Diamoci da fare ! Da inoltrare alle redazioni dei giornali e giornalini locali

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Nonostante la figuraccia che ogni anno
immancabilmente collezionano, anche quest'anno, probabilmente anche a causa di
una stagione anomala, gli anticaccia più radicali cercano di approfittare della
chiusura della caccia per ribadire che l'attività venatoria è la più pericolosa
in assoluto e che pertanto va abolita dalla faccia della terra.

Lo
faranno, stavolta, anche per supportare quella miriade di candidati,
parcheggiati un po' qua e un po' là, nel variegato firmamento delle decine di
liste elettorali, le più eterogenee, visto che ormai da anni non riescono più
nemmeno a raccogliere intorno alle loro strampalate idee neanche il minimo
indispensabile per costituire un partitino.

Il fatto è, lo capisce anche
un bambino, che la caccia è una fra le attività più sicure che si svolgaono nel
nostro beneamato paese. Sia in termini relativi sia in termini
assoluti.

Qualche dato.

Rispetto a una media di una ventina di
incidenti mortali a stagione, sempre troppi, ma meno che fisiologici, i morti
per cause traumatiche in Italia si aggirano intorno ai venticinquemila l'anno.
Ultimo dato ufficiale Istat (2009): 24.642, uno su 2500 abitanti, pari allo 0,04
della popolazione italiana. Ovvero, per ogni italiano che scompare a causa di
incidente, l'incidenza della variabile "caccia" è 0,0012. Cioè, un incidente
mortale classificabile come "venatorio" ogni milleduecento incidenti. Pur
considerando che il rapporto fra numero dei cacciatori e totalità della
popolazione non raggiunge il centesimo: 1//85. In altre parole, i numeri non
ingannano, nel nostro paese, la caccia è almeno dieci volte meno pericolosa
della media delle altre attività umane.

A ben guardare, anzi, se si entra
nei dati e nello specifico, verso ben altri pericoli dovrebbero essere orientate
le attenzioni dei cosiddetti benpensanti, se - cifre alla mano, ovviamente - si
scopre che il maggior numero di incidenti mortali si registra entro le mura
domestiche, con una media di 8.000 decessi all'anno (15 al giorno), fonte INAIL
(altre fonti raddoppiano il dato). Mentre i decessi a causa di incidenti
stradali nel 2011 (Istituto Eurispes) purtroppo sono stati ben 3.860, seguiti
disgraziatamente da 1.180 morti per cause di lavoro (Osservatorio Indipendente
di Bologna Morti sul Lavoro). Fra i lavoratori, una delle categorie che paga un
grande tributo è quella dei pescatori professionali, che hanno un'incidenza di
decessi pari a 129 ogni 100.000. Ovvero: fare il pescatore è più di quaranta
volte più pericoloso che andare a caccia.

Ma non si salvano neanche le
attività del tempo libero considerate fra le più innocue. In montagna, fra
escursionisti e sciatori, nel 2011 sono morte 500 persone (più 494 feriti in
imminente pericolo di vita; fonte Corpo Nazionale Soccorso Alpino e
Speleologico). E nel 2010, in 50 giorni sono morti 43 cercatori di funghi; e in
bicicletta, in Italia muoiono 300 persone all'anno (dal 2005 al 2010= 1514
morti).

Anche le spiagge, il mare, le piscine chiedono un alto tributo.
Sono una media di 390 all'anno, i vacanzieri che annegano. Con un altissima
percentuale di bambini: 5.000 bambini in Europa, 175.000 bambini nel mondo
(soprattutto in piscina).

La caccia, invece, che da tempo si sta
imponendo regole di sicurezza sempre più stringenti, fa segnalare fra i propri
appassionati cultori, ormai intorno alle settecentomila unità, una esigua
incidenza. Meno dello 0,0030%, che corrisponde a una disgrazia irreparabile
ogni 30-35.000 utenti, mentre per tutte le altre attività il bilancio è come
abbiamo visto almeno dieci volte più pesante.


