Re: lombardi
Lombardia, Lega e Pdl lasciano l’aula
Caccia, sorpresa in Regione – La maggioranza lascia l’aula
IL DIBATTITO. Commissione movimentata sulle «deroghe» dopo il richiamo europeo e il rischio sanzioni per la Lombardia. Lega e Pdl abbandonano la seduta all’inizio della relazione. Rischio di slittamento a settembre se non ci sarà una mediazione
Brescia. La maggioranza in Aventino. Un curioso caso di ostruzione al contrario. È successo ieri durante la Commissione regionale agricoltura che doveva affrontare due questioni decisive per regolamentare la prossima stagione venatoria. Lega e Pdl hanno abbandonato l’aula rifiutando il confronto con i consiglieri di Pd e Udc e lasciando la commissione senza il numero legale. Dopo il via libera al provvedimento per l’utilizzo dei richiami vivi e alle nuove regole negli ambiti di caccia (queste ultime legate a due emendamenti presentate dal consigliere bresciano Mauro Parolini), non è stato possibile affrontare compiutamente il capitolo della caccia in deroga. Ora il rischio è che la questione slitti a settembre.
QUANDO il consigliere bresciano, Gianmarco Quadrini, ha iniziato a illustrare il provvedimento, infatti, i partiti di maggioranza se ne sono andati. In aula, oltre al presidente Carlo Saffiotti (Pdl) solo Udc e Pd. Il nodo, secondo i consiglieri rimasti, non sarebbe tuttavia da ricondurre ad uno scontro con Bruxelles – che nei giorni scorsi si era espresso contro le normative lombarde – (di fatto, secondo Quadrini, già risolto con le correzioni regolamentari dell’ultimo quinquennio) ma alla latitanza dell’Ispra, l’ex istituto nazionale per la fauna selvatica. Quindi ad uno scontro politico in atto nella maggioranza.
«Un gesto inaudito e irresponsabile – è stato definito dai Consiglieri dell’Unione di Centro al Pirellone, Gianmarco Quadrini e Valerio Bettoni -: perchè la maggioranza ha la responsabilità di affrontare e governare i problemi». «Di fronte alla nostra proposta di legge ? hanno spiegato – chi in campagna elettorale ha speso parole e promesse verso il mondo venatorio ha preferito nascondersi senza motivare la scelta e, proprio a ridosso del’inizio della stagione venatoria, ha lasciato alle associazioni dei cacciatori lombardi un grave vuoto normativo. Un comportamento paradossale e irrispettoso che pone Regione Lombardia in ritardo rispetto ad altre Regioni italiane che hanno già trovato un quadro normativo soddisfacente e condiviso».
L’INTENZIONE di non entrare in una partita politica che vede una spaccatura locale e nazionale nella maggioranza sembra chiara anche secondo la ricostruzione di Gianni Girelli, consigliere regionale Pd e componente della commissione che a margine della seduta ha spiegato: «Sul primo provvedimento dei richiami Ue è strano che non sia stato messo all’ordine del giorno dei consigli di luglio. È stato chiesto da noi che venisse messo in discussione nei consigli di fine mese». Il nodo è quindi tutto politico: «facciamo nuovamente i conti con l’incapacità della maggioranza di sviluppare un discorso trasversale per una soluzione condivisa» ha aggiunto Girelli, che rilancia: «sul discorso delle deroghe abbiamo dato la disponiblità pur con la difficoltà che in maniera trasversale coinvolge tutti i gruppi». Il rischio di far slittare tutto a settembre a questo punto può essere evitato soltanto con una mediazione che anticipi i tempi e porti la discussione al consiglio regionale. Per questo è chiaro il monito di Quadrini che lascia le porte aperte: «siamo ancora in tempo».
Giovanni Armanini
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