PRINCIPALI SENTENZE IN MERITO

SEZ. 1 SENTENZA. 07154 DEL 20/01/00

Non costituisce violazione dell'obbligo di diligenza nella custodia delle armi, previsto e sanzionato dall'art.20 della legge 18 aprile 1975 n.110, la detenzione di un fucile da caccia tenuto in casa sopra un armadio, non sussistendo per il privato cittadino alcun obbligo di adottare particolari sistemi ed efficienti misure di difesa contro i furti in abitazione né rilevando l'eventuale inidoneità della suddetta modalità di custodia ad impedire l'impossessamento dell'arma da parte di minorenni o altri soggetti da ritenere incapaci o imperiti, atteso che detta inidoneità può rilevare, sussistendone le condizioni, solo con riferimento alla diversa e specifica ipotesi di reato prevista dall'art.20 bis della legge n.110 del 1975.

SEZ. 1 SENT. 01868 DEL 18/02/2000

L'obbligo di diligenza nella custodia delle armi previsto dall'art.20 della legge 18 aprile 1975 n.110, quando non si tratti di soggetti che esercitino professionalmente attività in materia di armi ed esplosivi, deve ritenersi adempiuto alla sola condizione che risultino adottate le cautele che, nelle specifiche situazioni di fatto, possono esigersi da una persona di normale prudenza, econdo il criterio dello"id quod plerumque accidit". (Nella specie, in applicazione di tale principio, la S.C. ha cassato senza rinvio la decisione con la quale era stata ritenuta la penale responsabilità di un soggetto il quale aveva tenuto le armi nella propria abitazione, munita soltanto dei normali mezzi di chiusura, in un armadio e in una valigia posta sotto il detto mobile).

SEZ. I, SENTENZA N. 15541 del 01/04/2004

Non costituisce violazione dell'obbligo di diligenza nella custodia delle armi, previsto e sanzionato dall'art. 20 della legge 18 aprile 1975 n. 110, la detenzione, da parte di taluno, di un fucile da caccia all'interno del garage di sua esclusiva proprietà, non sussistendo per il privato cittadino alcun obbligo di adottare particolari sistemi ed efficienti misure di difesa antifurto, ne' rilevando l'eventuale inidoneità di tali modalità di custodia ad impedire l'impossessamento dell'arma da parte di minorenni o altri soggetti incapaci o imperiti, dal momento che tale inidoneità può rilevare, sussistendone le condizioni, solo con riferimento alla diversa e specifica ipotesi prevista dall'art. 20-bis della stessa legge (omessa adozione delle cautele necessarie nella custodia di armi).

SEZ. 1, SENTENZA n. 12295 del 15/03/2004

Ai fini della sussistenza del reato previsto dall'art. 20-bis, comma secondo, della legge 18 aprile 1975 n. 110 (omessa adozione delle cautele necessarie nella custodia di armi, munizioni ed esplosivi) è sufficiente la semplice omissione delle cautele commisurate alla diligenza dell'uomo medio e proporzionate al pericolo che la norma intende scongiurare, quale si presenta nel caso concreto. Ne consegue che la custodia dell'arma all'interno di un mobile ed in un ambiente nella particolare disponibilità del legittimo detentore (nella specie, nella camera da letto) va ritenuta cautela adeguata, non richiedendo la norma incriminatrice né l'effettivo impossessamento da parte dei soggetti indicati nel comma precedente dello stesso articolo, ne' l'adozione di precauzioni atte a precludere in modo assoluto a costoro l'impossessamento.

