Diego

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IN PIAZZA PER FAR CONOSCERE
LA VERA FACCIA DELLA CACCIA IN ITALIA

Faremo sentire le nostre VOCI
le nostre RICHIESTE
le nostre RAGIONI
BASTA BUGIE, BASTA STRUMENTALIZZAZIONI!
LA CACCIA NON E’ UN PROBLEMA
MA E’ UNA RISORSA PER LA COLLETTIVITA’!

Martedì 14 settembre 2010 a Milano
al PRESIDIO presso la Sede Aula del
Consiglio Regionale
in via F. Filzi, 22 (vicino alla Stazione Centrale)
dalle ore 8:30 alle 14:00

Per ogni informazione la Segreteria centrale è a vostra
disposizione: tel. 035-243825
 
Re: ANUU, il 14 settembre a Milano

DALLA SINISTRA OLTRE 1000 EMEDAMENTI CONTRO LE DEROGHE: Ora serve un colpo magico della maggioranza per salvare la stagione. Tutti in piazza martedì.
MILANO – Sono più di mille gli emendamenti presentati dalla Sinistra per fermare il progetto di legge sulle deroghe in Lombardia. A questi, tanto per mettere altri bastoni fra le ruote, hanno pensato bene di aggiungere qualche centinaio di ordini del giorno per far dire no alle nostre tradizioni millenarie. Ma nonostante tutto questo fuoco di sbarramento, rimane fiducioso il commento di Vanni Ligasacchi: “Lo scorso anno eravamo messi peggio, non c’era il nuovo regolamento d’aula per cui l’ostruzionismo con gli ODG non potrà essere eterno.

E poi ci sono mille modi per far decadere gli emendamenti. Anche lo scorso anno erano più di mille ed è bastata una magica intuizione per farli decadere, sono fiducioso: la troveranno anche quest’anno. Importante è che la maggioranza PDL-Lega rimanga coesa e compatta e non si faccia intimorire da qualche lettera minacciosa, fatta circolare in questi giorni. Ah, è giusto magari ringraziare qualche collega di partito, che mi ha finalmente chiesto una copia del prezioso emendamento mancante. Se si tradurrà in un emendamento approvato staremo più tranquilli anche per i prossimi anni. Non avrà la mia firma ma poco importa, che vinca la caccia questo e ciò che conta. Tutti in piazza martedì 14 a Milano, assieme alle associazioni… e facciamo sentire la nostra passione!!!
Vanniligasacchi.it
 
Re: ANUU, il 14 settembre a Milano

DEROGHE E CACCIA ALLA MIGRATORIA: DA RISOLVERE. UNA VOLTA PER TUTTE!

lunedì 13 settembre 2010
Anche per questa stagione venatoria, si è ripresentato in modo dirompente in molte regioni italiane il problema del prelievo venatorio in deroga in applicazione dell’art. 9, comma 1, lett. a) e c) della Direttiva Uccelli n. 79/409/CEE (oggi direttiva 2009/147/CE causa le piccole modifiche apportate al testo comunitario da un punto di vista meramente formale per l’adeguamento richiesto dall’ingresso di nuovi paesi nell’UE) e più in generale il problema della regolamentazione dell’esercizio venatorio all’avifauna migratoria.

Dando per assodato che tale vicenda ha definitivamente assunto dei connotati squisitamente politici più che tecnici, cerchiamo di comprendere dove e come intervenire per ricondurre l’intera questione su di un livello più oggettivo e il più possibile rispondente al dettato della citata Direttiva Uccelli.

Rimangono aperti due grandi problemi, tutti italiani perché non trovano riscontro in nessuna altra nazione europea: il primo è il funzionamento del sistema Istituzionale preposto (Stato, Regioni, ISPRA); il secondo è quello (ormai esplosivo) dei meccanismi di funzionamento dei TAR ed in qualche caso dell’imparzialità o terzietà dei giudici nell’affrontare e valutare i ricorsi presentati da Associazioni ed Organizzazioni animaliste ed ambientaliste avverso qualsiasi provvedimenti amministrativo che interessi la regolamentazione dell’esercizio venatorio ed in particolare proprio a quello relativo all’avifauna migratoria (deroghe, calendari, catture, ecc.).

Quanto al primo problema bisogna comprendere che le Regioni dovranno rivedere attentamente la materia, imparando a confrontarsi direttamente con Bruxelles e con Roma perché l’UE, il nostro Parlamento e il nostro Governo capiscano una volta per tutte la validità delle scelte regionali.

Se esiste, come esiste, un articolo della legge nazionale n. 157/92 che regolamenta espressamente le modalità applicative del prelievo in deroga, è assolutamente necessario fare preliminare e totale chiarezza sulla non accettabilità o addirittura illiceità dell’atteggiamento di chi, autorità di qualunque natura sia, rimette continuamente in discussione l’applicazione di tale articolo aggrappandosi ad argomentazioni speciose o a “mostri” giuridici magari creati all’uopo.

