Il 27 giugno l’Assessore Fabio Rolfi ha incontrato le Associazioni Venatorie lombarde

Alberto 69

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In primo luogo ha illustrato i pareri giunti da ISPRA in merito a prelievo in deroga e catture dei richiami: come ormai d’abitudine l’ISPRA si è sottratto al proprio ruolo e dovere istituzionale di ente scientifico. Non ha reso nessun parere tecnico né ha fornito alcun dato, a partire dalle piccole quantità. Solo un parere “politico” mascherato da parere giuridico.

La questione è politica e si deve confidare nella possibilità che il nuovo Governo faccia da tramite delle giuste e fondate istanze lombarde, venete e liguri. In tal senso Regione Lombardia sta preparando un memorandum in cui smonta punto per punto i pareri resi dall’ISPRA in questi ultimi anni e che, grazie anche a una giustizia con derive animaliste, hanno di fatto reso impossibile in Italia l’applicazione della Direttiva Uccelli in punto deroghe.

Altro punto importante, il calendario integrativo: sotto esame pavoncella, pernice bianca, moriglione, moretta, combattente, quaglia e allodola. Carnieri ridotti per pavoncella, quaglia, moriglione e moretta. Sospensione prelievo del combattente (sospeso ormai da qualche anno). Nodo cruciale l’allodola: di fronte al prelievo standard previsto dal piano nazionale di gestione dell’allodola di 50 capi stagionali e 10 giornalieri, l’assessore vuole provare a seguire il suggerimento di FIDC di approfittare della possibilità concessa dallo stesso piano di concedere un carniere maggiorato (20 giornaliere e 100 stagionali) ai cacciatori che detengono richiami vivi di allodola. Si cercherà di trovare una soluzione, pur a fronte del problema della mancanza del dato dei cacciatori che abbiano abbattuto allodole negli ultimi tre anni.

Si è toccata anche la tematica del cinghiale: la situazione ormai è di emergenza a fronte delle indagini della Procura di Brescia dove sono indagati per disastro ambientale i funzionari che hanno autorizzato il contenimento del cinghiale. A fronte poi del testo letterale della legge 157/92 il sistema del controllo del cinghiale con la partecipazione di persone formate a supporto della polizia provinciale è impedito.Federcaccia sul punto ha ribadito l’importanza che di consentire l’uso del cane nella caccia al cinghiale nelle aree dove lo stesso debba essere eradicato: sperare di abbattere un consistente numero di cinghiali solo con la caccia di selezione in orario diurno (sul suide tale forma di caccia è efficace semmai di notte e con pasturazione in punti fissi, pratiche entrambe vietatissime) e con il controllo delle poche guardie provinciali operative è pura fantasia.

Federcaccia ha consegnato all’assessore un documento relativo ai suddetti punti e con altre istanze che verranno oggi ribadite anche ai consiglieri regionali dell’VIII Commissione Consiliare: dall’abolizione del limite di 55 giornate all’impegno per ottenere due giornate integrative da appostamento in tutta la Regione, dall’istituzione della polizia regionale alla istituzione di una figura di supporto per ATC e CAC per l’espletamento dei bandi di gara e per il rispetto della normativa in materia di trasparenza, dalla modifica dell’assetto regionale sulla caccia di selezione per consentire a più cacciatori di accedere a questa forma di caccia, dall’apertura della volpe a gennaio in zona alpi e per tre giorni settimanali alla previsione che ATC e CAC possano procedere autonomamente al bando per la nomina del proprio revisore dei conti.

Federcaccia ringrazia l’Assessore Rolfi per la grande attenzione e la sensibilità mostrata verso le problematiche venatorie, tradotta in un concreto impegno degli Uffici competenti per trovare soluzioni soddisfacenti e in una strategia che, speriamo, forse potrà mettere alle strette ISPRA.



Fonte:federcaccia.org
 

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