L'Ispra conferma. Nessun pericolo dalla caccia

Re: L'Ispra conferma. Nessun pericolo dalla caccia

e c'era bisogno dell' ispra per saperlo........
comunque, meno male, mi sarebbe dispiaciuto d' esser la causa dei problemi dei protozoi..........
 
Re: L'Ispra conferma. Nessun pericolo dalla caccia

Maremma ****!!!!!!!!!!!
O icche`gl'e`successo all'Ispra?
Per me ci pigliano per il c**o,la dicono,o hanno detto una cosa e qui ne fanno un'altra.
Gli fara`male l'aria italiana?
 
Re: L'Ispra conferma. Nessun pericolo dalla caccia

.... [26] ragazzi ma la postema della caccia alo storno o meglio la barzelletta di inzio stagione di tutti gli anni [42] ....non vi viene dei dubbi che ci mette lo zampino qualcuno in queste ca....o di Deroghe [Backstab_emoticon.gif] .....speriamoche prima o poi lo capiscano di metterlo nelle specie cacciabile ....parere FORTEMENTE NEGATIVO X LA PRE-APERTURA DELLA CACCIA ALLO STORNO IN TOSCANA .......roba da gabbia [censored.gif] e hanno anche studiato parecchio stà gente [meaculpa.gif] .....un saluto
 
Re: L'Ispra conferma. Nessun pericolo dalla caccia

Scusate, ma dove si può reperire il documento ufficiale pstato da rud4x4 che sul sito dell'ispra non riesco a trovalo.
grazie
 
Re: L'Ispra conferma. Nessun pericolo dalla caccia

colombaccio51 ha scritto:
grillaia ha scritto:
Ma veramente non riuscite a capire?

Caro Danilo
Spiegamelo te perche`io son duro come le pine verdi.
Avete mai visto un cacciatore uccidere un protozoo,un pesce,e cosi via,fate il calcolo delle specie cacciabili in rapporto all 9 % del problema derivato dalla caccia
non so se sono stato chiaro,questa è una sottila arma x buttarcelo elegantemente nel tortello!
Puo anche darsi che mi sbagli ma.....................fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio.
 
Re: L'Ispra conferma. Nessun pericolo dalla caccia

noi che VIVIAMO quotidianamente il bosco e la campagna,è una vita che lo diciamo....la caccia NON influisce minimamente sulla diminuzione degli animali,anzi è dimostrato che una corretta gestione della fauna ne migliora la crescita.ORA mi piacerebbe che chi ci rappresenta(?)ALZASSE LA VOCE in nostra difesa,DATI ALLA MANO,non chiacchere o sondaggi del caxxo !!!! bisogna SBATTERE IN FACCIA questi risultati a tuutti quelli che ci vogliono far smettere. [6]
questo per il mondo venatorio è un grande assist,va (mi auguro) sfruttato !!!!!!!!!!!
 
Re: L'Ispra conferma. Nessun pericolo dalla caccia

Biodiversità. Caccia meno dannosa del collezionismo

martedì 30 novembre 2010
Le maggiori minacce al patrimonio ambientale sono legate in larghissima parte all'impatto delle attività umane. In particolare l'Ispra nella relazione dello scorso anno Biodiversità e aree naturali, agricole e forestali, individuava 5 cause principali: degrado e distruzione degli habitat, frammentazione, introduzione di fauna esotiche e sovrasfruttamento delle risorse e delle specie.

Scendendo nel dettaglio dei dati rielaborati dall'Ispra sulla base delle cifre identificate dell'IUCN, e esaurientemente sintetizzati dallo schema che riportiamo qui sotto, tra le cause di sofferenza per i vertebrati, ossia uccelli, mammiferi, rettili, anfibi e pesci, spiccano fattori indiretti come la cementificazione e la modificazione degli habitat (50%), l'uso di pesticidi e inquinamento delle acque (32%) e le bonifiche delle zone umide (24.5%). Seguono a ruota cause naturali (come le eruzioni vulcaniche), 22 %, il bracconaggio e la pesca illegale (21%), gli incendi e il taglio dei boschi (17%).

