Anuu: deroghe e cacce tradizionali

Re: Anuu: deroghe e cacce tradizionali

questo publicato da diego è una risposta concreta per tutti quelli che dicono che le ass.venatorie non servono a niente o che sono tutte uguali,visto che è utopistico sperare l'unione del mondo venatorio sarebbe perlomeno auspicabile che venga premiato chi nel propio dna ha la politica del fare e anuu è una di queste
 
Re: Anuu: deroghe e cacce tradizionali

anasacuta ha scritto:
questo publicato da diego è una risposta concreta per tutti quelli che dicono che le ass.venatorie non servono a niente o che sono tutte uguali,visto che è utopistico sperare l'unione del mondo venatorio sarebbe perlomeno auspicabile che venga premiato chi nel propio dna ha la politica del fare e anuu è una di queste
si va bene ma quando verranno attuate queste cose????mai......
 
Re: Anuu: deroghe e cacce tradizionali

anasacuta ha scritto:
questo publicato da diego è una risposta concreta per tutti quelli che dicono che le ass.venatorie non servono a niente o che sono tutte uguali,visto che è utopistico sperare l'unione del mondo venatorio sarebbe perlomeno auspicabile che venga premiato chi nel propio dna ha la politica del fare e anuu è una di queste

Sono d'accordo con te che vadano premiate le AAVV attive e non le mangiasoldi attraverso le tessere. Però mi sembra che anche l'Annu, normalmente attiva e battagliera, in questo caso si sia limitata a fare un riassunto delle diverse normative esistenti e dello stato dell'arte. Forse un po poco per il carattere dell'ANUU.
 
Re: Anuu: deroghe e cacce tradizionali

Scusate,l'amico Andrea a messo nero su bianco la sitazione giuridica-interpretativa deroghe...di conseguenza conoscendo la effettiva realtà dei fatti,risponderemo a tono a chi ci vuole propinare una storiella diversa.
 
Re: Anuu: deroghe e cacce tradizionali

Stefano 123 ha scritto:
Scusate,l'amico Andrea a messo nero su bianco la sitazione giuridica-interpretativa deroghe...di conseguenza conoscendo la effettiva realtà dei fatti,risponderemo a tono a chi ci vuole propinare una storiella diversa.

Ma che importanza ha che noi cacciatori rispondiamo a tono a chi mette in dubbio la regolarità delle deroghe. Nessuna. E' più importante che l'ANUU faccia una vera guida alle deroghe sulla base di quei concetti e la invii a tutte le regioni italiane in modo che chi vuol fare le deroghe sappia con certezza come farle senza incappare in multe.
 
Re: Anuu: deroghe e cacce tradizionali

ggramoli ha scritto:
Stefano 123 ha scritto:
Scusate,l'amico Andrea a messo nero su bianco la sitazione giuridica-interpretativa deroghe...di conseguenza conoscendo la effettiva realtà dei fatti,risponderemo a tono a chi ci vuole propinare una storiella diversa.

Ma che importanza ha che noi cacciatori rispondiamo a tono a chi mette in dubbio la regolarità delle deroghe. Nessuna. E' più importante che l'ANUU faccia una vera guida alle deroghe sulla base di quei concetti e la invii a tutte le regioni italiane in modo che chi vuol fare le deroghe sappia con certezza come farle senza incappare in multe.

Penso che il "sapere" e quindi non essere ignoranti sia importantissimo...sopratutto se c'è gente incompetente nelle altre associazioni venatorie e nelle classi dirigenti che vorrebbero governarci!!!
 
Re: Anuu: deroghe e cacce tradizionali

Si purtroppo ci sono aavv che delle deroghe non interessa nulla perche`al loro intrno hanno la maggioranza degli iscritti che non sono migratoristi.
Ce n'e`una in particolare(Arci caccia senza fa nomi)che un gli interessa nulla della caccia in generale,poi ci sono i politici che diventano tutti cacciatori poco prima elle elezioni.
Quindi il quadro e`un "tantino"........desolante.
 

Diego

Membro dello Staff
Moderatore Forum
Messaggi
7,909
Punteggio reazioni
81
Punti
408
Allego la documentazione dell'intervento dell'amico Andrea portata sabato all'Assemblea Nazionale Anuu di Bergamo, è un ottimo riassunto della situazione giuridica/interpretativa sulla questione deroghe.