SEZ I, SENTENZA n. 31555 del 12/5/2004

Il reato di cui all'articolo 20-bis, comma 2, della legge 18 aprile 1975 n. 110 è un reato di mera condotta e di pericolo che si perfeziona per il semplice fatto che l'agente non ha adottato «le cautele» che, sulla base delle circostanze di fatto da lui conosciute o conoscibili con l'ordinaria diligenza, era necessario che adottasse, indipendentemente dal fatto che una delle persone indicate dal comma i dello stesso articolo «sia giunta o meno» a impossessarsi dell'arma o delle munizioni. Né per effetto di tale interpretazione potrebbe ritenersi che la contravvenzione de qua sia un'inutile ripetizione di quella di cui all'articolo 20, comma 1, della stessa legge, che prescrive che «la custodia delle armi deve essere assicurata con ogni diligenza nell'interesse della pubblica sicurezza». Infatti, entrambe le ipotesi contravvenzionali sono dirette alla realizzazione dello stesso «scopo» (la prevenzione di più gravi reati contro la sicurezza pubblica in generale), ma si caratterizzano tra loro per un rapporto di specialità, nel senso che il reato di cui all'articolo 20, comma 1, pone un dovere generalizzato di diligenza nei confronti di tutti i «possessori» delle armi, diretto a impedire che «chiunque» possa impossessarsene; la disposizione di cui all'articolo 20-bis, comma 2, è diretta, invece, a impedire che giungano a impossessarsi delle armi e delle munizioni quelle categorie di persone con riferimento alle quali, proprio per la maggiore pericolosità che può derivare dal maneggio da parte loro di tali strumenti, il legislatore richiede l'adozione di «cautele necessarie», ovverosia di cautele dirette proprio a evitare che possa verificarsi quel particolare tipo di evento. Deriva, secondo i principi generali, che ai fini della configurabilità del reato di cui all'articolo 20-bis, comma 2, della legge 110/1975 non è sufficiente il solo possesso dell'arma - al quale consegue soltanto il dovere di custodire lo strumento con ogni diligenza - ma è necessario (tenuto anche conto della maggiore gravità, nel massimo, della sanzione) che, sulla base di circostanze specifiche, l'agente possa e debba rappresentarsi l'esistenza di una situazione tale da richiedere da parte sua l'adozione di «cautele» specificamente necessarie per impedire l'impossessamento delle armi, non da parte di «chiunque», ma da parte di una persona appartenente a una delle categorie indicate dalla legge, ossia nel comma 1 dello stesso articolo 20-bis.

SEZ. 1 SENT. 04792 DEL 22/05/97

L'art. 20 della legge 18 aprile 1975 n. 110 impone l'obbligo ai possessori a qualsiasi titolo delle armi di cui agli artt. 1 e 2 della stessa legge (armi e munizioni da guerra ed armi e munizioni comuni da sparo) di custodirle con ogni diligenza ai fini della sicurezza pubblica. Poiché la legge non indica le modalità con le quali le armi e le munizioni debbono essere custodite, il concreto accertamento del rispetto del comando legislativo è rimesso, quindi, di volta in volta al prudente apprezzamento del giudice di merito; d'altra parte una tale interpretazione trova riscontro nell'art. 20 bis della citata legge, che, per la più grave ipotesi dell'impossessamento di armi da parte di un minore per omessa custodia delle stesse, richiede espressamente che l'impossessamento sia avvenuto "agevolmente", confermando così che deve escludersi la esistenza del reato quando per l'impossessamento sia necessario porre in essere una condotta particolare diretta a superare gli accorgimenti e le misure adottate dal possessore per la custodia dell'arma. (Nella fattispecie si trattava di detenzione di una pistola custodita in un armadietto chiuso a chiave, ed il figlio dell'imputato era riuscito ad impossessarsi dell'arma svellendo la parete posteriore dell'armadietto medesimo. Il pretore aveva condannato l'imputato ravvisando la violazione dell'obbligo di diligenza di cui all'art. 20 della legge n.110/75; la Suprema Corte, in accoglimento del ricorso, ha annullato senza rinvio l'impugnata sentenza per insussistenza del fatto, enunciando il principio di cui in massima).
 

Alberto 69

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Norme: Art. 20 e Art. 20bis Legge n° 110/75

