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In attesa dell'inevitabile ricorso al tar di domattina che bloccherà tutto la delibera è passata, peccato che non sia lEGGE rEGIONALE, ma si tratta del primo frutto del grande lavoro di tanti anni di Francesco Bruzzone, presidente onorario dell' ANUU migratoristi liguri, anima del popolo migratorista nel consiglio regionale della Liguria, presidente nazionale della Lega Nord Liguria e fratello del nostro grande Sergio che trovate sul suo palco da colombacci Genovese da sabato scorso al 15 novembre.
Se il tar blocca tutto è già pronta una legge regionale, dunque i presupposti sono buoni.


Sì alla caccia allo storno in Liguria, approvato il prelievo in deroga

Liguria - Con 26 voti favorevoli, 5 contrari (Maruska Piredda (Idv), Alessandro Benzi (Federazione della Sinistra), Giancarlo Giancarlo Manti (Pd), Aldo Siri e Lorenzo Lorenzo Pellerano (Liste civiche per Biasotti presidente) ) e 2 astenuti (Matteo Rossi (Sinistra Ecologia e Libertà) e Ezio Chiesa (gruppo Misto) ) è stata approvata la proposta di deliberazione “Prelievo in deroga delle specie storno (sturnus vulgaris), fringuello (fringilla coelebs) e frosone (coccothraustes coccothraustes) per la stagione venatoria 2011/2012”, di Francesco Bruzzone, Edoardo Rixi, Maurizio Torterolo (Lega nord), Matteo Rosso, Gino Garibaldi, Marco Scajola, Franco Rocca, Roberto Bagnasco, Luigi Morgillo e Marco Melgrati (Pdl):
A seguito di modifiche apportate in sede di commissione, in particolare con un emendamento proposto dai consiglieri Valter Ferrando e Alessio Cavarra, entrambi del Pd, il prelievo in deroga viene limitato alla sola caccia allo storno. Si fissa un carniere massimo di 120 mila volatili a stagione. Per ciascun cacciatore il limite è fissato a dieci storni al giorno, per un totale di 100 capi a stagione. Ciascun cacciatore ha l’obbligo di annotare su un registro il numero di capi cacciati e ogni 15 giorni deve darne comunicazione a Provincia e Regione affinché possano monitorare la situazione e non sforare rispetto al carniere regionale. Se ci si avvicina al carniere massimo di 120 mila, fissato a livello regionale, la Regione interrompe il prelievo venatorio dello storno anzitempo, prima del termine fissato per la fine della stagione venatoria.
I consiglieri favorevoli al provvedimento hanno affermato che si può derogare dal divieto generale per una limitata quantità di storni perché gli studi di Ispra (l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e dell’Università degli Studi di Genova testimoniano l’abbondanza di questa specie in Liguria.
Francesco Bruzzone (Lega Nord Padania) non ha nascosto il suo rammarico perché, rispetto alla proposta iniziale, sono state tagliate due specie cacciabili, ed in particolare il fringuello. Ha quindi continuato: «Un’altra Regione italiana, il Veneto, ha fatto una delibera analoga, riguardante ben sei specie, e il Tar le ha dato ragione». Ha quindi sottolineato: «Questo provvedimento entra in vigore questa sera stessa. Possono andare a caccia allo storno tutti i cacciatori che ne fanno domanda alla Provincia, la quale appone un timbro e consegna al singolo schede riassuntive da compilare con il numero dei volatili abbattuti»
Gino Garibaldi (Pdl) ha detto: «Il Pdl è soddisfatto perché oggi si arriva ad approvare un provvedimento frutto del lavoro di anni. La caccia è un problema da affrontare attentamente come altre attività produttive. I cacciatori sono un popolo silenzioso, che vive l’entroterra, che vive un aspetto di salvaguardia del territorio e paga per poter cacciare. Positivo l’accordo con la maggioranza».
Contrario al provvedimento il gruppo di Aldo Siri (Liste civiche per Biasotti presidente): «Non credo che la priorità della Liguria sia la caccia, ma è l’argomento di cui ho sentito parlare maggiormente da quando sono in Consiglio. Chiarisco che non ho preclusioni verso i cacciatori: dove c’è sovrannumero di animali è giusto che si possa intervenire per regolarne la presenza. Ma la Liguria continua a fare brutte figure sulla caccia, riproponendo la medesima legge e incorrendo nelle bocciature dell’Unione Europea. Perché il Consiglio regionale persevera e non si dedica finalmente alle vere priorità della Liguria, che ritengo siano ben altre?»
Sergio Scibilia (Pd) ha detto: «Si tratta di un argomento che crea difficoltà a livello nazionale. L’ideale sarebbe avere una legge chiara a livello centrale. Oggi saliamo il gradino di una lunga scala. L’attenzione data a questo settore fa parte dei nostri compiti. Non ci sono priorità: tutte le richieste che vengono portate all’attenzione del Consiglio hanno pari dignità».
«La mia non è una posizione aprioristica – ha detto Giancarlo Manti (Pd), preannunciando la volontà di non votare il provvedimento – ed è personale. Accetto la volontà del Pd, ma non ritengo questo tema fondamentale per la Liguria e mi preoccupa la tendenza a votare provvedimenti che poi vengono rigettati: io non intendo attenermi a provvedimenti che probabilmente verranno bloccati, come accaduto negli anni precedenti».
Ezio Chiesa (gruppo misto) nel preannunciare la sua astensione ha così motivato: «Sono già state impugnate diverse leggi regionali, riguardanti questa materia. Bisogna che il mondo venatorio riesca a concordare con le associazioni ambientaliste e gli agricoltori tutti i passaggi, altrimenti a lungo andare sarà difficile avere leggi per questa attività. Finora si è lavorato sul principio della deroga per la piccola quantità. Io credo sia necessario, invece, lavorare seguendo il criterio dei danni provocati dallo storno e legiferare come hanno fatto altre Regioni, ad esempio la Toscana. Mi auguro che questo atto amministrativo non venga impugnato».
 
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