ANUU.jpg


LIII ASSEMBLEA NAZIONALE – BERGAMO, 26 MARZO 2011

Deroghe e calendari: una strategia per voltare pagina e portare l’Italia in Europa nel rispetto delle nostre tradizioni venatorie
(Responsabile Nazionale Cacce Tradizionali , Andrea Trenti)

Il tema della caccia in deroga rappresenta uno dei capitoli più affascinanti e dibattuti della pratica venatoria tradizionale effettuata nella nostra Penisola.
La Direttiva Comunitaria 409/79 (ora 147/2009/CE), all’art.9 lettera c, ben evidenzia la possibilità per ogni Stato Membro e per le Regioni ad esso correlate di effettuare un prelievo moderato a specie contenute nell’allegato che dimostrino un buon stato di conservazione attraverso una rilevazione scientifica dei dati.
In Europa non solo la caccia viene correttamente considerata un risorsa sociale, ambientale ed economica (vedi la sentenza della Corte di Giustizia dei Diritti dell’uomo CJDH n. 9300/07 – 20.01.2011), ma il capitolo della salvaguardia delle cacce tradizionali viene trattato con la dovuta preparazione tecnica abbinata ad un concreto rispetto per le usanze locali.
In Italia attualmente la situazione è purtroppo diversa e le deroghe sono divenute un problema più politico che tecnico, con posizioni strumentali che ne ostacolano immotivatamente una corretta attuazione nel rispetto delle norme comunitarie delle consuetudini locali.
Per quanto concerne la situazione relativa all’anno 2010 i dati giuridici più interessanti provengono dalla Regione Veneto dove, dopo aver applicato la delibera 2371 del 05.10.2010 sulla caccia in deroga, il Tar non ha concesso la sospensiva richiesta dal ricorso ambientalista e poi anche in sede di Consiglio di Stato si sono trovate ulteriori conferme delle nostre tesi secondo le quali il corretto impiego delle deroghe è un’opportunità su cui insistere per tutelare le nostre tradizioni venatorie. Resta però ora lo scoglio della Corte Costituzionale, presso la quale il Governo, con una scelta assolutamente discutibile e priva di fondamento tecnico-giuridico, ha impugnato il provvedimento della Regione Veneto.
E’ doveroso un passaggio anche sulla Regione Lombardia dove, purtroppo, nonostante il nostro continuo lavoro tecnico con proposte ed incontri istituzionali a supporto dei Consiglieri Regionali, abbiamo visto naufragare l’obiettivo proprio durante la giornata del 14 settembre 2010 in cui eravamo in piazza con la nostra mobilitazione al Pirellone.
Ogni tipologia di caccia legata alle tradizioni popolari e locali ha il diritto di essere valorizzata e salvaguardata. A tal fine l’ANUU Migratoristi da sempre supporta tecnicamente i vari livelli legislativi sostenendo in modo oggettivo l’assoluta applicabilità tecnica del prelievo in deroga, evidenziando anche l’importanza sociale ed economica che contraddistingue tutte le storiche cacce tradizionali.
Tutti gli aspetti più tecnico-giuridici li troverete in cartellina in un apposito documento di approfondimento. Voglio però sottolineare, su questo discorso, la completa assenza dell’ISPRA, un organo preposto all’elaborazione dei dati scientifici per valutare lo stato di conservazione delle varie specie e successivamente trasmetterli alle Regioni che ne facciano richiesta non fornisce più nessun dato dal 2006!!
Una situazione insostenibile alla quale la politica italiana deve porre rimedio.
Per queste ragioni è urgente stimolare e creare nelle varie Regioni italiane alcuni osservatori ornitologici regionali che possano sopperire alle gravi mancanze dell’ISPRA, nonché collegarsi con la realtà europea dell’OMPO che può fornirci la validazione scientifica dei nostri dati.
Nonostante questa difficile situazione italiana svariate sono state le Regioni in cui sono stati presentati alcuni progetti di legge o delibere sulla caccia in deroga, alcune andate a buon fine mentre altre un po’ meno.
Desidero ringraziare tutti i nostri Dirigenti ed Associati che hanno speso il loro tempo e le loro energie tentando di sensibilizzare i politici regionali su questo argomento.
Non sempre le battaglie si vincono ma è sempre doveroso provarci. Le qualità degli uomini si misurano dalla volontà di mettersi in gioco per un bene comune e di questi uomini l’ANUU Migratoristi ne ha davvero tanti.
Il nostro compito è quello di creare dei tavoli di lavoro tecnici ed i legislatori preposti al tema ed arrivare, attraverso un confronto supportato dalla preparazione giuridica dei nostri esponenti, a costruire un percorso oggettivamente valido da presentare nei vari Consigli Regionali con tutte le doverose pressioni politiche necessarie per l’esito finale.
Ogni territorio ha le sue peculiarità, ma tutte le forme di caccia vanno tutelate allo stesso modo, le pratiche venatorie legate alle usanze popolari sono l’espressione di un notevole impatto sociale, culturale ed economico e vanno difese per consentire alle generazioni che verranno di provare quelle emozioni che noi abbiamo potuto vivere, evitando la dispersione di alcune tradizioni rurali nate con l’uomo e vissute da secoli in perfetta simbiosi.