La Conferenza Stato/Regioni sarebbe la sede teoricamente deputata alla definizione di un accordo tra le Regioni interessate alle deroghe (che tradizionalmente non sono più di sei o sette) e lo Stato per l’individuazione delle piccole quantità per specie sia a livello nazionale che ripartite tra le singole Regioni. Ma la cosa, sino ad oggi, non ha funzionato come ci si attendeva. In realtà, poi, quand’anche la Conferenza Stato/Regioni abbia in passato deliberato sull’argomento, nella pratica sono state poche le Regioni a tener fede agli accordi, mentre altre li hanno disattesi a seconda delle proprie esigenze politiche, discrasia che ha creato problemi paradossalmente proprio a quelle Regioni ligie agli accordi.
Bisogna poi oggettivamente rilevare che l’ISPRA (ex INFS), istituto che per legge dovrebbe essere deputato a fornire a tali Istituzioni dati e pareri oggettivi in materia faunistico-venatoria, è invece pregiudizialmente contrario – e quindi fa di tutto per ostacolarla - a qualsiasi forma di caccia che interessi in particolare l’avifauna migratoria, che si tratti di prelievo in deroga, di cattura e uso dei richiami vivi o di dare corretta applicazione ai principi comunitari stabiliti dalla Direttiva Uccelli e dalla sua Guida interpretativa.

Tale atteggiamento dell’ISPRA è dimostrato, anche molto recentemente, dai suoi controversi pareri in merito a catture e uso dei richiami vivi, prelievo dello storno ed infine dal documento relativo a presunte linee guida per la stesura dei calendari venatori regionali stilato al fine di dare applicazione all’art. 42 della Legge Comunitaria.

Vi è, poi, un altro problema cronico, ossia la povertà e l’attendibilità reale dei dati scientifici di riferimento concernenti le specie che solitamente vengono sottoposte a regime di prelievo in deroga e più in generale di quelli relativi ai periodi di migrazione pre-nuziale, riproduzione e nidificazione, migrazione post-nuziale e svernamento di tutte le principali specie migratrici di interesse faunistico - venatorio.

Ciò discende anche dal “rifiuto” dell’ISPRA ad avviare una volta per tutte un serio programma di monitoraggio correlandosi con istituti omologhi degli altri Paesi europei, nonché da una mancanza operativa degli Osservatori regionali ove istituiti.

Gli attuali dati inerenti tutte le specie di ogni Stato sono stati a suo tempo forniti alla Commissione UE dai rispettivi responsabili appositamente incaricati in seno a uno specifico gruppo di lavoro, denominato Comitato Ornis. Per l’Italia, guarda caso, parteciparono proprio i rappresentanti dell’INFS (oggi ISPRA).

E’ ora, in sostanza, che vengano opportunamente rivisti i dati per l’Italia contenuti nel documento conosciuto come “Key Concepts document on period of reproduction and prenuptial migration on huntable bird species in the EU”, il quale riporta, per ogni singolo Stato, l’inquadramento delle specie cacciabili ai sensi della Direttiva (All. II/1 e II/2), adeguandoli alla realtà dei fatti scientifici.

Nel merito del secondo problema (TAR) è sotto gli occhi di tutti un altro dato oggettivo: in molti casi i ricorsi presentati dagli anticaccia, pur non risultando basati su alcuna concreta motivazione tecnico-giuridica, ma esclusivamente su interpretazioni strumentali delle complesse norme di riferimento (comunitarie, nazionali e regionali), trovano comunque accoglimento da parte di alcuni Giudici o, quanto meno, l’accordo di provvedimenti di sospensiva per poi decidere nel merito delle questioni sollevate solo in un secondo tempo.

Ma anche se poi i Giudici interpellati rigettano tali ricorsi entrando nel merito, a ben poco serve vedere riconosciute le proprie ragioni.

Questo utilizzo strumentale dei ricorsi al TAR è anche agevolato ed incoraggiato dal fatto che le Associazioni ed Organizzazioni ricorrenti sono esentate dal sostenere i relativi costi finanziari.

Cosa possiamo fare, allora, per cominciare a ridurre i motivi di contenzioso sulle deroghe e sulla caccia alla migratoria in Italia, pervenendo finalmente a un’applicazione serena di queste importanti opportunità che la Direttiva Uccelli e la sua Guida interpretativa in realtà offrono?

Per una risoluzione definitiva del problema, occorre e occorrerà agire su diversi fronti e soggetti, nell’ambito però di una strategia complessiva cui partecipino, ciascuno per la propria parte e competenze, lo Stato, le Regioni e le Associazioni venatorie. Di seguito si prospettano alcuni suggerimenti.

