TOTORA DAL COLLARE: i nodi vengono al pettine

ggramoli

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UNO STRALCIO DAL TACCUINO:

In merito alla tortora dal collare, che cosa rivendichiamo noi cacciatori da tanti anni?

Un sapiente prelievo che ci gratifichi di una ricchezza e contestualmente riporti la popolazione a livelli compatibili con le risorse ambientali! Ciò vale per tutte le specie selvatiche ed in particolare per il piccione torraiuolo, portatore sano di virus che sono invece letali per tortore ed altri volatili e senza far ricorso ad alimenti con sostanze sterilizzanti.

“Leonardo”, il telegiornale scientifico del TG3, ha informato che le analisi sulle tortore morte in Romagna, hanno rilevato la presenza di un virus tipico dei colombiformi, nel caso letale per le tortore dal collare. E ciò sgombra il campo da ipotesi di influenze aviarie o emorragiche che sono certamente contagiose.

Dimostrando che i tam/tam catastrofisti sui vari blog animalisti, sono autentica speculazione ideologica, frutto di spasmodico protagonismo e della peggiore incompetenza.

"Una animalista di Bologna sostiene che le tortore hanno un problema epatico, dovuto alla cattiva alimentazione. Una dieta non variata e a base di semi oleosi – girasole – che le intossica in maniera letale. ”

I volatili però, non sono schiattati per una dieta stabile, ma invece per l’eccessiva concentrazione in poco spazio ed in evidente sovra popolazione con i piccioni torraiuoli. “Razzolando” quindi per lunghi periodi tra autentiche montagne di escrementi.

Il virus mortale per le tortore, non procura invece nessun problema per i piccioni che ne sono portatori sani, a dimostrazione, ancora una volta, che la difesa della biodiversità passa tra la corretta interpretazione delle interconnessioni e l’oculato contenimento delle specie più prolifiche.

Ecco la caccia, in alternativa all’intoccabilità!
 
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