da Repubblica .it
Caccia, bocciate le norme di 11 Regioni
ma il Lazio proroga i termini di chiusura
La giustizia amministrativa ha dato ragione ai ricorsi del Wwf. Tra le violazioni riscontrate, l'attività venatoria nei parchi e la possibilità di sparare agli ungulati anche sulla neve. A pochi giorni dal voto, la giunta Polverini allunga il calendario
Lo leggo dopo
ROMA - Undici Regioni sono state bocciate in materia di caccia in seguito ai
ricorsi del Wwf. Le normative di Abruzzo, Campania, Lazio, Liguria per ben tre volte, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia e Veneto sono stati cassati dai rispettivi Tar sulla base degli esposti presentati dall'associazione ambientalista.
Tra le violazioni più riscontrate, i calendari venatori approvati con legge regionale invece che con provvedimento amministrativo, la mancata previsione del divieto di munizioni al piombo per alcune tipologie di caccia, le autorizzazioni per la caccia sulla neve agli ungulati, il mancato rispetto dei pareri dell'Ispra, la caccia nei parchi e nelle aree protette e l'apertura della caccia prima dei termini di legge.
"Le vittorie giudiziarie non ci confortano - afferma in una nota Dante Caserta Presidente Wwf Italia - visto che confermano ancora una volta che le Regioni non hanno la capacità di tutelare la Natura e la fauna selvatica. Ciò dimostra una totale inadeguatezza nel rispettare le regole europee ed internazionali che impongono restrizioni e limiti all'attività venatoria per la tutela e conservazione di animali selvatici ed i loro habitat naturali".
Queste Regioni, continua Caserta, "reiterano da anni comportamenti del tutto illegittimi, censurati e
condannati più e più volte dai giudici italiani ed europei e dalle istituzioni dell'Unione Europea". Il Commissario europeo all'ambiente Janez Potocnik, in una nota del 25 maggio 2012 al ministro dell'Ambiente Corrado Clini, rammentava infatti come Liguria, Lombardia e Veneto, anche dopo varie sentenze comunitarie di condanna, continuino a violare la direttiva comunitaria sulla tutela degli uccelli, ricordando come il pretesto delle "cacce tradizionali" non possa giustificare l'esercizio venatorio a specie protette.
Per meglio tutelare la fauna e non essere costretti ancora a ricorrere alla giustizia amministrativa, il Wwf Italia chiede alle istituzioni di dare adeguata e concreta applicazione alle norme europee sulla conservazione della fauna selvatica, di garantire da parte di Stato e Regioni la rigorosa applicazione della Legge sulla disciplina della caccia e di riformare e rendere più rigorose le leggi nazionali e regionali che regolano la difesa della biodiversità.
Richiesta che sembra però destinata a rimanere inascoltata. Il Lazio, una delle Regioni bocciate dal Tar, proprio ieri sera ha prorogato i termini di chiusura della stagione di caccia (
finisce proprio oggi in tutta Italia) malgrado la giunta sia dimissionaria dopo lo scandalo dei rimborsi elettorali. "Ieri sera con un colpo di mano a favore della lobby dei cacciatori la presidente Polverini, attualmente in carica solo per il disbrigo degli affari correnti, ha deciso di prorogare di ulteriori dieci giorni la stagione venatoria. Si tratta di un ulteriore abuso contro i diritti degli animali", denuncia in una nota dal consigliere capitolino del Pd Monica Cirinnà.
Intanto una ricerca condotta dall'Eurispes certifica che "diminuisce l'opinione favorevole degli italiani sulla caccia (dal 21,4% del 2012 al 19,9% del 2013), considerata in maniera negativa nell'80,1% dei casi". (31 gennaio 2013) © Riproduzione riservata