Già il solo sentire " non dovevo piu dipendere dai mezzi pubblici per andare a caccia" mi fa rabbrividire...se qualcuno provasse ora verrebbe denunciato alla fermata istantaneamente per procurato allarme, e se proprio riuscisse a salire, verrebbe fermato dall' autista o insultato dai passeggeri

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Pensa che con la prima licenza in tasca, sedicenne ancora imberbe, prendevo l'autobus che andava a Ciampino dall'Appio/Tuscolano dove abitavo, e scendevo al chioschetto al principio di Via di Santa Fresca. Allora non c'era niente, soltanto un casolare di contadini e delle belle piane a grano e medica, e tante allodole. Mi facevo un paio di km a piedi dal chioschetto alle piane, e cacciavo per mezza giornata. Poi mi dovevo affrettare a tornare per non perdere l'autobus per il ritorno. Sia all'andata che al ritorno portavo il sovrapposto Beretta S55B a spalla, montato, e ai fianchi una cartuccera ed un coltello da boy scout, piu' i laccioli. E se al ritorno avevo un bel mazzetto di lodole e babbussi (pispole, allora cacciabili) e magari uno storno o due, gli altri passeggeri mi complimentavano.

Oggi, come hai giustamente detto tu, gli altri passeggeri e l'autista mi lincerebbero e consegnerebbero i miei resti sanguinanti alle autorita'...
 
Sempre che le autorità non ti placchino a vista..
Questi racconti veramente fanno riflettere molto!
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Qui dove sto io (Elba, Alabama, U.S.) i mezzi pubblici non esistono affatto, ma se volessi (dovrei essere un mezzo fanatico--ma "liberta' significa anche essere libero di essere fanatico, se uno vuole) potrei circolare a piedi nella cittadina di Elba con un AR 15 con caricatore da trenta colpi innestato--e magari anche il colpo in canna. e di certo molti alzerebbero le sopracciglia e scuotrebbero la testa, altri mi ammirerebbero, e la maggior parte non ci farebbero neanche caso. Magari un poliziotto, se chiamato da qualcuno che ne e' innervosito, potrebbe accostarti e pregarti cortesemente di non spaventare qualche povera vecchietta, appelladosi alla tua generosita', ma non potrebbe arrestarti o ordinarti di andartene o di lasciare l''arma in auto o a casa. In altri stati, altre citta', ci potrebbero essere gli estrrem di reato per una tale azione, ma non qui, dove il Secondo Emendamento regna supremo. Qui il porto di pistola visibile e' frequente, anche nei negozi che non espongano un cartello che lo vieta. Il porto di pistola occulta (con relativo PdA ottenibile in mezz'ora all'ufficio dello sceriffo se hai la fedina pulita) e' comunissimo, e se trovi un negozio che non lo permette, non commetti un reato se entri lo stesso. E' reato soltanto se il gestore se ne accorge, ti invita cortesemente ad uscire, e tu ti rifiuti di uscire. Io ho il PdA per pistola nascosta, e ci sono soltanto un paio di posti dove non posso portarla, l'uffcio postale, ed il comune, che include nello stesso edificio anche il tribunale. In banca ci posso entrare con la pistola nascosta. Non c'e' cartello che proibisca quella visibile, ma io stesso mi sentirei a disagio. Poi, fra l'altro, se un malintenzionato entrasse in una banca e vedesse un cliente con la pistola al fianco, probabilmente gli sparerebbe subito... La cosa migliore dell'arma nascosta e' l'elemento di sorpresa che offre.


Cambieranno le cose sotto Joe Bidet? E' possibile ma ancora non troppo probabile.
 

Caccia96

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Il mio racconto mandato per "i racconti ventori".


