Le AVV del Lazio hanno bocciato all’unanimità il calendario venatorio regionale

Comunque bocciato o non non è stato più approvato il calendario venatorio! Si sa qualcosa di preciso in merito?
 

Alberto 69

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Le associazioni venatorie e agricole del Lazio hanno bocciato all’unanimità il calendario venatorio regionale proposto dalla giunta Zingaretti. Per esprimere il loro fermo dissenso da quanto proposto e spiegare nei particolari i motivi che hanno portato a questa posizione, si sono rivolte con una lettera ai gruppi consiliari in Regione. Di seguito il testo:

Scusandosi per il ritardo con il quale scrivono la presente, dovuto a cause non imputabili alle stesse, le associazioni scriventi intendono portare alla Vostra attenzione quanto segue:

Il primo Comitato tecnico faunistico venatorio dall’insediamento della nuova giunta, con all’ordine del giorno l’approvazione della bozza di calendario venatorio per la stagione 2018-19, ha visto la totalità dei portatori di interesse bocciare categoricamente, per motivi differenti, il documento presentato dall’esecutivo regionale.

Prima di entrare nel merito delle questioni, ci preme e ci duole sottolineare come, malgrado la data della seduta del Comitato fosse stata da tempo decisa e programmata dalla Regione, l’assessore delegato si è limitato ad un fugace saluto prima di andarsene asserendo di avere un’altra riunione in contemporanea. Il mondo venatorio, agricolo e ambientalista sono stati di fatto snobbati alla prima occasione.

Venendo al dunque, tutte le associazioni venatorie del Lazio hanno votato contro la bozza di calendario prodotta dalla Regione, imitati dalla totalità delle associazioni agricole. Anche la componente degli ambientalisti, per ragioni differenti da quelle delle scriventi, si è espressa negativamente bocciando di fatto il documento.

Per quanto ci riguarda, le ragioni che ci hanno condotto alla bocciatura della bozza di calendario sono molteplici:
  • Tanto per cominciare, la preapertura prevista dalla bozza riguarda una sola specie realmente oggetto di attenzioni da parte del mondo venatorio, vale a dire la Tortora Africana. Si continua, così, a concentrare tutta la pressione venatoria su di un’unica specie e, contemporaneamente, a discriminare i cacciatori del Lazio, che da oltre dieci anni oramai guardano i loro colleghi marchigiani, umbri e toscani dedicarsi anche ai colombacci e altre specie di interesse sin dal primo giorno di preapertura;
  • A propria discolpa, la Regione accampa la scusa di non possedere dati relativi agli abbattimenti delle scorsestagioni: ma questa lacuna è frutto di inadempienza da parte dell’ente, visto che da tre anni disponiamo dei tesserini venatori a lettura elettronica. Basta leggerli con adeguati macchinari per avere tutti i dati relativi agli abbattimenti realizzati dai cacciatori del Lazio dal 2015 ad oggi. Tra l’altro, per i cacciatori vige l’obbligo di riconsegna del tesserino entro la fine di marzo, pena salate sanzioni, proprio per favorire il controllo da parte dell’ente. Controllo che, puntualmente, non c’è stato neanche quest’anno. La Regione potrebbe allora colmare le proprie, colpevoli lacune chiedendo questi dati agli Ambiti Territoriali di Caccia, che sono disposti a fornirli, non fosse che la Regione stessa non si degna di prendere in considerazione tali enti di secondo livello;
  • La Regione non ha introdotto alcun regolamento per il prelievo della volpe, specie in esubero, malgrado le richieste del mondo venatorio e agricolo;
  • Mancato inserimento, fra le specie cacciabili, del Combattente e della Moretta, regolarmente cacciati in molte regioni d’Italia anche confinanti;
  • Mancata considerazione, riguardo la caccia all’allodola, dello studio relativo ai prelievi dei cacciatori specialisti, dediti cioè essenzialmente a quel tipo esclusivo di caccia, con conseguente possibilità di raddoppiare il limite del carniere giornaliero e annuale. La proposta, tra l’altro basata sullo studio dell’Ufficio Avifauna Migratoria di Federcaccia approvato a Bruxelles, era quella di passare – per i soli cacciatori specialisti – da 10 a 20 allodole giornaliere, per un tetto annuale di 100 abbattimenti anziché 50. Proposta non recepita dalla Regione;
  • Mancata concessione delle due giornate supplementari per la caccia alla migratoria da appostamento durante i mesi di ottobre e novembre, come previsto dalla legge Nazionale sulla caccia 157/92 e come regolarmente concesso, da 26 anni a questa parte, in tutte le altre regioni d’Italia;
  • Mancata concessione della deroga per la specie Storno, ormai divenuto infestante come ben sanno i cittadini del Lazio e di Roma in particolare. Anche quest’anno non sarà possibile cacciare questo passeriforme, che continuerà pertanto a proliferare indisturbato ovunque desideri, con i danni alle colture che continuano a levitare a spese di tutti i cittadini.