—–


DOCUMENTO DI APPROFONDIMENTO TECNICO-GIURIDICO


Dettagli tecnici utili per analizzare l’attuale situazione normativa

sulla caccia in deroga nello Stato Italiano


(Responsabile Nazionale Cacce Tradizionali , Andrea Trenti)

Bergamo, 26 marzo 2011


La sentenza della Corte di Giustizia europea (Terza Sezione) datata 15.7.2010 chiarisce che la Repubblica Italiana deve adeguare l’art.19 bis della legge nazionale 157/92 alle Direttive Comunitarie, ed in particolare alla Direttiva 409/79 (attualmente 147/2009), perché risulta “ inefficace ed intempestivo “ (Punto 46) nonostante le ripetute comunicazioni che la Comunità Europea ha indirizzato all’Italia nel corso degli anni.

Andiamo con ordine.

La Commissione Europea invia il 10 aprile 2006 ed il 28 giugno 2006 un documento che obbliga lo Stato Italiano a trascrivere in modo corretto la direttiva 409/79 nel proprio ordinamento giuridico. (Punto 27-28).

La Repubblica Italiana, con ben 7 comunicazioni, risponde che verranno attuate le dovute modifiche legislative senza mai realmente effettuarle (31 agosto e 24 novembre 2006, 31 luglio – 27 settembre – 24 ottobre e 26 novembre 2007, 21 marzo 2008) (Punto 29).

Al punto 75 viene richiamato l’anno 2006 (Ministro Pecoraro Scanio) in cui addirittura lo Stato Italiano non ha trasmesso le leggi regionali in materia di deroghe alla Comunità Europea violando la normativa stessa.

Ma ancora più grave è il passaggio della sentenza (Punto 61) in cui l’Avvocato Generale dello Stato, teoricamente a difesa dello Stato italiano, critica le leggi regionali per la non completa trasposizione della normativa comunitaria. Un grave esempio non solo di non-difesa, bensì di esplicito attacco, alle competenze e provvedimenti regionali che peraltro la stessa legge 157 prevede!

Entrando in modo approfondito nelle Leggi regionali affrontate nella sentenza è bene focalizzare l’attenzione sulla Regione Lombardia per capire meglio i termini entro i quali la Corte di Giustizia tratta l’argomento : le uniche irregolarità evidenziate riguardano le motivazioni delle Leggi Regionali del 02.08.2004 e 03.08.2005 (Punto 54 e 55), mentre per quanto riguarda la Legge Regionale 24/2008, cosi come modificata 21/2009 viene abrogato solamente l’art.4 comma 1.

In sostanza la struttura del provvedimento viene dichiarata legittima, cosi come i periodi, le specie cacciabili e i numeri prelevati, a dimostrazione dell’assoluta percorribilità del prelievo in deroga.

Questo paragrafo relativo alla Regione Lombardia può essere utilizzato come esempio concreto per predisporre atti corretti nel rispetto delle normative europee ma sfruttando la grande autonomia riconosciuta alle Regioni degli Stati Membri per regolamentare le deroghe.

Infine, la Sentenza condanna lo Stato Italiano al pagamento delle spese processuali per non aver recepito correttamente la Direttiva Comunitaria 409/79 (Punto 81).