Parlare della mia passione, anzi della mia seconda pelle, la caccia, la commozione è tanta, anzi tantissima. Sin da bambino, poco più all'età di cinque anni non smettevo un minuto di osservare i panni mimetici che mio padre teneva nel suo armadio, sognando ad occhi aperti le mie future, allora utopiche giornate venatorie. Crescendo però, quello che sembrava utopia, divenne realtà ; tornato da scuola un giorno, mio padre mi fece trovare una camicia mimetica sul letto della mia camera, facevo la quinta elementare ancora lo ricordo, la mia gioia fu immensa gli occhi mi brillavano, il mio stupore però arrivò un attimo dopo, quando quasi per incanto papà pronunciò quella frase che aspettavo da tempo "mettiti la camicia che andiamo a caccia". Feci un salto il quale aveva tutto il sapore della felicità vera, della felicità sincera; prendemmo l'attrezzatura, capanno, stampi per le allodole e ci recammo sul posto di caccia, quel giorno non passò nulla ma a me non importava, l'importante era essere lì tra i campi e la natura il resto non contava . Questa fu la mia prima giornata di caccia. Le volte successive fu ancora più fiabesco, si perché iniziai ad andare con mio nonno materno, che purtroppo adesso non c'è più e qui una lacrima scende dai miei occhi. Lui mi insegnò molte cose, fischiare alle allodole e ai tordi, posti e molto altro, soprattutto come muoversi tra i boschi, trasmettendomi appieno la passione da "capannista". Ora guardando la doppietta che mi regalò per il primo anno di porto d'armi, penso a quanto fui fortunato ad avere mio nonno come maestro di caccia e di vita. Dopo anni e anni passati ad aspettare con ansia il compimento dei 18 anni, finalmente arrivarono i fatidici giorni, il giorno dell'esame prima e del rilascio della licenza poi, basta pensare che presi prima il porto d'armi e successivamente la patente. Ed ecco ci siamo, la prima alba da cacciatore, quasi non ci credevo nemmeno io, lì aspettando i tordi allo spollo la luce del sole mi sembrava non arrivasse mai, fu una bella mattinata padellai non so quanti tordi ma per me si realizzava un sogno ed ero al settimo cielo. Ora che sono un pó di anni che pratico l'attività venatoria, vado sempre di più specializzandomi , insieme a miei carissimi amici ed a Maria Lucia, la mia ragazza sulla caccia ai tordi, prima passo e poi in pastura e alle allodole aiutandomi fischiando alle prede, come mi insegnò mio nonno. Praticare l'attività venatoria per un giovane è immergersi in un mondo parallelo, il sabato sera spesso non si esce perché la mattina dopo sveglia presto, magari, anzi sicuramente fare qualche sacrificio per mettere da parte una sommetta per il rinnovo o l'attrezzatura, insomma un ragazzo che si dedica al magico universo della caccia, spesso dai suoi coetanei è visto come un marziano ma è soltanto colui che porta avanti una tradizione che prima o poi, presto o tardi tornerà in voga facendo si che la si apprezzi per l'antica e nobile arte quale è. Oggi che purtroppo, per colpa di una società strana, pregiudizievole e incanalata da media che spesso neanche sanno di cosa parlano, molti additano noi cacciatori come sterminatori, come assassini senza fare però un ragionamento logico; un cacciatore, per esercitare al meglio la propria passione deve far si che la natura e l'ecosistema ambientale sia il più possibile in ottime condizioni, altrimenti il primo a essere danneggiato è proprio lui. Quindi un messaggio lo rivolgo a chi in buona fede, storce il naso a sentir parlare di caccia, documentatevi da soli senza bombardamenti mediatici dovuti soltanto al passo con la moda e la tendenza del momento per qualche visualizzazione in più , vedrete che il mondo venatorio, ma non solo, il mondo rurale tutto è l'essenza è la linfa vitale per il bene di Madre Terra.
Questo è l'umile racconto di un giovane cacciatore ventiquattrenne.

Vittorio Venditti
 
Questo è l'umile racconto di un giovane cacciatore ventiquattrenne.

Ce ne fossero di Giovani come Te......caro Vittorio [eusa_clap.gif][eusa_clap.gif][eusa_clap.gif][eusa_clap.gif]! Grazie cmq per aver postato questo tuo Racconto [thumbsup.gif]!

Ciao.....un salutone.[Friends_emoticon.g:
 
Bravo Vittorio!Hai raccontato più o meno la mia storia, ma credo anche quella di tanti altri appassionati cacciatori. Il mio primo giorno con mio padre a caccia non lo ricordo,ma lui si.Piane di Maccarese,mese di novembre, tirava una tramontana che tagliava il viso.Riparati in un fossetto continuavo a dire a mio padre:Nun ce vengo più!!!!!Nun ce vengo più!!!!Invece eccomi qua!Come te appena ho compiuto 18 anni ho preso prima il PDA e poi la patente.Ibal!!!
 