Lo Stato:


deve farsi parte diligente nei confronti dell’UE, rivendicando la correttezza dell’art. 19 bis della legge n. 157/92 nei confronti del dettato della Direttiva “Uccelli”;

deve insistere nei confronti della Commissione UE – quale Stato fondatore della CEE ne ha la massima autorevolezza – a fronte anche dell’ultimo, recente rifiuto ricevutone, per ottenere il reinserimento dello storno tra le specie cacciabili in Italia, evitando almeno per questa specie il ricorso alla deroga;

deve provvedere formalmente all’integrale recepimento nella legge n. 157/92 della Guida interpretativa sulla caccia della Commissione UE, per conferire alla medesima un valore giuridicamente pregnante;

deve provvedere a convocare annualmente la Conferenza permanente con le Regioni e le Province autonome, per i doverosi accordi preliminari su specie e quantitativi prelevabili e poi farli rispettare;

deve intervenire sull’ISPRA, affinché tale istituto abbandoni posizioni politico-ideologiche che da statuto non gli appartengono, tornando a esercitare l’importante ruolo tecnico che la legge n. 157/92 gli affida, soprattutto incrementando gli sforzi per la raccolta di quei dati troppo spesso definiti carenti o mancanti;

deve prevedere che i ricorsi presentati avverso provvedimenti amministrativi riguardanti l’esercizio dell’attività venatoria debbano necessariamente essere affrontati e risolti, sempre con il coinvolgimento di tutte le parti in causa, senza alcuna sospensiva ma in via definitiva prima che prendano avvio le attività regolamentate dalle disposizioni impugnate;

deve disporre che le esenzioni dai costi relativi non vengano concesse ogni qual volta tali ricorsi vengano presentati da Associazioni “di parte” che hanno il solo fine di immotivatamente contrastare l’esercizio venatorio e riguardino attività, come la caccia, che sono invece legalmente e legislativamente riconosciute dallo Stato italiano e che interessano centinaia di migliaia di onesti cittadini cacciatori.


Le Regioni:


devono provvedere all’istituzione, al finanziamento e all’attivazione degli Osservatori (o Istituti) faunistici regionali, per un concreto contributo alla raccolta di dati sull’avifauna migratoria in cooperazione con l’ISPRA;

devono impegnarsi in sede di Conferenza permanente con lo Stato a giungere ad accordi specifici e a tenervi fede;

devono approvare provvedimenti “sostenibili” e nel contempo rispettosi delle nostre cacce tradizionali, ossia improntati, nel limite del possibile, più a valutazioni tecniche che di altra natura, se veramente l’obiettivo è fornire i cittadini-cacciatori di fondamenta giuridiche solide sulla cui base esercitare la propria attività;

devono essere disponibili a concertare con le Associazioni venatorie le linee guida cui improntare i propri provvedimenti.
Le associazioni venatorie:


devono offrire la massima disponibilità alle Regioni per la concertazione di tali provvedimenti “sostenibili”;

devono rifuggire dalla tentazione di appoggiare o sollecitare fughe in avanti della politica solo per rincorrere numeri altalenanti di tessere associative;

devono profondere il massimo impegno operativo sul territorio per coadiuvare e supportare le indagini sull’avifauna migratoria condotte dagli Enti pubblici, sollecitandone l’attuazione ove carenti o mancanti;

devono offrire il massimo supporto tecnico e legale alle Regioni in occasione dei frequenti ricorsi subiti dai provvedimenti regionali, in particolare ai TAR ove trattasi di provvedimenti amministrativi;

devono condurre una politica educativa culturale nei confronti dei soci, per un nuovo approccio complessivo improntato all’aderenza agli aspetti tecnici, all’evitare criticità inutili, al tutelarsi dalle fughe in avanti della politica;

devono condurre una “battaglia” politica, informativa e di sensibilizzazione sui troppi privilegi normativi concessi alle associazioni animaliste e ambientaliste, nonché sulla inaccettabile mancanza di responsabilità civile e penale dei magistrati.



Marco Castellani
 
Re: ANUU, il 14 settembre a Milano

Il punto di ritrovo sarà direttamente a Milano.
Per i pulmann della ns delegazione provinciale la partenza dovrebbe essere da Concesio (dovrei avere conferma entro stasera).
 
Re: ANUU, il 14 settembre a Milano

ciao diego propabilmete riesco a venire anche io ma con mezzi privati...ma alla luce dell'probabile accordo raggiunto la manifestazione si fa comunque?????????
 