La caccia (9%) arriva solo dopo il cambiamento delle attività agricole e pastorizia, l'attività della pesca (14,5) e il prelievo di uova, pulli, stadi larvali a scopo commerciale o per collezionismo, fattore che si attesta al 12,5% delle minacce. Prima della caccia viene anche la competizione e la predazione da parte di specie e popolazioni alloctone, che pare influisca per il 15 per cento sui fattori negativi per la biodiversità. Minaccia, tra l'altro, che la gestione venatoria contribuisce ad abbattere, grazie ad un approccio sempre più scientifico dei prelievi e al controllo delle specie problematiche.

Stesso principio vale anche per altre delle cause sopra elencate. Sono molto spesso i cacciatori, sentinelle dell'ambiente sempre presenti sul territorio, ad occuparsi della tutela dell'ambiente prevenendo gli incendi, denunciando scempi ai danni della natura e mantenendo l'ambiente idoneo alla proliferazione della biodiversità e all'esercizio della loro passione. Parola dell'ISPRA, che guarda caso smentisce se stessa quando non interviene per smentire il Minambiente che denuncia la caccia come il peggiore dei mali per il nostro ambiente.

E le associazioni ambientaliste, e gli ineffabili animalisti nostrani? Ee la ministra Brambilla? Cosa dice la ministra per i palesi danni al turismo provenienti da tutt'altra parte per il suo beneamato dicastero?


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L'Ispra conferma. Nessun pericolo dalla caccia

venerdì 26 novembre 2010
Nella relazione che presenta la conferenza nazionale in corso in questi giorni a Roma, l'Ispra definisce i principali pericoli per la perdita di biodiversità nel nostro paese: cambiamenti climatici, urbanizzazione, inquinamento, specie aliene, degrado ambientale.

Il pericolo per le 58 mila specie che popolano la nostra nazione (il più alto numero d'Europa) è quindi anche per l'Ente che spesso osteggia i provvedimenti regionali in ambito venatorio, in maniera pressochè nulla imputabile alla caccia. Quel calderone di specie, di cui la metà considerata a rischio, è composto infatti al 98 per cento da invertebrati (55 mila) e protozoi (1812). Rimangono 1188 specie composte in gran parte di anfibi (minacciate il 66 per cento delle specie) e pesci (10 mila specie, di cui il 40 per cento in condizioni critiche). Gli uccelli corrono rischi per il 23 per cento del totale e i mammiferi solo per il 15. Fra quelle oggetto di caccia, ovviamente solo di queste ultime due categorie, nessuna è a rischio. Da questa relazione emerge semmai un concetto che gli ambientalisti fanno finta di non capire: ovvero che la caccia ha dimostrato di saper gestire in maniera sostenibile le risorse faunistiche e il suo impatto con l'ambiente, cosa che non è successa per la maggior parte delle altre attività umane.
La caccia effettivamente non è contemplata tra i fattori di rischio
. Anzi, l'Ispra sottolinea che "dal 2000 al 2007 il numero di cacciatori a livello nazionale è diminuito del 6,2%. A livello regionale, ben undici regioni presentano percentuali di riduzione del numero di cacciatori superiori al valore registrato per l’Italia. Solo cinque regioni (Trentino Alto Adige, Lazio, Calabria, Sardegna e Molise), invece, mostrano un aumento del numero dei cacciatori”.
Strettamente legato allo stato di conservazione delle specie è poi, sempre per l'Ispra lo stato di conservazione degli habitat, che la caccia contribuisce a tutelare. Nel nostro Paese - si legge nel documento - sono presenti 130 diversi tipi di habitat. Gli habitat in peggior stato di conservazione in Italia sono quelli delle dune (a causa della pressione turistica e di nuovi insediamenti), seguiti da quelli d’acqua dolce e da quelli rocciosi.
 
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