La custodia delle armi di cui ai precedenti articoli 1 e 2 e degli esplosivi deve essere assicurata con ogni diligenza nell'interesse della sicurezza pubblica. Chi esercita professionalmente attivita' in materia di armi o di esplosivi o e' autorizzato alla raccolta o alla collezione di armi deve adottare e mantenere efficienti difese antifurto secondo le modalita' prescritte dalla autorita' di pubblica sicurezza. Chiunque non osserva le prescrizioni di cui al precedente comma e' punito, se il fatto non costituisce piu' grave reato, con l'arresto da uno a tre mesi o con la ammenda fino a lire cinquecentomila. Dello smarrimento o del Furto di armi o di parti di esse o di esplosivi di qualunque natura deve essere fatta immediata denunzia all'ufficio locale di pubblica sicurezza o, se questo manchi, al piu' vicino comando dei carabinieri. Il contravventore e' punito con l'ammenda fino a lire cinquecentomila. Chiunque rinvenga un'arma o parti di essa e' tenuto ad effettuarne immediatamente il deposito presso lo ufficio locale di pubblica sicurezza o, in mancanza, presso il piu' vicino comando dei carabinieri che ne rilasciano apposita ricevuta. Chiunque rinvenga esplosivi di qualunque natura o venga a conoscenza di depositi o di rinvenimenti di esplosivi e' tenuto a darne immediata notizia all'ufficio locale di pubblica sicurezza o, in mancanza, al piu' vicino comando dei carabinieri. Salva l'applicazione delle sanzioni previste dalle vigenti disposizioni in materia di detenzione e porto illegale di armi o di esplosivi di qualunque natura, il contravventore e' punito con l'arresto fino a sei mesi e con l'ammenda fino a lire duecentomila. Con uno o piu' decreti del Ministro dell'interno, da adottarsi entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente disposizione sono determinate le modalita' ed i termini di custodia delle armi e delle parti di cui al primo comma in relazione al numero di armi o parti di armi detenute, prevedendo anche sistemi di sicurezza elettronici o di difesa passiva, nonche' le modalita' ed i termini per assicurare, anche con modalita' telematiche, la tracciabilita' di tutte le armi, delle loro parti e delle munizioni, attraverso l'introduzione di meccanismi di semplificazione e snellimento degli adempimenti previsti.
Articolo 20-bis
Omessa custodia di armi.


Chiunque consegna a minori degli anni diciotto, che non siano in possesso della licenza dell'autorita', ovvero a persone anche parzialmente incapaci, a tossicodipendenti o a persone imperite nel maneggio, un'arma fra quelle indicate nel primo e secondo comma dell'articolo 2, munizioni o esplosivi diversi dai giocattoli pirici e' punito, salvo che il fatto costituisca piu' grave reato, con l'arresto fino a due anni.
Chiunque trascura di adoperare, nella custodia delle armi, munizioni ed esplosivi di cui al comma 1 le cautele necessarie per impedire che alcuna delle persone indicate nel medesimo comma 1 giunga ad impossessarsene agevolmente, e' punito con l'arrresto fino ad un anno o con l'ammenda fino a lire due milioni.
Si applica la pena dell'ammenda da lire trecentomila a lire un milione quando il fatto di cui al primo comma e' commesso:
a) nei luogi predisposti per il tiro, sempre che non si tratti dell'esercizio consentito di attivita' sportiva;
b) nei luoghi in cui puo' svolgersi l'attivita' venatoria.
Quando i fatti di cui ai commi precedenti riguardano le armi, le munizioni o gli esplosivi indicati nell'articolo 1 o armi clandestine, la pena e' della reclusione da uno a tre anni.


La custodia delle armi e degli esplosivi deve essere assicurata con ogni diligenza nell'interesse della sicurezza pubblica.

La legislazione complessa può essere riassunta come segue:
l'arma non deve essere abbandonata per nessun motivo quando portata fuori della propria abitazione, ne lasciata nell'auto incustodita. Non deve essere data a chi potrebbe abusarne, a chi è incapace anche di maneggiarla (bambini, malati ecc.), quando riposta non deve essere facilmente raggiungibile da persone incapaci di maneggiarla o estranei alla vita domestica nonché bambini. L'uso del buonsenso è d'obbligo dato che la Legge non specifica come custodire l'arma ma lascia al singolo detentore trovarne il modo anche perchè ogni situazione familiare cambia, il single potrà tenere l'arma a portata di mano nella sua casa salvo quando avrà ospiti, il padre di famiglia con figli dovrà provvedere al che i bambini non si possano impossessare di armi o munizioni.