Re: ANUU, il 14 settembre a Milano

Sì Carlo la manifestazione è confermata.
Vorrei comunque ricordare a tutti che non è così automatico che un ddl approvato in commissione poi venga approvato con facilità in Consiglio Regionale...d'altronde basta ricordare la battaglia effettuata in Aula l'anno scorso da Vanni. E' vero che quest'anno non ci sarà Monguzzi & company, ma vi assicuro che la strada non è poi così in discesa come sembra(considerato che anche all'interno della maggioranza esistono consiglieri non propriamente nostri amici).
Quindi sicuramente la nostra presenza non "farà" di certo male :wink:
Oltretutto resta ancora in "sospeso" la questione della permanenza associativa negli atc diversi da quello di residenza, ieri infatti la Commissione non ha voluto procedere su tale argomento (che già quest'anno con Mantova interessa parecchi cacciatori e dall'anno prossimo, se non si troverà una soluzione, seguiranno a ruota Lodi e Pavia).
 
Re: ANUU, il 14 settembre a Milano

Come Presidente provinciale ANUU di Genova, dovevo venire pure io con il pullman dell ANUU di Genova, ma una improvvisa riunione di lavoro NON differibile, mi trattiene qui.
Sarò con voi in difesa della nostra caccia tradizionale a fringuelli e storni.
 
Re: ANUU, il 14 settembre a Milano

grifonenero ha scritto:
Come Presidente provinciale ANUU di Genova, dovevo venire pure io con il pullman dell ANUU di Genova, ma una improvvisa riunione di lavoro NON differibile, mi trattiene qui.
Sarò con voi in difesa della nostra caccia tradizionale a fringuelli e storni.


azzz maledetto mi spiace....ti aspetto sempre.
 
Re: ANUU, il 14 settembre a Milano

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ANUUMigratoristi: il 14 settembre i cacciatori in piazza a Milano

Milano, 10.09.2010 – Dopo la partecipazione alla grande manifestazione svoltasi ieri a Venezia, l’ANUUMigratoristi tornerà in piazza il prossimo 14 settembre a Milano presidiando la sede del Consiglio regionale in occasione della discussione dei pdl su prelievo in deroga e catture richiami vivi.

Alla manifestazione, che è aperta alla partecipazione di tutti i cacciatori indipendentemente dalla loro appartenenza associativa, parteciperanno centinaia di soci provenienti da tutta Italia.

Queste iniziative rientrano nell’ambito della mobilitazione nazionale deliberata dal Comitato Esecutivo dell’ANUUMigratoristi in data 21.08.2010.

Il Presidente nazionale dell’ANUUMigratoristi Marco Castellani ha dichiarato: “martedì 14.09 saremo davanti alla sede del Consiglio regionale per supportare la discussione dei provvedimenti su deroghe e catture opportunamente approvati dalla competente Commissione consigliare l’08.09 scorso”.

Castellani ha quindi aggiunto: “Colgo l’occasione per ringraziare tutti i componenti dell’VIII Commissione, a cominciare dal Presidente Saffioti, per aver saputo ritrovare coesione e convergenza di vedute su provvedimenti importanti e molto attesi dal mondo venatorio lombardo. Ora ci auguriamo che la stessa cosa sappia fare il Consiglio regionale e per questo saremo davanti alla sede istituzionale a supporto dell’approvazione delle iniziative approvate dalla Commissione”.

Ma la nostra mobilitazione vuole assumere anche altri significati – ha precisato Castellani – poiché il quadro generale della situazione a livello nazionale quest’anno si presenta ancora più complesso e preoccupante del solito, considerato che non solo non vi è traccia della promessa modifica della Legge n. 157/92, ma grande incertezza grava immotivatamente anche su molti calendari venatori regionali. A tutto ciò bisogna aggiungere la crisi che attraversa il sistema Paese, l’azione trasversale svolta da esponenti politici, anche con ruolo di Governo, dichiaratamente anticaccia senza alucn fondamento (!) tecnico e pratico e le continue strumentalizzazioni e falsità proposte all’opinione pubblica”.

Castellani ha quindi concluso: “I cacciatori italiani scendono in piazza proprio per questo: per far conoscere la vera faccia della caccia e richiedere a tutto il sistema istituzionale (Stato, Regioni, Provincie ed Enti strumentali di supporto in materia faunistico-venatoria) di assolvere ai loro doveri e di rispettare e valorizzare, come avviene in tutta Europa, l’insostituibile ruolo sociale, ambientale ed economico garantito dalla caccia e dai cacciatori italiani che non sono affatto un problema ma una grande risorsa per la collettività , veri protagonisti della gestione del territorio insieme al mondo agricolo e portatori dei valori della nostra cultura rurale e delle sue tradizioni”.

ANUU MIGRATORISTI
VIA BASCHENIS 11 C
I-24122 BERGAMO
PHONE +39.035.243825
FAX +39.035.236925
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