Re: Idee di un sognatore

Discorso logico e corretto dal "nostro" punto di vista, dal punto di vista dei politici è fortemente inadeguato perchè "l'osso non ha abbastanza carne da rosicchiare".
 
Re: Idee di un sognatore

Quoto al 100 per 100 quanto letto ma essendo, quanto esposto sopra , troppo logico , giusto ed efficacace , temo non abbia i requisiti per essere preso in considerazione dal carrozzone burocratico-statale-regionale.
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Per le associazioni Venatorie che mostrano un reale interesse della Nostra Passione.

In virtù di quanto accaduto dopo la pubblicazione di questo’ultimo calendario venatorio, che ha fortemente scosso la nostra categoria, ed in virtù delle reali necessità di modifica della legge regionale 23/98, in qualità di semplice appassionato dell’arte venatoria Vi propongo:

Istituzione di comitati Faunistici COMUNALI e abolizione delle zone in concessione della caccia AUTOGESTITA.
( cosa sarebbero? Nulla di nuovo. In quasi tutti i comuni della Sardegna esistono le zone in concessione all’ esercizio della caccia autogestita. In questi ultimi anni abbiamo constato, noi appassionati, che ben poche funzionano correttamente.
Nate in virtù della legge regionale 23/98, esse ripropongono la creazione degli ambiti territoriali di caccia, occupando una porzione del territorio comunale, e concedendo la possibilità di cacciare solo ai soci. Vantaggi delle autogestite: Legame del cacciatore al territorio e pseudo gestione faunistica, non del territorio comunale, ma solamente del territorio in concessione.

I comitati Faunistici Comunali, rappresenterebbero la stessa struttura nell’organico delle Riserve . autogestite ( presidente etc etc), avrebbero il beneficio di occuparsi dell’intera area comunale, e non solamente di una porzione del territorio, ed in primis coinvolgerebbero in TOTO, tutti i cacciatori residenti nel comune, e non solamente un numero limitato di soci.
Dal punto di vista dei costi economicamente non ci sarebbero costi aggiuntivi, si verserebbe una somma, simile o inferiore a quella che verserebbe un socio di un’autogestita.
I cacciatori del luogo, conoscendo la realtà faunistica dei luoghi in cui sono nati, possono intervenire direttamente.

Perché creare comitati COMUNALI faunistici e non usufruire di quelli provinciali? Per il semplice fatto che ogni provincia è costituita da tanti comuni aventi realtà faunistiche differenti.
La burocrazia italiana, non consentirebbe alle province di distribuire in maniera concreta il denaro ai diversi comuni.
Esempio: Se un comune possiede 1000 cacciatori, in relazione anche al proprio territorio, avrà delle esigenze faunistiche differenti. (ci sarà più pressione venatoria).
Una tassa di 20 € (che una somma ragionevole, in quanto certi soci di autogestite, pagano di più!) si avrebbero 20000 €.
Questi soldi verranno utilizzati, (sotto gli occhi di tutti) per comprare la selvaggina dai 3 centri regionali e quindi per ripopolare.
Se un comune possiede non 1000 ma cento cacciatori avrà una pressione venatoria differente e le esigenze di ripopolamento saranno ben inferiori.
Quest’ottica non deve ingannare ossia, non si deve legare il proprio cacciatore al proprio territorio.
L’ospitalità dei Sardi è nota. Chi abita in un luogo deve rispettare e ospitare i “forestieri “ e INSEGNARE le proprie regole o la propria etica. (A casa mia uno si deve comportare come dico io, rispettando le regole).
Ogni cacciatore deve essere Libero di spostarsi e di cacciare dove meglio crede.
Un cacciatore di Samassi (per fare un esempio) se vuole sparare colombacci che sicuramente non troverà nelle carciofaie, deve avere la possibilità di poter andare nel Nuorese. Perché? Perché paga le tasse come qualsiasi altro cacciatore, e tra cacciatori non ci debbano essere privilegi.
Un cacciatore del Nuorese non pagherà una tassa per ripopolare nel proprio comune più alta o più bassa. Pagherà una tassa uguale a quella che pagherà un cagliaritano per il proprio comune.
Con ciò non vuol dire che i residenti paghino per ripopolare sia per loro che i per forestieri, perche dando un contributo ciascuno per il proprio territorio, si arriverà con il tempo ad avere una buona popolazione faunistica a livello locale, frenando il nomadismo venatorio per quanto riguarda la nobile Stanziale.
Nomadismo che deve essere accettato per quanto riguarda la Migratoria o il cinghiale, perché tutti abbiamo gli stessi diritti e tutti siamo tutelati dallo stesso calendario. La distanza che intercorre tra due piccoli paesi del Nuorese o Sassarese è nettamente superiore rispetto a quella di due centri nel Campidano, quindi territorio ce n’è per tutti. E selvaggina idem. Basta gelosie.)

- - - Aggiornato - - -

Tassa Regionale devoluta ed utilizzata per studi scientifici riguardanti le problematiche delle specie.