Amedeo Conti



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ITALIA. DECESSI PER CAUSE
TRAUMATICHE



- 24.000 per cause
traumatiche.
(Ultimo dato censito Istat 2009) (Un decesso per ogni 2.500
abitanti= 0,04%).

- 8.000 in un anno per
incidenti domestici (15 al giorno). Fonte Inail (altre fonti
raddoppiano il dato).

- Nel 2011, 3.860 per
incidenti stradali. (Fonte Eurispes).

- Nel 2012
1.180 per cause di lavoro (Fonte Osservatorio
Indipendente di Bologna Morti sul Lavoro).

- Nel 2011, 500
in montagna fra escursionisti e sciatori (con 494 feriti in imminente
pericolo di vita). Fonte: Corpo Nazionale Soccorso Alpino e
Speleologico.

- In vacanze al mare, circa 390 annegati
all'anno. 5.000 bambini in Europa, 175.000 bambini nel mondo (soprattutto in
piscina).

- 129 operatori della pesca su 100.000,
ovvero: il lavoro di pescatore è trentacinque volte più pericoloso che andare a
caccia.

- Nel 2010, in 50 giorni sono morti 43 cercatori di
funghi
(Fonte: Soccorso Alpino).

- In
bicicletta, in Italia muoiono 300 persone all'anno
(dal 2005 al 2010= 1514 morti).

LA CACCIA
- Causa in media
una ventina di incidenti irreparabili all'anno. Uno ogni milleduecento rispetto
al totale degli incidenti gravi per cause traumatiche. Un caso ogni 35.000
cacciatori in attività, pari a meno dello 0,0030%. I cacciatori sono circa
700.000).




...e ora Tu che mi leggi, NOI tutti, diamoci da fare, inoltriamo, lavoriamo !
Per potersi lamentare bisogna avere la coscienza di di aver FATTO e non delegato !
 
Data la campagna persecutoria di wwf, animalisti, lac e simili, ogni incidente di caccia viene strombazzato ai 4 venti con la complicità dei media, passando sotto silenzio le migliaia di morti in altre attività all'aria aperta come ha giustamente segnalato grifonenero. Purtroppo noi cacciatori non abbiamo media dalla nostra parte, essere anticaccia è al momento "politicamente corretto", per cui come poterci far sentire? In quale maniera possiamo ribbattere tutte le falsità che ci scaricano contro? Le nostre lettere vengono regolarmente cestinate, trasmissioni televisive di grande risonanza si guardano bene da invitare qualcuno non contrario alla caccia. Ci hanno isolato come una minoranza affetta da grave e contagiosa patologia. L'unica speranza che rimane è che questa gentaglia si stufi di prendersala con noi e si orienti a perseguitare qualche altra attività.
 
Data la campagna persecutoria di wwf, animalisti, lac e simili, ogni incidente di caccia viene strombazzato ai 4 venti con la complicità dei media, passando sotto silenzio le migliaia di morti in altre attività all'aria aperta come ha giustamente segnalato grifonenero. Purtroppo noi cacciatori non abbiamo media dalla nostra parte, essere anticaccia è al momento "politicamente corretto", per cui come poterci far sentire? In quale maniera possiamo ribbattere tutte le falsità che ci scaricano contro? Le nostre lettere vengono regolarmente cestinate, trasmissioni televisive di grande risonanza si guardano bene da invitare qualcuno non contrario alla caccia. Ci hanno isolato come una minoranza affetta da grave e contagiosa patologia. L'unica speranza che rimane è che questa gentaglia si stufi di prendersala con noi e si orienti a perseguitare qualche altra attività.

........BRAVO !!!!!!![eusa_clap.gif][eusa_clap.gif]
 
Ci sono tanti giornali e giornalini locali che hanno bosogno di riempire pagine.
Copiate ed incollate, basta lamentarci, diamoci da fare !
Voglio gente con le p@lle che ha voglia di lottare, non belini mosci.
Prima FACCIAMO... !!... poi ci lamenteremo che non ci hano ascoltato.
I discorsi sopra li ho già letti mille volte.
Cominciate a FARE e non a piangere sempre !
 
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