieste da parte di aziende agricole ben superiore agli anni passati. Richieste che hanno costretto i coadiutori a svolgere massicci interventi, fino a registrare un numero di abbattimenti prossimo al tetto massimo consentito (le 4.000 unità). A fine maggio si è infatti verificata una particolare combinazione dell’annata agraria (maturazione delle ciliegie e ritardo degli sfalci) che ha concentrato le presenze degli storni sulle prime produzioni di ciliegie con immaginabili conseguenze per queste pregiate produzioni.
Le modifiche apportate al nuovo piano riguardano pertanto innanzitutto il tetto massimo di esemplari abbattibili nel corso dell’anno, quale misura rafforzativa dei sistemi ecologici che l’azienda agricola mette comunque in atto per dissuadere questo passeriforme dal cibarsi di ciliegie anziché di insetti o di altri frutti non coltivati. Lo storno è noto per la sua predilezione di bacche e frutta rossa, ma è anche utile all’agricoltura nutrendosi di insetti (cavallette, lepidotteri, coleotteri, formiche, ecc.) che in genere cattura sul terreno o nei prati appena sfalciati.
I danni da storno diventano evidenti a causa delle abitudini gregarie di questa specie e della sua grande adattabilità, sia in termini di alimentazione che di habitat. La popolazione locale di storni si registra peraltro in crescita e anche il suo areale è in espansione spingendosi ben oltre la tradizionale pianura.
Le colture più sensibili (ceraseti e vigneti) vengono normalmente protetti con dissuasori acustici (cannoncini detonatori, distress call), o con dissuasori visivi come i palloni predator o le strisce di alluminio o le sagome di rapaci. Sistemi di prevenzione che però hanno effetto di breve durata a causa dell’assuefazione che subentra rapidamente negli stessi uccelli. Lo sparo con qualche abbattimentodiventa perciò la misura necessaria per avere i risultati deterrenti più significativi.
Il nuovo piano provinciale, elaborato conformemente alle prescrizioni dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, consente per l’anno 2013 – in considerazione delle eccezionali condizioni verificatesi nella corrente stagione – un numero di abbattimenti superiore alla norma e pari a 6.000 unità, rispetto ai 4.000 capi standard.
La delibera conferma le altre prescrizioni inerenti l’organizzazione del controllo, gli operatori incaricati, la destinazione delle carcasse, le norme di sicurezza, l’applicazione del sistema automatico di registrazione tramite telefono o via web.
Il piano ha durata quinquennale e quindi rimane in vigore fino al giugno 2018, con l’impegno che ad ogni annata si valuteranno eventuali condizioni straordinarie per rivedere, previo parere di Ispra, il numero degli abbattimenti, normalmente contingentati ai 4.000 esemplari.
http://www.provincia.bologna.it
 
E qui tutti gli anni si ripercorrono le stesse assurdita'........Ferrara e Bologna sono Province confinanti,ma mai qui nel Ferrarese si e' arrivati ad abbattere gli storni in questo periodo da parte dei coadiutori......!!...probabilmente anche perché meno presenti i ciliegi,ma l'assurdo rimane che in tempo di caccia mettono delle norme incredibili per cacciare lo storno in deroga che ti obbligano a rinunciare......viva l'Itaglia.....ciao Davide......
 
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