ACL. Ci risiamo, NO al prelievo in deroga, NO anche alle catture dei richiami vivi

Alberto 69

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Con un documento ufficiale, inviato alla Direzione Generale dell’Agricoltura, l’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale, l’ ISPRA, ribadisce che le modifiche introdotte nel 2104 della legge europea e all’art. 21 della Legge 157 vietano di fatto in Italia l’uso delle reti per la cattura degli uccelli per la cessione di richiami vivi, poiché questo metodo rientra fra quelli elencati dalla famosa Direttiva Uccelli (reti selettive ecc. )

Ispra, nella lettera attraverso la quale esprime parere negativo alle catture, mette in guardia la Regione anche per ciò che riguarda il tordo sassello poiché secondo alcuni dati europei avrebbe uno stato di conservazione sfavorevole.

La solita storiella della Direttiva Uccelli, delle minacce d’infrazione europea e di tante altre favole che ci raccontano da Ozzano dell’Emilia, dove funziona bene solo il “copia-incolla” di anno in anno..

Un copia-incolla non motivto da dati scientifici e contro il quale chiediamo l’intervento del Ministero dell’ Ambiente, dove a tal proposito si sperava che la Lega potesse esprimere il Sen. Francesco Bruzzone come Sottosegretario, quantomeno per riequilibrare una situazione impari che vede il presidente della LIPU come capo del Gabinetto del Ministro Costa, ma così non è stato.

In Regione Lombardia, nonostante sia cambiata l’aria e nonostante le varie rassicurazioni politiche, torna ad essere forte la preoccupazione per una nuova stagione venatoria zoppa. ACL spera in una prova di coraggio drell’Assessore Rolfi, per dare risposte e un segnale deciso di un cambiamento di direzione, ma chiede anche ai vari consiglieri cacciatori di fare pressione e di vigilare in questo senso.

La prossima settimana ci sarà un nuovo incontro con l’Asss.re Fabio Rolfi che ha convocato tutte le associazioni e ovviamente fra i temi del giorno si parlerà anche di deroghe e catture. ACL parteciperà a questo incontro e sarà l’occasione per un chiarimento in merito.



Associazione Cacciatori Lombardi



Fonte:https://www.associazionecacciatorilombardi.it/laria-che-non-tira/
 

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[h=1]C’erano una volta le deroghe … e le catture dei richiami vivi[/h] [h=4]Dall’incontro in Regione con tutte le associazioni solo risposte negative per chi pratica le cacce tradizionali alla piccola migratoria[/h] [h=3]Deroghe e catture sono solo un ricordo legato al passato.[/h]
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Fabio Rolfi

C’erano una volta le deroghe …..

Tutte o quasi le associazioni venatorie hanno partecipato questo pomeriggio all’incontro in Rgione con l’ Ass.re Fabio Rolfi(Agricoltura e Caccia) per un aggiornamento su quello che potrebbe essere la nuova stagione venatoria che inizierà il 16 settembre. Un incontro dal quale è uscita una fumata “nera” . Non che ci si aspettasse cissà cosa dati i tempi e sopratutto le imposizioni di Ispra, ma neppure il tesserino venatorio sarà consegnato a domicilio.

L’assessore è stato chiaro: la Regione può fare ben poco in questo momento e non è neppure il caso di agire attraverso forzature che sarebbero bloccate sul nascere. quindi non è possibilie, almeno per adesso, attuare delibere o provvedimenti di legge, siae sul prelievo in deroga che sulle catture Regione ha le mani legate dal parere, sebbene non vincolante, di ISPRA che si è espressa negativamente su tutti i fronti e anadndo ben oltre. Un apertura di natura tecnicva e di distanze potrebbe esserci solo per quanto riguarda il prelievo dello storno ma è minima cosa.

Altra novità è quella riguardante l’allodola dove, per dimostrare la collaborazione effettiva della Regione ad un abbassamento del prelievo come richiesto da ISPRA , sarebbe al vaglio un ipotesi di prelievo mirato. Vale a dire che chi pratica primariamente la caccia all’allodola potrebbe essere favorito nei numeri del prelievo rispetto a chi fa la migratoria tradizionale.

Anche sulla questione della spedizione a domicilio del tesserino venatorio la Regione ha spiegato che per quat’anno, essendosi insediati da poco e quindi non avendo avuto il tempo per indire un bando di gara, sarà ritirato presso i comuni o presso l’ UTR regionale di competenza.

Nei prossimi giorni l‘Ass.re Fabio Rolfi, che sta mostrando tutta la buona volontà possinile, incontrerà il sottesegretario del Ministero dell’ Ambiente On. Vannia Gava per cercare di capire se vi è la possibilità una soluzione politica o che altro.

Durante l’incontro l’assessore Rolfi ha parlato anche della questione “cinghiali” stoppata sul nascere dagli animalisti e spiegando che prima di riproporla sarà necessario un chiarimento con le varie Procure per evitare ai cacciatori o agricoltori cacciatori d’incappare in sanzioni serie.
 
D'altronde è cosa nota ed arcinota (la legge parla chiaro), solo chi non vuol vedere e capire continua a fomentare la possibilità che ciò ci venga restituito.
 
Non so, secondo me deroghe era inutile addirittura far la richiesta, ma per quel che riguarda cattura richiami vivi qualcosa la regione poteva osare, magari rendendo obbligatorie ai roccolatori le mist net per evidenziare la contraddizione con chi cattura per scopi scientifici.
 
Concordo che le cose in futuro potranno solo che peggiorare per chi come noi ha la passione solo per la caccia con richiami vivi però intendevo che si poteva far leva sul fatto che usando questi reti, che già di per se son più selettive del tramaglio, si diventa alla stregua di un centro ornitologico.
il divieto non è legato al benessere degli uccelli catturati o alla possibilità di essere selettivi (anche perché cosa c'è di più selettivo dell'operatore qualificato che tira fuori dalla rete il volatile e se di specie protetta lo libera), bisogna far venire a galla che le ragioni vere sono che NON si vogliono cedere ai cacciatori i richiami perché questa pratica da anni vuole essere estirpata. La regione dovrebbe aver più coraggio... ma non è suo interesse averlo per noi cacciatori...
 
La rete di per se non può essere un metodo selettivo perchè è risaputo che anche nelle mist net, con maglie per turdidi ci finiscono anche tutte le altre specie, soprattutto i piccoli.
Il fatto che ci sia un operatore qualificato a gestire il tutto, non risolve il problema. Ovvio che questo è un mezzo tecnico difficilmente superabile che cela il vero motivo che è quello che hai espresso correttamente tu. Il consiglio regionale fosse anche composto da tutti cacciatori o sostenitori dell'attività venatoria, potrebbe far poco di fronte ad una legge nazionale che regola (vieta) le catture. C'era la pista della conversione dei roccoli in centri di inanellamento scientifico che poteva essere un primo passo per riaprirli, ma da quello che ho letto qua e la, mi sembra che non ci sia stata volontà da parte degli stessi roccolatori.
 
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