Sottolineiamo l'uso del buon senso nella detenzione delle armi ed esplosivi. Se lasciamo l'arma in casa per andare al lavoro o altrove e lasciamo l'abitazione incustodita, provvederemo a chiuderla in un luogo sicuro, un cassetto dell'armadio o comodino e ci premureremo di chiudere le finestre e le porte con diligenza per evitare (rendere difficile) l'introdursi nell'abitazione di estranei malintenzionati. Non sono indispensabili casseforti o armadi blindati se non per una quantità di armi ragguardevole o per una collezione di armi, spesso è però sufficiente anche in questo caso un buon antifurto. Nascondere l'arma smontandone le parti è di poca validità, visto che molti utilizzano detector per cercare casseforti nascoste e altri metalli.

Gli oggetti di libera vendita riproducenti armi anche ad aria compressa o avancarica non sono contemplati da questa normativa.

Art. 702 c.p. — E punito con ....... chiunque, anche se provveduto della licenza di porto d'armi:
1) consegna o lascia portare un'arma a persona di età minore dei quattordici anni, o a qualsiasi persona incapace o inesperta nel maneggio di essa;
2) trascura di adoperare, nella custodia di armi, le cautele necessarie a impedire che alcuna delle persone indicate nel numero precedente giunga a impossessarsene agevolmente;
3) porta il fucile carico in un luogo ove sia adunanza o concorso di persone.
E' altresi vietato lasciare le armi o l'arma incustodita nell'auto anche se per soli pochi istanti.

Per la custodia delle armi nella propria abitazione non vi è obbligo di acquistare costosi armadi blindati o antifurti, questi sono obbligatori solo per coloro che fanno raccolta e collezione di armi.
 
Le armi possono essere custodite in qualsiasi luogo idoneo (Dr. Landolfi PM a Genova)

Le armi possono essere custodite in qualsiasi luogo idoneo (Dr. Landolfi PM a Genova)

PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI GENOVA RICHIESTA DI ARCHIVIAZIONE
Al Sig. G.I.P.
SEDE
IL P.M.
Letti gli atti del procedimento penale nei confronti della persona di XXX, in atti meglio generalizzata, iscritto nel registro delle notizie di reato in data XXX
OSSERVA:
La notizia di reato appare manifestamente infondata.
L’art. 20 della legge n. 110/75 stabilisce un generale obbligo di diligenza nell’interesse della P.S. Tale norma è finalizzata a garantire la custodia di beni intrinsecamente pericolosi ed il massimo della custodia può realizzarsi quando una persona capace vigili sule armi le quali, in tale ipotesi, potranno essere tenute a vista. Infatti, un’arma da fuoco è generalmente posseduta (ed a volte portata) allo scopo di difesa personale, per cui la sua conservazione-custodia non può prescindere dal suo eventuale uso immediato. La legge poi prevede che nel luogo ove sono ritualmente detenute le armi (luogo di denuncia) possano esserci altre persone, prevedendo particolari cautele solo per alcune categorie (art. 20 bis della legge n. 110/75), le quali non sono giuridicamente impedite dal maneggio delle armi, considerato che nel nostro ordinamento l’idoneità a tale maneggio è richiesta esclusivamente per il loro porto pubblico.
Tutto ciò premesso, la circostanza per cui il titolare delle armi fosse soltanto formalmente residente nel luogo della loro detenzione non configura la fattispecie penale in questione, purché le armi siano per l’appunto custodite in un luogo normalmente abitato, munito di ordinarie difese atte a scongiurare l’ingresso di terzi malintenzionati e con esclusione della presenza non cautelata di persone imperite.
Ma v’è di più: la circostanza che la persona sottoposta ad indagini si sia recata nel domicilio poco prima del fatto oggetto d’indagini, allo scopo di portar via un fucile da caccia, dimostra che questa non aveva perso, comunque e se mai fosse richiesto da una norma in realtà inesistente sul punto, il dominio sulle proprie armi.
P.Q.M.Visto l'art. 408 c.p.p.,
CHIEDE
che il G.I.P. voglia disporre l'archiviazione del procedimento ed ordinare la successiva restituzione degli atti a questo Ufficio. Restituzione di quanto in sequestro.
Genova, li ...... 2014
IL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA
dott. Alberto Landolfi - Sost.
 
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