Per tutti questi motivi le associazioni venatorie e agricole tutte hanno deciso di bocciare la bozza di calendario venatorio regionale, che non tiene conto delle proposte e dei suggerimenti dei reali attori del territorio agro-silvo-pastorale adibito alla caccia programmata. Se la Regione intende mancare di rispetto alla sua ruralità, contravvenendo a tutte le promesse elettorali del presidente Zingaretti, potrà anche farlo ma senza l’avvallo dei cacciatori, degli agricoltori e – sia pur per motivi differenti – degli ambientalisti.

In estrema sintesi: a fronte dell’aumento dei danni alle colture da fauna selvatica, la Regione Lazio ha deciso di limitare ulteriormente l’attività venatoria nel Lazio, regione già vessata in materia con uno dei calendari venatori meno elastici d’Italia. Un calendario che, a detta dello stesso presidente Zingaretti, doveva essere stato già approvato entro lo scorso mese di febbraio. Ma si sa, la campagna elettorale è finita.



Fonte:federcaccia.org
 

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Mi sa che le proposte non le hanno manco lette. Magari avevano qualcosa di meglio da fare e avranno fatto un copia incolla di quello dell anno precedente. Cioè questi hanno bocciato tutte le proposte non hanno accontentato nessuno manco gli ambientalisti per fare cosa? Non vogliono prendere una posizione di apertura. Questo è certo.
 
" cacciatori specialisti " nella caccia all'allodola. Come ci si diventa ?

Forse comperando a caro prezzo una batteria di richiami vivi della specie in questione e accudendola amorevolmente per tutto l'anno in box climatizzato e con costosi mangimi bilanciati nella speranza di poter incarnierare 10 capi al giorno nel breve periodo del passo tanto da raggiungere gl'agognati 50 capi annui [sconvolto.gif]!?!
Veri eroi della passione per questa specie.........ci vuole veramente coraggio a dedicarsi ancora a questa affascinante forma di caccia qua' da noi [eusa_clap.gif] ! Cmq e' pur vero che davanti all'ottusita' del legiferante mi riesce difficile condannare chi poi applica un calendario ad personam a suo rischio et pericolo [3] ! Un saluto.
 
A fabiè basta leggere......[marameo.gif]

Leggo, leggo ... era per approfondire l'argomento " specializzazione ". In poche parole per avere un misero aumento di contingente abbattibile, dovrei specializzarmi :shock: ! In poche parole dovrei fare quella caccia in via esclusiva, tipo coloro che cacciano in appostamento fisso con i richiami vivi. La cosa non dovrebbe scandalizzare se partorita dalla mente di qualche animalaro, pronto a proporre restrizioni con l'aiuto della " vasellina " .... invece questa enorme gran " caxata " del cacciatore specializzato .... è stata " vomitata " dalle eccellenti associazioni della nostra regione come proposta portata alla valutazione per l'inserimento nel prossimo calendario, senza neanche sapere che non esiste un cacciatore nel lazio con la qualifica di " specializzato " alla caccia all'allodola. Evidentemente , non contenti del confino in riserve ottenuto 25 e più anni fà, adesso i nostri sindacati, vorrebbero paventare il confino della " specializzazione ". Se non ci sono, mi sà che ci fanno !!!
 
Ma non e' lo stesso calendario venatorio dello scorso anno, che era stato elogiato da tutti? O sbaglio?
 
il lodolaro specialista è quello con le gabbie dei richiami, la lodola sta ad un passo dalla esclusione dalle specie cacciabili, quindi cercano di ammorbidire la cosa facendola cacciare solo agli interessati, io la vedo così, cacciare 10 lodole o 20 al gg cambia le cose, per il colombo è sempre la stessa storia, meglio trucidarlo alla preapertura o cacciarlo fino al 10 febbraio? Per me la seconda.
 
A parte quello che NON è stato incluso, si conoscono altre novità sul calendario ? Sembra ci siano problemi per la caccia a tordo bottaccio, tordo sassello e cesena dopo il 20 gennaio (Aridaje).
 
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