(La tassa regionale, per quanto tutti sappiamo esser stata concepita per il ripopolamento della selvaggina così non è stato. Ciò che si è limitata a fare la regione è la creazione di Zone di ripopolamento e Cattura e altre zone di divieto di caccia, pensando e che il problema fauna si risolvesse, vietando la caccia).
Tutti sappiamo che non è così. Vietare la caccia spesso è la causa della malattia di intere specie di un’ Ecosistema.
Risolto il problema di ripopolamento, che si dovrebbe fare tramite i comitati COMUNALi di un singolo comune, i Soldi devoluti alla regione devono essere utilizzati, per poter fare gli studi scientifici atti a formulare I PIANI FAUNISTICI VENATORI, prima a livello provinciale e poi a livello Regionale per poter emanare successivamente il CALENDARIO VENATORIO.
Un calendario venatorio nato in questo contesto sarebbe un calendario venatorio degno delle Nostra passione.
In base a che cosa vengono fatti i piani faunistici venatori se non ci occupiamo direttamente della nostra fauna? IN base a che numeri. A Macchia di leopardo ci saranno zone in cui la popolazione dei selvatici è regolare e zone in cui la presenza di selvatici sarà diminuita o assente. L’attuazione di questi accorgimenti creerebbe una omogeneità faunistica nel territorio, e la possibilità di una concentrazione e distribuzione dei cacciatori più ampia.
Verranno sfruttati gli allevamenti Regionali, e i Cacciatori stabiliranno un contatto più stretto e diretto con la campagna, avendo così un ruolo attivo, e non marginale come ora, lasciando tutto in mani di una politica che spesso si è rivelata incompetente in materia.
La Regione deve impegnarsi e occuparsi direttamente per la tutela della Biodiversità Agro silvo pastorale.
(I ripopolamenti hanno un senso se la fauna ha le condizioni per poter vivere ambientarsi e riprodursi. Noi cacciatori paghiamo per ripopolare ma a che scopo se chi lavora la terra continua ad eliminare siepi e modificando habitat?
Viviamo negli anni della tutela della Biodiversità, dove associazioni animal-ambientaliste utilizzano questa dicitura come un pretesto per andare contro la nostra passione. “Tutela della bio diversità “significa ricreare quei micro habitat che per interesse economico sono stati eliminati. (vedi confini perimetrali dei campi, muri a secco, seminativi abbandonati in favore di foreste di Eucalyptus). Chi più di noi cacciatori ha un reale interesse affinché ciò accada? Nessuno!
La Regione ha il dovere di occuparsi direttamente di queste problematiche. Una Sardegna verde e viva di fauna, che rispecchia quella Sardegna di 50 anni fa, sarebbe più bella di questa Sardegna arida, e da questo potrebbe trarne vantaggio anche il settore turistico.
Un’agricoltura bio, che elimina i veleni introdotti nell’erba in anni e anni di sviluppo agricole industriale, ed infine se vogliamo possiamo anche incentivare lo sviluppo della Chimica verde.
Più lavoro per tutti in una società più pulita, accontentando gli interessi di tutti.
Un mondo venatorio che opera in questa direzione, modificherebbe radicalmente la propria visione agli occhi della società.
In questo modo molte leggi potrebbero cambiare in nostro favore.

I vantaggi di tutto questo potrebbero essere:
il legame cacciatore territorio che si avrebbe senza sborsare ulteriori tasse se non quelle che erano devolute alle autogestite, e SENZA porre limiti o barriere per i cacciatori.
Se uno possiede le pernici a 10 minuti da casa, non si fa 200 km.
Ma se un nuorese appassionato cinofilo vuole cercare le pernici, con i Setter nei campi di grano e non sui monti impervi del Supramonte può farlo, se un cagliaritano vuole sparare una lepre o un coniglio con i segugi in mezzo alla macchia e non in una carciofaia, o nelle siepi perimetrali dei campi può farlo ugualmente. E ‘ questa l’ottica giusta di una caccia moderna ecologica, che rispetta la nostra culture e le nostre tradizioni e soprattutto la NOSTRA ETICA.
4 Luglio
mario atzeni
 
Re: Idee di un sognatore

il tuo pensiero e' correttissimo e non fa una grinza... l'unico problema e' che siamo in ITALIA...... e che la maggior parte delle associazioni venatorie se ne infischiano di noi cacciatori cosi come fanno le regioni e le province... siamo sempre disaccordo su tutto e noi per primi non riusciamo a trovare l'unita' e un punto stabile che vada bene a tutti.. complimenti comunque per la tua proposta...
 
Re: Idee di un sognatore

il tuo pensiero e' correttissimo e non fa una grinza... l'unico problema e' che siamo in ITALIA...... e che la maggior parte delle associazioni venatorie se ne infischiano di noi cacciatori cosi come fanno le regioni e le province... siamo sempre disaccordo su tutto e noi per primi non riusciamo a trovare l'unita' e un punto stabile che vada bene a tutti.. complimenti comunque per la tua proposta...
esatto proprio cosi!!!
 
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