***


A margine di tutto questo è bene sottolineare un altro passaggio tecnico molto significativo.

Il 22 dicembre 2009 viene effettuata una delibera della Giunta lombarda in cui viene costituita una Commissione di esperti in campo tecnico-giuridico per tracciare una linea utile ai provvedimenti in deroga.

La Commissione tecnica produce una relazione corposa che riprende il percorso del prelievo in deroga dal punto di vista normativo Europeo, Nazionale e Regionale con alcuni cenni relativi alle varie sentenze avvenute nel corso degli anni.

Il punto nevralgico è la parte in cui viene confermato che, qualora l’Ispra non fornisse i dati, la Regione può avvalersi di un proprio osservatorio scientifico regionale e nel frattempo, tramite IREALP, sono stati effettuati i rilevamenti (delibera di Giunta Regionale n. 7222 del 08.05.2008 con incarico all’Università Bicocca di Milano) scritti all’inizio del 2010.

***


Oltre alla Regione Lombardia è bene soffermarsi sui due ricorsi vinti dalla Regione Veneto sempre in materia di deroghe relative alla stagione 2010-2011.

Il primo esito positivo è venuto dal Tribunale Amministrativo Veneto in data 24.11.2010, mentre la seconda importante sentenza è arrivata dal Consiglio di Stato in data17.12.2010.

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Veneto (Sezione Prima), sul ricorso n. r.g. 1853 in data 24.11.2010, respinge la domanda di annullamento della delibera sulle deroghe venete 2010.

Nei dettagli il Tribunale sostiene giustamente : “ la caccia in deroga è di per sé legittima, in quanto ammessa dallo stesso ordinamento comunitario oltre che interno, trattandosi semmai di stabilire la fissazione di adeguati criteri per il suo svolgimento ed il rispetto dei presupposti e dei limiti stabiliti da entrambi gli ordinamenti”.

Il Consiglio di Stato, invece, con il decreto n. 5767 del 17.12.2010, respinge la domanda della misura cautelare.

Rimane ora la difficilmente comprensibile presa di posizione del Consiglio dei Ministri, che ha impugnato la delibera del Veneto avanti la Corte Costituzionale per sua presunta incostituzionalità: una decisione di chiara matrice politica, che niente ha di tecnico-giuridico e che ancora una volta ha dimostrato come nell’attuale Governo, forse, contino di più alcuni esponenti anti-caccia che non gli altri più vicini alle istanze del mondo venatorio. Staremo a vedere come la Corte vorrà pronunciarsi.

I percorsi giuridici amministrativi illustrati hanno quindi un duplice significato: il primo è l’ammissione degli organi preposti che il provvedimento è perfettamente in linea con le richieste Comunitarie e il secondo è che anche una delibera di Giunta, seppur più debole delle consuete leggi regionali, potrebbe essere uno strumento sostenibile.

***

Infine, un ultimo approfondimento necessario per conoscere appieno le richieste avanzate dall’Unione Europea è il capitolo attinente la piccola quantità prelevata che deve variare dall’ 1% al 5% della mortalità annua della specie.

Solitamente si considera la piccola quantità quando è pari all’1% della mortalità annua della specie. Tuttavia è possibile che questa venga ricomputata (in aumento) a patto che vi siano elementi di prova scientifica in grado di dimostrare che, in relazione all’andamento demografico della specie, una percentuale superiore dell’1% possa comunque integrare la fattispecie legislativa di piccola quantità (sentenza del 15.12.2005 causa c – 344/03, Commissione Finlandia; sentenza del 9.12.2004 causa c – 79/03 Commissione Spagna).

E’ necessario a questo punto un processo di maturazione da parte del mondo venatorio italiano.

L’ANUUMigratoristi da molto tempo sottolinea questo aspetto: dobbiamo impegnare le nostre risorse alla creazione e al finanziamento di alcuni istituti ornitologici scientifici vicini al mondo venatorio e collegarci anche a livello europeo con OMPO, per rendere inattaccabili le nostre richieste di prelievo venatorio non solo dal punto di vista culturale e tradizionale, ma anche tecnico-scientifico.
 
Armeria online - MYGRASHOP
Sponsor 2024
Indietro
Alto