chiusa la caccia in Liguria per i non residenti

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(ASCA) - Roma, 16 nov - Solo i cacciatori residenti nei comuni dei parchi naturali liguri potranno esercitare la caccia nelle ''aree contigue'' alle aree protette regionali. E' quanto stabilito dalla sentenza della Corte Costituzionale (appena pubblicata sul sito della Consulta) n. 315 del 3 novembre 2010, depositata giovedi' scorso da cui esce sconfitta la regione Liguria, che aveva dilatato l'accesso dei cacciatori nelle aree contigue ai parchi regionali a tutti coloro in regola con le tasse di iscrizione alle aree di caccia di loro interesse (A.T.C.), estendendo in tal modo la presenza delle doppiette in queste aree ''cuscinetto'' tra aree protette regionali e zone di caccia libera. Dispongono di ''aree contigue'' i parchi naturali regionali liguri dell'Antola (5832 ettari di area cont.) , dell'Aveto ( 2670 ettari di area cont ), del Montemarcello-Magra ( 1206 ettari di ac.c ) e di Portovenere ( 38 ettari di a.c.). In queste fasce di territorio, il giorno successivo alla pubblicazione in gazzetta Ufficiale della sentenza 315/2010 (non ancora avvenuta), potranno cacciare solo i cacciatori residenti nei parchi e nell'area contigua, come stabilisce la legge quadro statale sui parchi 394/91, che la Regione Liguria aveva violato nel 1994 dando via libera a tutte le doppiette. La Sentenza trae origine da un ricorso dell'associazione VAS-Verdi Ambiente e Societa', che aveva impugnato il piano del parco di Portovenere. Il TAR Liguria aveva trasmesso gli atti alla Corte Costituzionale sollevando l'eccezione di costituzionalita' delle legge venatoria ligure del 1994 che allargava un po' troppo le maniche. ''E' la terza volta che la Corte Costituzionale bacchetta la Regione Liguria in materia di caccia e parchi: l'anno scorso era stata bocciata la norma che ammetteva la caccia nella porzione denominata 'paesaggio protetto' attiguo al Parco Alpi Liguri (l'amministrazione Burlando rispose accorciando il parco per non scontentare i cacciatori); nel 2000 la Consulta obbligo' la Regione a vietare da subito la caccia nei parchi regionali, sino ad allora illegalmente permessa'', afferma Guglielmo Jansen del WWF Liguria. La sentenza avra' efficacia (come prescrive l'art. 136 della Costituzione) il giorno dopo la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, imminente. Le associazioni ambientaliste WWF Liguria , LIPU Liguria, ENPA Liguria , Lega Abolizione Caccia -Liguria invitano le province e gli organi di vigilanza a far applicare la sentenza appena sara' pubblicata in Gazzetta


Martedì 16 Novembre 2010 Caccia assessore Briano a Bruzzone (Lega): no ad riduzione parchi liguri, i ricorsi degli ambientalisti si ritorcono contro le aree protette



Genova. “Non si può chiedere la chiusura dei parchi. Al contrario i parchi vanno fortemente sostenuti perché costituiscono un investimento altamente remunerativo dal punto di vista ambientale ed economico per le comunità locali e per la Liguria nel suo complesso. È per questa ragione che diversi Comuni chiedono di entrare a far parte dei parchi”. L’assessore alla caccia della Regione Liguria Renata Briano replica alla proposta al consigliere regionale Francesco Bruzzone, dopo la sentenza della Corte Costituzionale con la quale viene impedita l’attività venatoria ai cacciatori che non resiedono nei parchi o nelle aree contigue , ma va oltre la querelle con il rappresentante della Lega.
“Ancora una volta i ricorsi di chi è contro la caccia si ritorcono contro i parchi”, aggiunge l’assessore Renata Briano riferendosi al Wwf Liguria e alla Lipu.
“Purtroppo gli equilibri raggiunti in questi anni con fatica e impegno – continua l’assessore – sono stati messi in discussione da chi è, a priori, contro ogni forma di attività venatoria, così come è avvenuto nelle Alpi Liguri con un ricorso contro il paesaggio protetto. Il risultato è stato quello di aver ridotto sensibilmente le dimensioni del parco”.Tali iniziative, per quanto legittime, hanno come effetto quello di alimentare posizioni contrarie ai parchi. Ne sono un esempio emblematico le affermazioni del Consigliere regionale della Lega Nord, Francesco Bruzzone.
L’assessore Briano ha immediatamente convocato un tavolo di lavoro per cercare di trovare una soluzione alla situazione che si è venuta a creare in seguito alla sentenza della Consulta. “A questo punto – conclude l’assessore – sono necessari provvedimenti urgenti in accordo con gli enti parco, le province e il mondo venatorio, per evitare che venga rimesso in discussione quell’equilibrio e che si riporti indietro il percorso finora compiuto grazie alla buona volontà di tutti”.
La Corte Costituzionale, con la sentenza 11 novembre 2010 n.315, ha dichiarato illegittima la norma contenuta nella legge regionale 29/1994 che consentiva ai cacciatori iscritti agli Ambiti Territoriali di Caccia di praticare la caccia nelle cosiddette aree contigue dei parchi naturali, quei territori che sono posti a cornice di alcuni dei parchi regionali liguri quali Antola, Aveto, Portofino, Montemarcello Magra.
La Regione, con la norma ora decaduta, aveva ritenuto corretto applicare il principio della cosiddetta “residenza venatoria”, al centro della riforma introdotta dalla legge sulla caccia 157/1992, rispetto alla residenza anagrafica.
Questa soluzione legislativa aveva consentito di raggiungere un buon equilibrio fra le esigenze di tutela delle aree protette e le istanze dei cacciatori, rasserenando quel clima di acceso contrasto fra parchi e cacciatori degli anni ’90 e permettendo ai parchi di diventare soggetti importanti dello sviluppo delle aree interne e montane




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