Vi giro quanto mi scrive stamattina Tiberio Rabboni in merito alla mia provocazione in cui gli dicevo che secondo me la loro era solo mossa politica per accontentare gli ambientalisti.
Lo sollecitavo inoltre a proporre la deroga per motivi tradizionali a me sembra sincero, ora dobbiamo lottare per evitare porcate nel rinnovo del calendario regionale dell’anno prossimo..
Innanzitutto devo confermarle che le motivazioni di natura politico-elettorale o le sollecitazioni di tipo ambientalista non hanno avuto alcun peso nella delibera di fine luglio sugli storni. L'unico motivo che ci ha indotto a quella scelta e' la comunicazione che abbiamo ricevuto dalla Presidenza dei Consiglio dei Ministri sulla riunione del 7 Luglio a Roma dove e' stato precisato che se i provvedimenti di deroga non sono conformi al parere Ispra l'Europa procedera' all'infrazione con conseguente sanzione sotto forma di taglio ai fondi europei destinati alla regione. Credo che anche lei convenga che qualora si verificasse questo taglio saremmo davvero tutti in seria difficolta' a giustificarlo alle nostre imprese e ai nostri concittadini. Per questo ci siamo temporaneamente adeguati a quanto ci e' stato indicato e contemporaneamente abbiamo avviato una azione politica verso il Governo perche' orienti Ispra a valutazioni sui provvedimenti regionali coerenti con lo stato di conservazione dello storno in Italia che, come la stessa Ispra documenta all'Europa, ne consente la eliminazione dalle specie protette e la cacciabilita'. Dunque nessuna accondiscendenza verso Ispra ma la richiesta all'unica istituzione che puo' farlo di metterne in discussione gli attuali orientamenti. Anche perche', come lei ricordera', negli ultimi due anni abbiamo assunto e dato corso a delibere di deroga per gli storni con il parere contrario dell'Ispra e anche a fine giugno di quest'anno avevamo preparato, sempre con il parere contrario Ispra, un provvedimento simile a quello degli ultimi due anni che ci aveva qualificato come la sola regione italiana ad aver attivato la caccia in deroga con modalita' apprezzate da tutte le componenti venatorie, agricole e da una parte di quelle ambientali. Dopodiché come ho detto in precedenza c'e stata la novita', rispetto agli anni precedenti, della comunicazione della Presidenza del Consiglio con tutto quello che ne segue. Devo anche dirle che a fine Luglio abbiamo proposto in alternativa alla delibera dello scorso anno la deroga per piccole quantita', ricevendone ugualmente un parere contrario dell'Ispra, motivato dalla impossibilita' di fornire da parte loro un criterio scientifico attendibile di calcolo delle quantita'! E dunque anche questa via e' gia' stata tentata e preclusa. Ho parlato con i responsabili di Veneto e Lombardia per capire cosa stanno facendo. Entrambe le Regioni hanno alle spalle un parere favorevole dell'Infs/Ispra ad un provvedimento regionale del 2005 sulle piccole quantita' che ritengono unilatelarmente tutt'ora valido e per il calcolo dichiarano numeri cosi' contenuti da risultare statisticamente non rilevanti perche' inferiori all'1% delle stime storiche. Precedenti, questi, che noi non abbiamo perche' negli anni precedenti abbiamo sempre motivato la caccia in deroga con il contenimento dei danni alle produzioni agricole. Tuttavia non e'detto che il loro provvedimento reggera', tant'e' che il Presidente Formigoni si e' rifiutato di assumerlo come Giunta regionale e di fronte all'iniziativa autonoma del Consiglio regionale ha messo in guardia i Consiglieri dalle conseguenze economiche personali che un'eventuale condanna europea comporterebbe. I consiglieri hanno quindi escogitato di adottare il provvedimento con il voto segreto per evitare di essere chiamati singolarmente alle proprie responsabilita'. Dica lei se in un paese appena normale si debbano fare tutte queste giravolte per cacciare un po' di storni. No, questo e' un paese malato, e questa ne e ' l'ennesima dimostrazione. Se vogliamo aiutarlo a guarire dobbiamo semplicemente rifiutarci di stare a questi giochi umilianti e pretendere scelte chiare e coerenti. La scelta e' una sola: accelerare l'iter per togliere la protezione allo storno e nel frattempo indirizzare l'Ispra ad autorizzare cacce in deroga con modalita' come quelle fin qui adottate dall'Emilia-Romagna o dalle Regioni che per tradizione praticano le piccole quantita'. Queste scelte toccano al Governo o ai singoli Ministeri. Qualcuno vuole aggiungere la sua voce alla nostra? Cosa fanno le Associazioni Venatorie e quelle agricole, i parlamentari vicini al settore, ecc.? Datemi una mano anche Voi cacciatori per portare alla luce questa assurda questione a cui ci ha portato l’Ispra.
Tiberio Rabboni