Bravo Vittorio!Hai raccontato più o meno la mia storia, ma credo anche quella di tanti altri appassionati cacciatori. Il mio primo giorno con mio padre a caccia non lo ricordo,ma lui si.Piane di Maccarese,mese di novembre, tirava una tramontana che tagliava il viso.Riparati in un fossetto continuavo a dire a mio padre:Nun ce vengo più!!!!!Nun ce vengo più!!!!Invece eccomi qua!Come te appena ho compiuto 18 anni ho preso prima il PDA e poi la patente.Ibal!!!

Anch'io prima pda e poi patente, nel frattempo a 18 anni avevo il patentino e andavo a caccia con la motocicletta ..... altro che freddo e per 2 anni finchè mi decisi a prendere anche la patente B.
Mio padre mi portò con se quando avevo 10 anni compiuti ... andammo a Cori sono passati quasi 50 anni e mi ricordo lucidamente quella mattina. Invece la mia prima uscita venatoria fù a Vieste con il compagno di caccia di mio padre perchè Lui non poteva accompagnarmi. Ricordo anche questa come fosse ieri. Forse mi è più vaga la figura della prima fanciulla che me la diede,
 
Me fate mori', a nomina' posti sacri come Maccarese, Cori... Bravo, Vitto'! Fussero tutti li gioveni come sei te, nun ce sarebbe da peeoccupasse der futuro della caccia! Continua a cacciare, e continua a scrivere!
 
bravo vittorio cominci proprio bene, passione per la caccia e passione per la scrittura venatoria, non si può chiedere di più alle nuove leve[eusa_clap.gif][eusa_clap.gif][eusa_clap.gif]..........in bocca al cocker!!!!!!!!!!!
 
Condivido ogni singola parola del tuo racconto!!
Anche io ho preso prima la licenza della patente, vedo che é una cosa comune a tutti. Soprattutto mi ritrovo un sacco nei sacrifici da fare il sabato sera, quante volte ho dovuto spiegare ai miei amici(o li ho dovuti lasciare) ad orari decenti per poter essere carico la mattina dopo!

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Condivido ogni singola parola del tuo racconto!!
Anche io ho preso prima la licenza della patente, vedo che é una cosa comune a tutti. Soprattutto mi ritrovo un sacco nei sacrifici da fare il sabato sera, quante volte ho dovuto spiegare ai miei amici(o li ho dovuti lasciare) ad orari decenti per poter essere carico la mattina dopo!

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Prendere la licenza di caccia prima della patente era piu' comune (ed inevitabile) ai tempi miei, quando la licenza di caccia si poteva prendere a 16 anni col consenso del genitore o della genitrice, e quando la patente di guida la si doveva aspettare fino al 18simo compleanno. Non credo che sarei stato capace di aspettare fino al 18simo anno per prendere la licenza di caccia. Gia' mi fu penosissimo dover aspettare fino ai sedici anni per ottenerla. Poi, quando ottenni anche la patente (e Papa' mi regalo' una Cinquecento nuova di zecca per la licenza liceale) licenza e patente furono come le chiavi del Paradiso: non dovevo piu' dipendere da nessuno o dai mezzi pubblici per poter andare a caccia. Liberta', Liberta', Liberta'!!!
 
Prendere la licenza di caccia prima della patente era piu' comune (ed inevitabile) ai tempi miei, quando la licenza di caccia si poteva prendere a 16 anni col consenso del genitore o della genitrice, e quando la patente di guida la si doveva aspettare fino al 18simo compleanno. Non credo che sarei stato capace di aspettare fino al 18simo anno per prendere la licenza di caccia. Gia' mi fu penosissimo dover aspettare fino ai sedici anni per ottenerla. Poi, quando ottenni anche la patente (e Papa' mi regalo' una Cinquecento nuova di zecca per la licenza liceale) licenza e patente furono come le chiavi del Paradiso: non dovevo piu' dipendere da nessuno o dai mezzi pubblici per poter andare a caccia. Liberta', Liberta', Liberta'!!!
Già il solo sentire " non dovevo piu dipendere dai mezzi pubblici per andare a caccia" mi fa rabbrividire...se qualcuno provasse ora verrebbe denunciato alla fermata istantaneamente per procurato allarme, e se proprio riuscisse a salire, verrebbe fermato dall' autista o insultato dai passeggeri

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