Veneto. Ammesso l’uso di richiami vivi

Alberto 69

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ASSESSORE PAN, “LA REGIONE VENETO RISPETTA PROTOCOLLO DI BIOSICUREZZA E TRACCIABILITÀ”

Nella stagione venatoria 2018-2019 i cacciatori in Veneto potranno tornare ad utilizzare i richiami vivi appartenenti agli Ordini Anseriformi e Caradriformi, noti anche come anatidi. La favorevole situazione epidemiologica relativa all’influenza aviaria ha indotto la Commissione Europea ed il Ministero della Salute ad autorizzarne l’utilizzo a supporto dell’attività venatoria, nel pieno rispetto di norme e prescrizioni di un rigoroso protocollo operativo adottato, sulla base delle indicazioni comunitarie, dall’autorità nazionale competente, il Ministero della Salute.

E’ appunto lo stesso Ministero ad attestare l’avvenuto e positivo superamento di una fase critica dell’epidemia di influenza aviaria in ambito nazionale e, su questa base, ad avviare una nuova fase gestionale, orientata a una autorizzazione all’utilizzo di questi richiami vivi. E ciò anche tenendo in considerazione il fatto che proprio tale utilizzo assume il ruolo di elemento di puntuale monitoraggio della situazione epidemiologica sul territorio regionale.

In questo quadro complessivo si inserisce quindi la delibera approvata oggi dalla Giunta regionale del Veneto, su proposta dell’assessore alla Caccia, Giuseppe Pan, di concerto con l’assessore alla sanità, Luca Coletto.

“L’utilizzo di richiami vivi dovrà pertanto rispettare idonee misure di biosicurezza, per poter individuare in maniera precoce l’eventuale diffondersi del virus dell’aviaria – avverte Pan – che, come noto, viene trasmesso e circola nelle popolazioni di volatili, selvatici, domestici e in allevamento. La Regione Veneto conferma pertanto il regime autorizzativo che aveva già adottato dieci anni fa, assicurando così il rispetto delle disposizioni procedurali e gestionali individuate dal Ministero della Salute”.

I detentori di richiami vivi devono, pertanto, garantire una specifica anagrafica dei capi, fondata su anelli con codici numerici; sono tenuti a registrare tutti i dati necessari nell’apposita banca dati nazionale dei ‘richiami vivi’; devono rispettare le misure prescritte di separazione e compartimentazione tra le diverse categorie di uccelli in allevamento e le misure di sanificazione dei ricoveri e dei mezzi di trasporto, e le indicazioni in materia sanitaria e di controllo, secondo quanto previsto dal Centro di riferimento nazionale per l’influenza aviaria che ha sede presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie.

Fonte:regioni.it
 

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