Re: allenamento cani in lombardia

Ma creare delle z.a.c. no?A caccia chiusa fai correre i cani,con i proventi ci molli la selvaggina,a caccia aperta le apri e siamo tutti contenti senza complicarci la vita.....Ma siamo in Italia.............
 

vento

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E’ legge la norma che amplia il periodo in cui le Province lombarde possono disciplinare l’allenamento e l’addestramento dei cani, attualmente possibile nei 30 giorni precedenti l’apertura dell’attività venatoria, che coincide all’incirca con metà agosto. In sostanza, con le nuove norme si lascia alle Province la facoltà di anticipare questo periodo sino al primo agosto. “E’ un provvedimento – ha spiegato il relatore Alessandro Marelli (LN) - che non introduce obblighi dall’alto ma responsabilizza le Province che potranno disciplinare l’allenamento e l’addestramento dei cani a seconda delle loro esigenze e le peculiarità tipiche delle colture e della fauna. Oggi si registra una nuova e moderna sensibilità ambientale e mutano le esigenze territoriali. Bisogna introdurre maggiore elasticità e dare la facoltà alle province di decidere”.
Contrarie le minoranze. Per Gianantonio Girelli (PD) sarebbe stato meglio ritirare il provvedimento e rimandare tutto a un gruppo di lavoro in Commissione. “Condividiamo l’esigenza di una riforma complessiva delle legge regionale in questa materia, che però vogliamo che sia condivisa da tutte le associazioni (venatorie, ambientaliste, agricole), partendo magari da una proposta delle Province stesse. Mi pare invece che il testo votato oggi non vada nella direzione di un lavoro serio, organico e condiviso”.
“Questo testo – ha detto Stefano Zamponi, capogruppo IDV - è chiaramente illegittimo e mette solo a repentaglio la crescita della fauna locale in nome della nuova e moderna sensibilità ambientale di questa maggioranza. E' l'ennesimo grossolano errore di PdL e Lega in materia venatoria che, se impugnato, non passerà l’esame della magistratura". “Siamo contrari – ha spiegato la Capogruppo di SeL Chiara Cremonesi - per i rischi che potrà procura alle coltivazioni e perché abbiamo l’impressione che sia solo un contentino dato alle lobby dei cacciatori e peraltro senza nemmeno aver chiesto il parere alle associazioni ambientaliste e animaliste”.
“Spiace – ha detto il Presidente della Commissione Agricoltura Mario Parolini (PDL) - vedere che su questo provvedimento, sollecitato dalle associazioni venatorie, non sia possibile il confronto e il dialogo con le opposizioni a favore di una disciplina condivisa”.
Il progetto di legge è stato approvato a maggioranza con 35 voti favorevoli. Contrari SeL e IdV. Non ha partecipato al voto il PD e si è astenuta l’UDC. Per il capogruppo Gianmarco Quadrini “Mi è parsa una gara per vedere chi fosse il primo a mettere la bandiera. Si rischia un capitombolo solo per assecondare gli interessi di qualche cacciatore”.
Prima della votazione finale, erano state respinte la pregiudiziale dell’Italia dei Valori, con la quale si contestava la mancanza del parere dell’ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), e l’ordine del giorno sempre dell’IdV per chiedere il non passaggio ai voti della norma.
 
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